LA CUCINA ITALIANA 1937
wwii^sjjyr"-' m Ì2 LA CUCINA ITALIANA 1° Ottobre 1937-XV 2 OTTOBRE XIII Curvo sulla fol la fremente, in atte- sa della sua parola, il Duce gridò, nella memorabi le adunata, al suo po- polo: «Italia proletaria e fascista, Ita- « Ma di Vittorio Veneto e della Rivo- «luzione in piedi!». Milioni di cuori erano in ascolto del comando. Il Duce parlava al suo po- polo. E ogni parola creava legioni vo- tate alla gloria e alla morte, invinci- bili nel suo nome. « Uomini e donne di tutta Italia! ». E tutti furono in piedi, e chiesero, come un privilegio, la grazia di poter servire. Ad uno, ad uno, i giovani se n'anda- rono, cantando, verso il destino se- gnato; e i padri con loro. Nè resta- rono inermi i ragazzi. Insieme alle dunata generale Camicie Nere che sbarcarono per pri- me a Massaua, c 'erano anche loro: i balilla cresciuti nel cl ima di Musso- lini. Qualcuno di questi ragazzi è tor- nato con la medaglia d'argento al va- lor militare, guadagnata sul campo. Ed è contro questo popolo capace di ogni prodigio che una coalizione di 52 Stati decretò l'assedio della fame, i * * * Nel suo discorso del 1° dicembre X IV alle Madri e Vedove dei Caduti, il Duce disse: «... quello che ci rivolta nelle san- zioni, è il loro carattere morale. E' questo aver messo sullo sjesso piano l 'Etiopia e l'Italia, è questo aver coll- ii Duce fra le donne del popolo che Gli mostrano i loro bambini siderato il popolo italiano, il popolo che ha dato tanti contributi alla ci- viltà del mondo, come un oggetto da laboratorio sul quale gli esperti gine- vrini possano compiere impunemente lei loro criuieli esperienze. Anche quando tutto sarà finito, il solco che queste misure hanno tracciato nel no- stro animo rimarrà profondo ». E ancora una volta il Duce, che co- nosce il suo popolo, non invano contò sulla sua disciplina e sul suo spirito di sacrifìcio-. La consegna della resistenza fu sa- cra come un giuramento. Uomini, donne, ragazzi, ognuno fece a gara per essere primo nell'offerta, primo nel sacrificio. I nostri ragazzi furono -magnifici. La raccolta della carta e dei rottami di metallo li ebbe, per lunghi mesi, infaticabili ed entusiasti lavoratori. E' di quell 'epoca l 'offerta dei sol- dati combattenti, i quali, non paghi di of frire alla Patria la loro vita, proponevano di rinunziare alle bran- de « per. i soldati d'Italia sanno dormire anche per terra ». Éd è anche di quell 'epoca il plebi- scito dell 'oro: travolgente e luminoso, come una fiammeggiante offerta di amorè. La .proposta parti da un gruppo di donne del popolo: esse offrivano, ge- nerose e magnifiche, la fede matri- moniale. Dinanzi alla Tomba del Milite Igno- to, le Madri dei Caduti, quelle che hanno più peso di dolore e di gloria, deposero, insieme alla Regina d' Ita- lia, l'ultima cosa cara che era rima- sta alla loro vita mortale: l'anello delle loro nozze, il simbolo della loro giovinezza fiorita, il pegno dell 'amore benedetto, dal quale era nato il figlio votato alla morte e alla gloria. Sulla fronte delle dolorose, splen- deva la luce di una fierezza sovrana. * * # Accanto alle invincibili Legioni del Littorio, si f o rmò d' incanto un'altra schiera non meno gloriosa: quella mo- bilitata per la resistenza e la vittoria. L' ibrida manovra del sof focamento economico trovò il baluardo della fa- miglia italiana, inattaccabile. Dalle sanzioni è sorta una nuova coscienza italiana, e una nuova ricchezza, se- condo la predizione del Duce. Tutto è stato buono al nostro sco- po. Ed abbiamo vinto. E nel nome del Duce vinceremo ancora. FANNY DIN!
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