LA CUCINA ITALIANA 1937

.6 LA CUCINA ITAL IANA 1" Luglio 1937-XV UN DELICATO COMPITO LE PAGELLE SCOLASTICHE DEI NOSTRI BAMB I NI E sopratutto aiutare! Sorvegliare i compiti, fargli prendere qualche ripe- tizione privata se è necessario. Se i « quattro » diventano cronici lo si lasci tranquillamente ripetere l'an- no. Ricordiamo, dunque, per nostra norma, un « quattro » non è mai ugua- le all'altro. Può essere leggiero, grar ve, casuale, cronico... Solo con la nostra instancabile sor- veglianza e la giusta medicina, potre- mo sperare di aver il sopravvento. N. A, FEMMINILITÀ' Il p roo f um e al daonn Aiutare il bambino senza averne l'aria Se un giorno il nostro bambino ci presenta un bel « quattro » preso in un compito di scuola, ci dobbiamo, prima di tutto, raXlegrare. Vi sembra poco ch'esso venga spontaneamente a mostrarcelo? Questo è un privilegio che non tutti i genitori conoscono. Molti se lo sono giocato con una se- verità eccessiva e male applicata. An- che questi genitori devono fare di tutto per riconquistare la loro fidu- cia. I nostri « rampolli » devono veni- re a noi, come per un dito ammalato o un qualsiasi altro dolore. Sgridarli in una simile circostanza è fuori luogo. Rimproveri e castighi possono essere adottati solo se si trat- ta di cattiva condotta, di negligenza o indolenza nello studio. Anche in questi casi però dobbiamo essere cau- ti e osservatori, cercando di appog- giare il più possibile le inclinazioni e le tendenze del nostro bambino. Si tenga loro presente i sacrifici, gli sforzi, il tempo che devono dedi- care i genitori per la loro educazione. Si stimoli l'orgoglio e si prometta una piccola ricompensa per un prossimo buon lavoro. Spesso il bambino stesso rimane de- luso del risultato poco lusinghiero del suo compito. Secondo lui ha fatto tut- to il possibile per riuscir bene. Per questo non si deve sgridare, mettia- moci piuttosto da buoni amici vicino a quella personcina infelice e cerchia- mo con lui la causa dell'insuccesso. Il bambino quel giorno non pote- va non sentirsi bene, ¿orse era stato disturbato dal suo vicino oppure ave- va una penna ribelle o anche un se- greto dispiacere. A tutte queste pro- babilità non è difficile porre un ri- medio per la prossima volta. Più difficile sarebbe se la causa del brutto voto provenisse dal non essere il bambino abile e abbastanza maturo per la media della classe. In quel caso oltre che non sgridarlo, dob- biamo anche consolarlo e incorag- giarlo. U» tormentoso problema da risolvere Un noto scrittore ha detto un giorno una frase molto significativa : <t Un pro- fumo di moda, od un colore di moda mi fanno andare in collera! ». * Questa è in poche parole un rimpro- vero che si può sempre fare alla tiran- nica rigorosa padrona del mondo : la moda. A questa dispotica dea che ha la pretesa di formare e uniformare tutte le donne sullo stesso modello. Ogni donna, dovrebbe invece ricerca- re nel suo abbigliamento, ciò che la rende migliore, ciò che mette in rilie- vo le sue bellezze e riesce a dissimu- lare o a mutare in grazia le sue im- perfezioni, Le donne non dovrebbeoo dimentica- re che la creatura più bella del mondo può piacere, in un certo modo, meno della più brutta. E che in ogni caso all'una non è mai dato di diventare perfettamente simile all'altra. E allora? E allora per aver successo nel mondo, non bisogna standardizzarsi, ma cercar di essere invece dissimili, d'essere diverse le une dalle altre. E per questo v'è un sistema solo: essere se stessa. Ipsissimus, ipsissima, avreb- bero detto i latini: assai se stessa! Cosi avviene che, quando la moda per esempio lanciasse la donna dai ca- pelli fulvi, un biondo cenere, farebbe grande effetto, ed in un'assemblea di bionde spiccherebbe con maggior risal- to una bruna. Cosi, quando una casa di profumi lancia una nuova essenza ogni donna servendosene a priori nuoce alla stia personalità. Plutarco diceva che bisogna adottare il profumo proprio e non cambiarlo mai. Una donna che cambia sempre profumo non è che una donna profumata: quella che adopera sempre il medesimo, lo assimila, ne fa un tutto con se stessa e diventa una creatura odorosa, come fosse un fiore. Colui che l'ama e la presceglie non può dimenticarla nè separare col pensiero il profumo dalia forma, cosi come non si possono ricordare le serenelle o l'elio• ( topìo senza sognarne l'olezzo e la fra- granza, 4 B I NA S i MONET TA

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