LA CUCINA ITALIANA 1937

1 ,0 Giugno 1937-XV " LA CUCINA ITALIANA morte, qualche quadro di paesaggi, marine, ètc. Sul buffet puoi appen- dere quel grande dipinto di cui mi parli. . . ".. Circa le presentazioni degli invita- ti, è, si capisce, la padrona di casa, che deve curarle. Tu stessa farai le presentazioni dei nuovi arrivati, con molta sempli- cità, non omettendo i titoli nobilia- ri e accademici, ma nello stesso 'cana- po evitando le lodi personali che po- trebbero mettere in imbarazzo le per- sone Se i presentati sono due uo- mini', essi si stringeranno la mano e si diranno qualche parola cortese, iniziando anche, se lo desiderano, una conversazione. Se invece un uo- mo vien presentato ad una signora, s'inchinerà Drofondamente e non prenderà mai per il primo l'iniziati- va della conversazione. * * » Villeggiante. — Così presto in cam- pagna? Felice lei! Può ricevere i suoi ospiti sulla terrazza e offrire loro dell'aranciata fredda o della vi- sciolata: giacché mi dice che que- st'anno di ciliege e viscide ce n'a tante. (Anche la marmellata, f ra pa- rentesi, è ottima). In quanto al ta volino, sarà di quelli in vimini, la caraffa in vetro verde rivestita di pa- glia: 1 bicchieri ugualmente verdi, Prenda molto sole e si diverta. At- tenta a non scottare troppo la pelle, il sole va., preso un po' per volta, si unga con olio di noce. Ossequi al- la sua mamma. * * * Emma. — Per solito è la padrona di casa, o la signorina che servono il the mescendolo nelle tazze e por- gendolo agl'invitati: può essere aiu- tata da qualche amica intima che gentilmente si presti. E' un uso ri- dicolo quello di servire il the su una tavola apparecchiata, come se sì servisse una colazione. Sulla tavola stanno soltanto la teiera ed i dolci; gl'invitati stando ciascuno al posto che occupano nel salotto, ricevono la tazza e il piattino. Se viene loro dato un piccolo tovagliolo, lo posano sul- le ginocchia, o lo tengono sotto il piattino a guisa di sottocoppa. I cro- stini o i dolci che vengono loro of- ferti, l i posano sull'orlo del piatti- no, tenendo in mano quello che stan- no mangiando. E' quindi buona re- gola di non prenderne più di un paia per volta. In questa stagione il ths potrà essere anche freddo e servito in tazze di vetro. * * * Marina. — Per allestire ben puliti Tavola apparecchiata per una colazione: tartine e marmellate del pesci persici, punzecchiateli e ma- rinateli con olio, succo di limone, sàie, prezzemolo e cipolline, asciuga- teli, infarinateli, friggeteli di bel co- lore e serviteli fumanti. » * * Abbonata dì Bari. — Le zucchet- ta alla casalinga si preparano così: raschiare, levare i semi, indi taglia- re a fette le zucche e gettarle nella teglia con olio e burro sciolto, ag- giungendo sale, pepe e formaggio grattugiato ed a giusta cottura ser- virle. Le zucchette si possono ser- vire anche ripiene e cotte al forno. * * *• Lazzarina. — Se lo spazio non mi mancasse, non è una risposta breve o frettolosa, che Le darei: ma farei addirittura un articolo. Si, effettiva- mente i giornali americani sono pie- ni della proposta della Signora Fran. klin Roosevelt, moglie del presidente della Repubblica degli U. S. A. Detta in parole spicce, la proposta è questa: gli uomini « sfruttano » le mogli, in quanto le costringono ì sorvegliare la casa, far da cucina, rifare i letti, stirare etc. Questo la- AVV I SO ALLE ABBONATE Si avvertono tutte le abbonata che con questo numero sca- dono gli abbonamenti a l l a CUCINA ITALIANA, con termine al 30 giugno. Si pregano perciò le amiche gentili di volerci inviare per tempo il rinnovo dell'abbonamento in L. 5.30; oppure — se preferiscono la scadenza al dicembre 1938 — L. 7.80. Richieste e vaglia devono essere indirizzai i all' Amminisfara» rione della Cucina Italiana — Palazzo Sciarra - Corso Umberto Roma. voro merita un salario: dunque, gl ; uomini ohe prendono moglie debbono passare uno stipendio mensile alle loro consorti, come farebbero se do- vessero invece rivolgersi ad estranee. L' idea suscita, naturalmente, i più grandi clamori di discussione. Si ca- pisce che in molti ambienti Straw,-»- ri l'idea delle mogli salariate (.stipen- dio, congedo pagato, otto ore di la- voro, assicurazione) serve benissimo a sventolare le consuete bandiere in- torno all'indipendenza della donna, uguaglianza di diritti, etc. etc. A me sembra che la cosa non sia neanche da discutere. Per noi ita- liante il matrimonio non è un con- tratto f ra un datore di lavoro e una prestatrice d'opera: è un sacramen- to una santa e dolce unione di i due cuori, di due spiriti, e anche di due interessi solidali e congiunti. « Dove tu Cajo, diceva la donna romana, io sarò Caja ». Quando un uomo ci sposa, noi assumiamo il no- me, la tutela degli interessi, la cura del corpo e dello spirito dell'uomo che amiamo, e dei figli che verran- no. Basta accennare ai « figli ohe verranno » per far cadere nelVassur- do ogni proposta di rimunerazione muliebre. Ve l'immaginate una ma- dre che riceve dal marito uno sti- pendio... per il lavoro che presta nel nutrire, curare, educare i propri fi- gli? Quale donna no*i sente che "a sua missione è santa appunto perchè basata sul più puro, più disinteres- sato spirito di dedizione e di sacri- ficio? NIN4Ì

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