LA CUCINA ITALIANA 1937
16 - LA CUCINA I TAL IANA 1» Se t t embre 1937-XV MEZZE ZI TA ALLA S E S S I - W I L L E LMY Dobbiamo alia cortesìa delia Si- gnora Sessi-Willelmy di Roma che unisce alla sapienza gastronomica ca- pacità e senso pratico originalissimo e selezionato delle varie cucine re- gionali italiane, la seguente ricetta che è assai dì moia, da qualche an- no, a Roma, negli ambienti più ari- stocratici. Si prendono le mezze zita, e si cuocc iano in acqua abbondante. Si f a c c ia poi in un ada t to recipiente uno s tato di pas ta e uno di funghi e dadolini di mozzarel la. Si condisca in par ti uguali con ab- bondante sugo di pomodoro al lon- tanando ac cur a t amente i semi. Nel lo s t rato ultimo, superiore, si si me t ta più mozzarella, in f e t t e ' p iù sottili, con sugo più denso. Si passi poi in forno. I funghi più ada t ti sa- rebbero i cosidetti « prugnoli » del- l 'al ta Val le del Tevere ma anche i funghi di Genova fat ti rinvenire nel- l ' acqua son 0 passabi l i. L a mozzare l la' sia f reschi ss ima e prefer ibi lmente di cai-dito. I l successo di questo piat- to, difficile a f ar riuscire a puntino, è dovuta in gran parte al la genuini tà degli ingredient i. RICETTE ECONOMICHE CONIGLIO A R I N F R E DDO E bene lasc iar riposare l a carne pe- c i rca 24 ore. Dividere il coniglio ¡n grossi pezzi e tener lo per un quar- to d'ora almeno nel l 'acqua mischia- ta con qualche cucchiaio d'aceto. Met ter lo in padel la con olio bollen- te e far lo f r iggere a fuoco ardente in modo che rosoli ben bene. Togl ie- re la carne dal la padella ed in quel- lo stesso olio f ar soffriggere un poco una buona dose di sot t 'aceto, delle olive bianche in salamoia, sedano e prezzemolo, il tut to ben tagl iuzzato e mi schiato. Togl iere via questo tri- to r imet tere la carne in padel la, far la rosol ire e cuocere fino a che non' i bb ia r i t i rato tut to il liquido. Servi re la pietanza, fredda INDI V IA RICCIA R I P I ENA Tr i t a re della carne di maiale ma- Rfa, impas tar la con formaggio grat- tuggiato, uh uovo e del pane inzup- pato nel l 'acqua. Quindi, al largando ogni c iocca d' indivia met tere nel cen- tro una polpet ta del l ' impasto prepa- ra to; poi, riuni te a mazzo le foglie della verdura, cuoprire bene la car- ne e legare a salame con un po' di cotone. Si adagia in una casseruola bassa con sugna o burro e si fa -soi- f r iggere l entamente. Appena, rosola- ta, si aggiunge del l 'acqua, in modo che tut to possa ben cuocere e r ima- nere con un poco di brodo. UOVA DOLCI R I P I E NE - M a l dti M.>zzii. t dolori renali, tanto comuni In ambo J s e s s i , ma più frequenti nelle donne, sì devono prontamente combat tere aiutando I reni nella loro funzióne filtrante del sangue ed elimina- urico. celebrità mediche di tutto II Taccómandanp l 'Urodonal come ii eccel lenza del l 'acido urico, rappresenta un vero depuratore dei reni sbarazzandoli dal cristalli urie) e dalle impurità e toss ine che incrostano il t essuto renale operando come un meravi- gl ioso di s intoss i cante del sangue. '' ;« 0 i 0'N â L '¿pu! Ss e® Il rene. un campione di URODONÀL • un libro del Dr. E. Falvio « Perchè il sangue carico dì acido urica rappresenta un pericolo » a tulli COIOÌO che comprendono la neces- sità di consoii/are la salute Sc-lveie a LABORATORI CHATELAIN Rep. — 18, Via Trlvulzio - MILANO Lessare ben sode delie uova (ag- giungendo nel l ' acqua un pizzico di sale per far le più fac i lmente sguscia- re, sgusciate, si tagl iano a me tà pel- li lungo, i rossi si met tono a parte, in ùn piattd, aggiungere, per ogni uovo, un pizzico di cioccolato in poi vere, 3 mandorle spellate, abbrusto- lite e f inemente t r i tate e con dello zucchero sciol to e cot to nel l 'acqua, a a sciroppo non troppo denso, lavora- re e mescolare bene il tut to con un cucchiaio di legno, in modo da farne una pas ta Sne, c r emo s a ed omoge- nea e piuttosto densa. Con un cuc- chiaino riempire i bianchì e dispor- li a mezzo, in un piatto, o vassoio, piano, spolverare abbondantemente con zucchero in polvere, vanigl iato. Antonio Reggio m m m Un abbonato di Livorno, ci scr ive: IU.ma Signora Direttrice de « La Cucina Italiana », Abbonato sino dalla fondaziòs» so- no assiduo let tore della Rivi s ta per curiosi tà, gi acche non ho nessuna; at t i tudine al la cuc ina e se dovessi provvedere a me stesso dovrei vivere dì uova sode o al tegame. Ho letto la r i ce t ta della marmel la- ta di melone (o popone), la quale pe- rò ha l ' inconveniente che ci vuole subito dello zucchero e che se il me- lone serve per l a conserva .non sì può mangiare. Io indicherò invece all' ingrosso (perchè i part icolari non li r icordo) delle conserve di melone senza zuc- chero — almeno al momento della preparazione — e da farsi dopo aver mangiato il melone, cioè con le bucce. B mio compianto Babbo f aceva due tipi di conserva con le bucce dei me- loni mangi ati in famigl ia durante l 'estate, e che met teva ad asc iugare a r ' omb r a. Mostarda. Bucce tagl iate a pez- zi re lat ivamente grossi, f a t te cuoce- re al la stagione opportuna nel mo- stra sino a prendere consistenza sci- ropposa molto rappresa. Messa in va- si di vetro o iti t e r ra còtta, serviva — ed era mol to buona. — per con- torno a carne bollita, o diversamente preparata.. A parte che il mosto e
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=