LA CUCINA ITALIANA 1937

11 possono contribuire a ridurre il con- sumo del carbone, con grande vantag- g io del l 'economia nazionale e di quella privata. Naturalmente bisogna anche veri f icare che la grigl ia sia sempre pulita .togliere le ceneri e i residui che impediscono al calore di di f fon- dersi, etc. Abbonata di Lacco Ameno. — Cara amica, lasci prima che io rivolga un pensierino nostalgico alla sua isola, così bella e così piena di selvaggia poe- sìa Poi, eccomi a lei col problema della conservazione delle castagne. Lei dice che le hanno suggerito di tener- le in una stanza asciutta e ventilata, dopo averle colte con tutto il riccio. E conf essa che ne questo esperimento, nè l 'altro dì tenerle, appena raccolte da terra, in una tina d'acqua, hanno sortito un buon esito. Intanto, bisogne- rebbe vedere con quale sistema Lei ha messo le castagne sott 'acqua. Le ca- stagne debbono essere pulitissime, e cioè senza ricci, e senza terra. L acqua le deve ricoprire del tutto. Ma, soprat- tutto l'acqua va cambiata tutti i gior- ni. Se Lei non ha fatto questo, l 'acqua stessa, stando lì otto o dieci giorni, si è caricata, oltre che dei principi aro- matici della castagna, di germi putre- fat t ivi ' Quando le castagne sono tolte dal tino, dopo 8 o 10 giorni, vanno asciugate con cura, e poi messe in una soffitta asciuttissima e ventilata, e van- no rimosse almeno ogni due giorni. Ma se questo metodo, che è ottimo, non Le desse risultati, provi quest'al- tro- f ac c ia prosciugare sul f uo co un grande recipiente pieno di sabbia. Quando la sabbia è cotta, ne metta uno strato in f ondo al t ino: poi, uno strato di castagne fresche, pulite di ogni immondizia (ma non della buc- cia, naturalmente) poi ancora sabbia e a n c o r a castagne. E così via. In ge- nerale si conservano 5 o 6 mesi. Abb. Siciliana R. 8-8. — Cara ami- c a si abbia pr ima di tutto un caldo ringraziamento per le sue espressio- ni così benevole, che colmano di gioja tutte noi, della Cucina, di null 'altro desiderose che di veder sempre più espandersi nel nostro magni f i co Pae- se questa grande famigl ia delle buone massaje, accomunate nell'ideale del dovere fami l iare. La sua casa sarà certo bellissima, se è abitata fi diretta da una donnina fine e intelligente co me Lei. Non c 'è nulla, effettivamente di più mal inconi co di quei grandi sa Ioni freddi, dove nessuno penetra, d' inverno, senza una specie di com punzione. Verrebbe quasi la vogl ia di camminare in punta di piedi e di parlare sottovoce, ve r o? Ma Lei ha per sua fortuna, l'altra sala antistan te, che penso inondata di sole da! balcone, e più faci le a riscaldarsi. Se fossi in Lei non mi preoccuperei mol to di riempire questa stans» mobili, "tetterei la libreria ella >» rp - te di f ronte al balcone, - l altr j mo bile ; ! HSlr parete di conf l -v col salor.e nell 'altro angolo metterei il divano e poltrone. quasi a tare un •wMtlrv a parte; se la spalliera è alta non c 'è nulla di male, purché la stof fa dia, risolutamente, l ' impressione dell'anti- co, e non ostenti una moderni tà di di- segno che stonerebbe come un ber- rettino da viaggio su un abito da sera. Abol irei le pol troncine di giun- co, che sono più da giardino d' inver- no o da ingresso posteriore, su giardi- no. E metterei i due tavolini, quello da lavoro vicino al balcone, l 'altro (se non è mol to pi cco l o) f ra il canapè e le poltrone, con qualche ninnolo sem- plice ed elegante. Una" colonnina con un vaso di fiori, un gingi l lo qualunque che a Lei, istintivamente elegante, non può mancare, sono più che suffi- cienti, per riempire gli altri vuoti. Creda, bastano dei fiori a fare una stanza piena di calda poesia e di gentilezza. Tendine di tulle, di un co- lorino avana più chiaro della parete, o giallo crema. Quanto ai libri... Lei mi domanda una cosa difficile: difficile a spiegarsi, più che a farsi. Quand'ero giovinetta me li ri legavo anch' io da me. Avevo preso una tavoletta di legno, di 30 o 40 cent, di lato. Ci avevo inchiodato sopra, da una parte, tre asticciuole di legno di due centimetri per due; due di esse stavano ritte, ed erano alte una ventina di centimetri, la terza era larga quanto un lato della tavola, e congiungéva, in alto, le due più cor- te. Pareva, dopo aver inchiodato le tre asticciuole una all'altra, e le due più corte alla tavoletta, una specie di avanscena di un teatrino. Con dei chiodini attaccati alla tavoletta e al- l 'asta più lunga avevo tirato degli spaghi (tre o quattro se il libro da rilegare era di f ormato grande: due soli se il l ibro era pi cco l o) in modo che rimanessero mol to tesi: poi uno ad uno, cuc ivo col refe i vari simi ( fasc i col i) di cui si compone il libro passando il filo intorno ai due spaghi, e ogni vol ta chiudendo il.... circuito al di fuori. Quando tutti i fa- scicoli erano assicurati ai due spaghi, con la doppia cucitura, tagl iavo gli spaghi e avevo così sol idamente assi- curato il di-dentro del libro. Il resto, e cioè pagine bianche, pagine da ri- svolto in carta colorata, cartoncini per la rilegatura esteriore (i due capi dello spago li nascondevo f ra la fac- cia interna del cartoncino, e un fogl io colorato che ci ingommavo sopra) e, finalmente, la costata di tela o di pel- le, era tutta questione di pazienza, di buon gusto, e di.... farina sciolta nel- l 'acqua calda, per avere sempre pron- ta un po' di materia adesiva. Non Le posso dire che fossero dei gioielli di rilegatura, come quelli del Rinasci mento: ma ! miei libri hanno affron- tato tutte le Scuole Normal i, fino alla licenza superiore... E nessuno se ne è lamentato: neanche io. Sempre a sua disposizione, cara amica. Abbonata 1937. •— Esistono infatti dei mobili a trasformazione. Senza pensare » quello di un recentissimo romanzo poliziesco ch'era un letto nascosto nella parete (a un certo pun- to veniva fuori una negra, tirava o pigiava una molla, e dalla guarni- zione del muro precipitava un letto completo, così completo che dentro c'era perfino... un cadavere) tutti i mobilieri moderni possono suggerirLe il modo di utilizzare lo spazio, sem- pre ristretto negli appartamenti mo- derni, con mobili che a un certo mo- mento abbandonino il loro carattere puramente decorat ivo per diventare degli onesti armadi o dei letti invi- tanti al sonno. Se ne fabbr i cano dei bellissimi e originali. Per l 'armadio che le occorre gliene propongo uno che può contenere tutto il fabbi sogno domestico, e cioè il vasel lame nella parte più visibile, la libreria ai lati, il guardaroba nascosto, e, più nascosta ancora, la parte ermet icamente chiu- sa dove conservare la biancheria da dare in bucato. Gina 1,000. — Come vuole che una innocua madre di famigl ia, come sono io, che dello sport conosce soltanto quello che le racconta il figliuolo, pos- sa insegnarle a impiantare un campo di tennis? Le occorreranno operai- specializzati, e materiale ad hoc. Se può spendere, lo facc ia fare in modo da poter utilizzare la piattaforma an- che per altri sports. _ Mina. — Questa gentile e intelligen- te abbonata, che da Firenze si è tra- sferita ad Ancona, mi manda, insieme ad un brioso bozzetto che passo alla Direttrice — « p e r c ompe t enza» — come si dice in stile burocrat i co —, nella speranza che lo pubblichi appe- ne ha un pochino di spazio — anche una ricetta per far ritornare... savia la majonese impazzita. Dunque (e così, oltre al l 'abbonata signorina Mognaschi, possono profit- tare del consigl io le altre abbonate che non lo sapessero) quando la ma- jonese impazzisce, perchè vi si è ver- sato troppo in f ret ta l 'olio o l 'aceto, o per altre ragioni, basta (dice la signo- rina Mognaschi) prendere della mi- dolla di pane, far la inzuppare nell 'a- ceto in modo da farne c ome una pap- pa, e poi gettarci sopra a poco a po- co la majonese mescolando sempre. Ringraz io l ' ami ca gentile... e la pre- go di mandarmi qualche buona ricet- ta marchigiana, di cui prof itteranno tutte le lettrici, con gioia. Vecchia domestica. — Mi ral legro anzitutto con Lei. E se Lei mi mande- rà la sua fotograf ia con qualche noti- zia, la Cucina sarà lieta di dedicare un po' di spazio a lodare le virtù di pazienza di fedel tà e di onestà di una domestica che da venti anni lavora in una famigl ia. Ignoro se dove El la abita vi sia la consuetudine di premiare le vecchie domest iche: a Milano, tutti gli anni si festeggia la fedel tà ancillare, con cerimonie significative e belle. N I NA »

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