LA CUCINA ITALIANA 1937

« t A c r e í - VA IT ALI ANA • « 1° Settembre Anche la stiratura è un'arte. .. Per st irare occorre una tavola grande, nè troppo alta, nè troppo bassa, ricoperta da una coperta dop- pia e da una tela di cotone. La biancheria si stira quasi tut ta al diritto: al rovescio si stirano sol- tanto le trine, i merletti, i ricami>, i tulle, le flanelle. La, biancheria si piega al diritto, procurando di dare a ciascun capo una forma che, in qualche modo, ri- cordi la forma dell'oggetto; si cerca cioè di dare al lenzuola una forma rettangolare, ai tovaglioli quadrata, ecc. ecc. Tje iniziali e i numeri si mettono possibilmente sopra, in maniera vi- sibile. I ferri, tanto elettrici che a car- bone, così come i cosidetti inglesi, de- vono essere puliti e sufficientemente caldi. Per far scomparire le cattive pie- ghe e le impressioni lucenti che pos- sono rimanere sulla biancheria, sì j sfrega il tessuto con uno straccet to | pulito bagnato d'acqua. Quando il tessuto è ingiallito per | il soverchio calore del ferro, convie- ne immergerlo subito nell'acqua fred- da e farlo asciugare, ripetendo que- sta operazione finché la macchia sia scomparsa. La biancheria non inamidata va st i rata prima dell'altra, innanzi che sia completamente asciut ta; perchè l'umidità si mantenga e compenetri, conviene tenere la biancheria am- massata tut ta in un gruppo. E ' opportuno cominciare a st irare j la biancheria più semplice: fazzolet- j ti, asciugamani, ecc., e continuare i gradatamente fino a quella inamidata, j Le lenzuola, le tovaglie, i cano- j vacci, gli stracci da cucina, i fazzo- \ letti, si stirano a diritto, piegati in due, secondo la direzione dell'orlo. Le lenzuola e le tovaglie si piegano in otto, tanto nel senso della lun- ghezza, quanto in quello della lar- ghezza. Gli asciugatoi, i fazzoletti, gli strac- ci, si piegano in quattro per la lar- ghezza, in due per la lunghezza, la piegatura si rende più solida con un ultimo colpo di ferro. I tovaglioli, si stirano ¿-rima ai ro- vescio e poi al diritto; si piegano in tre parti, nei senso della lunghez- za, in quattro in quello della larghez- za, badando cne i due vivagni (i lembi lateral i) aliano nell'info' no. Le federe si stirano dalle due par- ti, sì piegano in quattro nel senso della larghezza e in iìue o in tre, in quello della iun^hez.-sB Nella camìcia da aourca si stira prima la parte superiore, poi le ma- niche (se si t rat ta di camicia da notte) ed infine il corpo della cami- cia, dai due lati. Delle flanelle si stirano prima la scollatura, le maniche, poi il davanti e il dorso. Nei grembiuli da ucìna si stira prima la cintura e la fettuccia, poi l'orlo ed il corpo del grembiule. Per st irare la camicia da uomo, se ne piega la parte posteriore in due parti e si dà un leggero colpo d ferro, poi si s t i r anj i polsini e le maniche. Si fermano con uno spillo i solini e si finisce la stiratui-a della parte posteriore della camicia. Se ne stira poi la parte anteriore (senza piegarla in due). Per piegarla, si portano le spalle sul dorso, in modo che i ' manichini vengano a inquadra- re il collo; si ripiega a parte in- feriore sul l a superiore. Se il collo è staccato e inamidato, lo si stira dan- dogli un colpo di ferro a diritto e uno a rovescio fino a che sia confr pletamente asciutto. Se invece la ca- micia è a collo floscio, il collo si st ira subito dopo le maniche. 1 merletti e i ricami in genere sì stirano stesi su di una flanella o un pezzo di lana soffice. Per impedire che divengano lucidi, bisogna sot- trarli al calore diretto del ferro, so- vrapponendovi^ un leggerissimo tes- suto. Naturalmente ogni massaia h a il suo metodo e tanto la stiratura dei- la biancheria, quanto la sua piegatu- ra si imparano più con l'applicazio- ne pratica che con qualsiasi descri- zione La Diancneria non si deve riporre negli armadi appena stirata, ma si deve esporre in un luogo non pol- veroso, ma asciutto e aèreato sinché si raffreddi ed asciughi completa- mente. In seguito si potrà riporla ne: guardaroba, negli armadi, nei casset- toni,' ecc., avvertendo di collocarla in modo che non venga posta subito in uso. Infat ti il giro rotativo della bian- cheria. contribuisce molto alia sua conservazione e durata. E' sopratutto necessario che la massaia ricordi come sia suo dovere non trascurare, nè rimandare le ri- parazioni e le aggiustature necessa. » rie al|a biancheria. Fermare una fettuccia, at taccare un bottone, rifare un occhiello rior diñare una maglia nel merletto, ram- mendare il tessuto, là dove si annun- cia un principio di logorio... sono tu^ti piccoli lavori che, fatti nel mo- mento opportuno, contribuiscono al- l'economia di tempo e • ai danaro. ¡1 simele Élla domerà il più vivace il più variato i i p i ù i l l u s t r a t o s e t t i m a n a l e d ' I t a l i a c e s i a 4 0 c e n t e s i m i

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