LA CUCINA ITALIANA 1937

2 8 L A CUCINA ITALIANA 1 ° Agosto 1937-XV V E R S O LA VAIT C'è un angolo di pace serena, in questa Mostra, che può fornire il più delizioso capitolo, il primo con cui dovrebbe aprirsi il grande vo- lume dedicato appunto alle cure create con infinita tenerezza dal Regime per ia tutela dei bimbi. Sono questi, che voi vedete a tra- verso luminose diapositive, dal- l 'artista f otografo colorate sapien- temente, i nati dalla tempesta, i piccoli esseri destinati fino a ieri a portare il triste peso ereditario da esserne schiantati ancora inno- cent i: perchè una statistica rac- capricciante ci dice la spaventosa moria dei figli di madri tuberco- lotiche, anche ricoverati nei bre- fotrofi, dove appena sorvivevano il 30 o al massimo il 35 per cen- t o ! Ci voleva un nuovo lavoro di ricostruzione per poter salvare il tenero retaggio del male: ma più di tutto ci voleva una grande com- prensione del problema e un gran- de cuore per af frontarlo decisa- mente con disciplina e intelligen- za e vigilanza somme. Ebbene, questo ci apprende la Mostra, in quell 'angolo di pace cui dianzi ac- cennavo; e ci dice anche che Ro- ma materna ha fatto prima e me- glio di ogni altra consorella, per quel complesso d'organizzazione il- luminata di chi dirige, ogni giorno con una cura novella, il vasto mo- vimento di redenzione e di chi, scaglionato lungo l 'arduo cammi- no spinoso, fedele esegue i co- mandamenti della scienza, della fraternità, dell'amore. Un recente comunicato alla stampa annunziava che il Gapo del Governo aveva ricevuto il pre- sidente del Consorzio provinciale antitubercolare Principe Gian Giacomo Borghese e il direttore prof. Benedetti, i quali Gli aveva- no fatto omaggio di un ricco e grandioso album, in cui era illu- strato, attraverso gioconde imma- gini e con sobrio comenfo, il ri- sultato positivo di un quinquennio di perfezionati studi intesi a ri- durre a zero la mortalità per tu- bercolosi di nati da madri infette. Cinque anni di lotta per il trionfo di un metodo, oggi entrato in pie- no sviluppo e dal Direttore della Sanità pubblica additato ad esem- pio a tutti i Consorzi della Nazio- ne, hanno dato alla fine del 1936 questo, che potrà perfino sembra- re sbalorditivo risultato: di tutti i bimbi nati di donne affette da tu- bercolosi e sottratti sollecitamen- te all'ambiente in cui sta l'insidia mortale in agguato, uno solo si è spento — e in un istituto — per il male materno. V'è da cantar vittoria per la provincia di Roma! I segni voi li avete sotto gli oc- e'è miseria pur di questa pietosis- sima e numerosa schiera d' infeli- ci, che non accolgano materna- mente. Jje ricerche del Consorzio a questo fine sono pure istruttive e meravigliose: pochissime sono le famiglie di tubercolosi bisognosi che possono sfuggire al suo con- trollo, tanto s'irradia a ventaglio, dalla sede centrale, il lavoro di precisa indagine, affidata a sanita- ri da lei dipendenti e ai medici condotti collegati in questa frater- na opera di bene. Ecco l'assistenza delle gestanti, chè, individuate, si cerca di pro- digar loro tutte le cure che pos- sono giovare anche al nascituro. Ed ecco l 'evento: l'annunzio che ! una creatura è venuta al mondo | non sarà, per la mamma disgra- ' ziata, apportatore di una felicità ehi: indugiatevi pure dinanzi ai quadri che l 'artista fotografo, gui- dato da illuminato consiglio, ha apprestato per la gioia .comune. Ecco lì colei che réea nel suo grembo la triste speranza: è una povera donna del popolo, della città o della montagna poco im- porta: è una predestinata all 'av- venire cosi scarso di luce. Ma le • braccia della vigile provvidenza fascista son così larghe, che non L'assisteanz all'infanzi alal Mostar deell Coloeni Esteiv

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