LA CUCINA ITALIANA 1937
.8 LA CUCINA ITALIANA 1" Luglio 1937-XV LA POSTA Di N I N A MinimumwiminMimim« » lì'it wni««nii»»'riiimiiwi»i»'iiM» inni h i i 'mv——* uf 1 """ Anny - Oristano. — Sono veramente grata, e siamo anzi tutte grate, qui alla Cucina, per le parole gentili ohe la cara abbonata oristanese ci invia. Ed eccomi qui, felice di rispondere, per quel poco che so, alle tre domande. Primo: Quella soluzione per bucati, che va sotto il nome di varecchina, in molti luoghi, e in altri sotto nomi differenti: liscivia etc., è sempre più conveniente comperarla bella e fatta, che farsela: perchè la confezione di una bottiglia di liscivia rende neces- la soluzione in una bacinella e lasciar-, la in terra e sui mobili. Dopo poco (durante l'estate, beninteso), sì tro- veranno gli ambienti dove è stata collocata la soluzione ripieni di mo- sche asfissiate: ma occorre ucciderle o gettarle in luoghi da dove non ritor- nino, perchè il contatto dell'aria può rianimarle. Il liquido dovrà rinnovarsi trascorsi due giorni. Terzo: Per colorare la cera in rosso servono il cinabro, il minio. La pratica di tali colo-razioni è assai facile; in un sostituisca le foglie di bergamotto a quelle di cumella ed aggiunga al li- quido 75 grammi di alcool rettificato "nel quale avrà versato tre gócce di essenza di rose. E' un profumo squi- sito: a g i r e b b e . potentemente, secondo quanto ne dicono i turchi, sul cervel- lo, sul cuore e anche sulla memoria che — dicono — ne sarebbe mirabil- mente fortificata. Per servirsene versi in dose di un cucchiaino da caffè nel- l 'acqua delle sue abluzioni. I miei sa- luti affettuosi. Abbonata di Recco. — Scusi il ri- tardo con cui le rispondo anche io. Sono, questi, mesi di frequenti viaggi e di intenso lavoro. Ho segnalato il , suo giusto reclamo a chi di dovere e confido che Ella riceverà subito. * * * sa-rio un lavorìo, e una spesa, che pro- prio non valgono. E se lo dico io, che vorrei che tutte le massaie d'Italia facessero da sè anche le scarpe... Ad ogni modo, le dirò: una buona soluzione per bucato si ottiene facendo fondere a bagno maria 50 parti di carbonato di soda, 7 di soda caustica (che è un veleno), 18 di silicato di so- da. 5 di sapone molle e 20 di acqua. Altre ricette escludono la soda cau- stica e variano le proporzioni degli al- tri ingredienti; ma insomma le lisci- vie si fanno con quella roba che le ho detto. Secondo: Per distruggere gli insetti adoperi: formolo del commercio gram- mi 100, acqua gr. 900. Questo liquido può adoprarsi come quello celebre che vendono in stagne e cioè spolverizzandolo in un ambien- te chiuso, da cui però bisogna uscire finche le mosche non sono cadute tra- mortite a terra. Si può anche versare recipiente qualsiasi si fa fondere la cera, ed agitando la massa con una spatola vi s'incorpora a piccole dosi il prodotto colorante. Bisogna avere l'avvertenza di . non cessare l'agitazio- ne anche durante il raffreddamento. La ricetta della cera è la seguente: paraffina parti 425; resina colofonia parti 545; olio di petrolio parti 30; giallo di cadmio in sospensione nel- l'alcool parti 0,5. Naturalmente occor- rono molte precauzioni: fondere a ba- gnomaria, fare attenzione al fuoco... E finalmente: sì, l'amministrazione della Cucina Italiana ha ancora una piccola quantità dei volumetti della Bibliotechina Gastronomica. Ella può rivolgersi direttamente all'Ammini- strazione. indicando i volumi che de- sidera. * * # Abbonata 76223. — Se non riesce a trovare il resto degli ingredienti ne- cessari a, fare il profumo orientale, Sono l'abbonata 23116 da Salerno. — Ed io sono Nina ben lieta di pormi a sua disposizione. Per quel che riguar- da l'antipasto, esso dovrà esser ser- vito nei piatti piccoli, come dice giu- stamente lei: ma il piatto più grande può stare benissimo, anzi deve stare, sotto il piccolo, e le posate per :1 piatto successivo debbono essere già a posto. Per ciò che concerne l'ordine di precedenza, paese che vai e prece- denza che trovi. Non mi ricordo dove leggevo di una regione dove, all'ulti- ' mo, invece delle frutta o del dolco, avevan dato all'invitato un a bella minestra di brodo, con un paio di cucchiai di vino rosso dentro. Anche oggi, e anche da noi, la que- stione della priorità del gelato sulla frutta, e della frutta sul formaggio, suscita discussioni che è meglio tron- care lasciando che ognuno mangi i vari cibi col ritmo che più gli aggrada. Ad ogni modo Le dirò che general- mente, dopo l'antipasto, e la minestra, se c'è, si ser-ve il pesce (lesso o fritto o arrosto che sia) con le posate ad hoc. , Quando viene ¡1 turno della carne, si mettono allora le posate, da ar- rosto. Se. ci son 0 due piatti di carne e uno di pesce... Beh! qui mi pare che si vada nel pantagruelico: anti- pasto, minestra, pesce, due piatti d ; carne, poi ci saranno i legumi e gì. intermezzi... Io direi. che sia molto pili fine offrire un Diatto di carne solo, dopo il. pesce. E offra invece uno dei piatti di verdura, della no- stra bella fresca saporosa . verdura
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