LA CUCINA ITALIANA 1937

28 LA CUCINA ITALIANA 1° Agosto 1937-XV CONSIGLI A ROSETTA Anziché l 'ultimo r omanzo -di moda. . . Mi capita tra le mano liti vecchio libriccino ingiallito dai tempo. E' un trattato gastronomico edito nel 1835, e definito dall'autore come un'« Ope- ra necessarissima pei capi di fami- glia che desiderano fare Una cucina economica; per i buongustai, per i convalescenti, per chi vuole imparare la scalcheria, etc. etc. ». Sul lato interno della copertina Vs una dedica scritta con beila calligra- fia maschile: « Anziché l'ultimo rotnanzo dì mo- da, offro a Teresa, cùn modestia, li présente, perché possa trarne quelle cognizioni ch e noti debbono mahea- re ad una donna da casa —' quale essa degnamente dimostra di éssète. — Giuseppe. — 21 Die. 1887». La lettura della dedica mi lascia j pensosa. Chi sarà stata questa savia Teresa I a cui si poteva offrire, con speran- za che fosse gl'adito, un librò più Utile òhe dilettevole? Giuseppe era un marito? Oppüre un fidanzato, desideroso di portare, con le cognizioni che la Sua futura moglièttà avrebbe dovuto apprende- re dal « Cucinière », qualche solida pagliuzza ai costruendo sUo nido? Ih questa ipotesi cerco di traccia- re idealmente il profilo di Teresa sul tipo delle fanciulle flfie ottocento: fragili creatúre anemiche alle quali l'impaccio delle vesti ermetiche e prolisse, la mole della biancheria e li busto greve di StèSche impedivano di flO^re, Come fioriscono oggi — zazzerine al vento e membra in li- bertà — l e giovani Italiane, magnifi- ca speranza della razza. Il pensiero della Sconosciuta fanciulla ormai co- si lontana .nel tempo, m'intenerisce. Povera signorina pallida, pura di « tifi » all'infuori di quello per la tombola a per le innocenti partite a carte! Chi sa che nella sincerità del- l'anima non avesse preferito alla let- tura dèi Cùàiniére quella, appunto, del romanzo di moda: della senti- mentale vicenda vissuta da un'eroi- na dal vitino di vespa e da un'in- hamorato con tanto di barba e di baffi e il colletto alto, inamidato! Soffocando quel lieve moto interno di rammarico. Teresa, da quella giü- diziosa figliuola che era, avrà preso coscienziosamente visione delle 970 ricette del Cuciniere, rivelanti ai profano i segreti del « Cuoco, del Pasticcere, del liquorista e del diac- Ciatore ». Dove si saranno trattenuti più a lungo gli sguardi della brava mas- «aina? Quali formole l'avranno mag- giormente interessata? Scartabello il libro quasi cercando fra le sue pagine un segno qualsiasi lasciato dalla giovane cui, mezzo se- colo addietro, esso fu dottato. E in- tanto rendo giustizia all'accortezza di Giuseppe. Questo manuale, a quell'epoca, po- teva considerarsi una piccola minie- ra di cognizioni, non solo gastrono- miche, ma anche pratiche e sempli- cistiche e perciò di utilità grande per le massaie la cui esperienza era il fulcro del benessere familiare. Trovo la ricetta di Un liquore — il Vespetro — elogiato gal Vuciniere come un preparato miracoloso. « La proprietà di questo liquore è di es- sere buono per le indigestioni, vo- miti, coliche, ostruzióni, mal di reni, difficoltà di orinare, e giri ( !) di ca- po, reumatismi, respiro grave. Am- mazza i vermi ai fanciulli» facendo- ne loro prendere uh cucchiaio per quattro o cinque mattine. Preserva dall'aria cattiva, bevendone un bic- chierino prima di uscire di casa e fregandosene il naso e l e tempie ». Rosetta che è dietro a cucire una tutina per Folco, sorride: — Si direbbe uno specifico del Dr. Dulcamara. Seguito a sfogliare il libro. Ecc 0 un liquore anticontagioso fat- to con zafferano, zucchero, cascàri- glia, quinquina scelta, cannella di Ceylon, alcool... ed etere solforico Rosetta sgrana gli occhi: — Etere solforico?! Ed ecco un siero perfetto per pur- garsi il Sangue: ossia siero colato dal latte accagliato attraverso Un panierino di vimini: c'è inóltre, un C i E D E I ' alla grafologia? Mandate un saggio della vostra scrittura, o di una persona che vi interessa al « Grafologo del " Gior- nale della Domenica ,. », e avrete il responso esatto di ciò che ¡¡i scrittura rivela: pregi e difetti del vostro carattere, tendenze artisti- che, affettive, ecc. &ON CREDETE ALLA GRAFOLOGIA? Provate ugualmente: vi ricre- derete. IL GIORNALE DELLA DOMENI- CA — Settimanale illustrato — Un numero cent. 40 Abbonamento annuo L. 18 vin 0 febbrifugo, una semolata per freddure e qualche altra formola di quegli arcaici rimedi a base di erbe, scorze e droghe pesate a once, a grossi e a danari, in cui i nostri nonni ebbero tanta fiducia. È chi sa che di fiducia non fossero più dé- gni di molte specialità dal nome bi- sbetico che i medici odièrni ci pre- scrivono con dubbio vantaggio per la nostra salute è indubbio Sacrificio per la nostra borsa! Più scartabello il iibro, più mi per- suado che in esso c'è del buono, specie nella parte culinaria; centi- naia di ricette scritte con stile an- tiquato ma con sicura competenza tecnica. Gran varietà di minestre asciutte, comprese le più ghiotte spe- cialità regionali, zuppe . di tutte le specie, innmerevoli risotti di grasso e di magro. (A quanto sembra anche U n secolo f a si sapeva trar profitto dal nostra buon riso Italiano). E in tutte le pietanze, carni, pollame, cacciagione di penna e di pelo, pesci di mare e d'acqua dolcé, soffiati, pa- sticci, sformati, uova, legumi e salse a profusione — si nota un inconfon- dibile carattere d'Italianità rilevante nell'autore del Cucinière il proposito di emanciparsi dalle formole gastro- nomiche, per seguire i sistemi da una generazione all'altra, nelle varie re- gioni della nostra Terra. Quei sistemi, in sostanza, sono gli stessi che, migliorati, affinati, sem- plicizzati con senso pratico e cri- terio di modernità servono di base alle preparazioni descritte nei libri di cucina dei nostri tempi, anche nei più autorevoli, e perciò più atti a mettere in evidenza la nostra ric- chezza di cognizioni Culinarie; ric- chezza solida e di antica data. Certo questo vecchio Cuciniere con la sUa veste tipografica dimessa, ii suo stile antiquato appartiene all a letteratura gastronomica ultramontata della qua- le non potrebbero più appagarsi le massaie moderne, Use à consultare i bei libri di cucina che in uno stile piano ed elegante, ci offrono inse- gnamenti razionali, agili e dilette- voli. Comunque, esso "può ancora in- teressare, non solo per quel profumo di poesia spleenetica che hanno le cos e affioranti dal passato, ma per- chè essofi per il suo contenuto e per il significato della dedica, riconosce due verità che . tutti i nostri sforzi tendono ad affermare: 1) che gli Italiani debbono man- giare all'Italiana; 2) che le donne Italiane hanno il precipuo dovere d'imparare a far da cucina. Rosetta sorride: — Tutte? Senza eccezione? Èd io. convinta, risponto: — Senza eccezione! FRIDA

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