LA CUCINA ITALIANA 1937

14 LA CUCIiVA ITALIANA 1° Dicembre 1937-XVT Mamma! che nome semplice e gran- de! Non vi è nè arte nè artista che l'abbia dimenticato, eppure non è sta- to mai fatto abbastanza per esso. La complessità di questa figura smarri- sce e ripensandola non si può che chiudersi in profonda meditazione sod- disfatti di sentire la dolce voce della mamma ripetuta dal cuore e suggeri- ta dall'anima. La mamma è un dono imparziale di Dio elargito ai mortali quale sostegno ed insegnamento nella via della virtù e in quella del sacrificio. Anche un piccolo torto fatto alla madre è il più grande delitto che si possa commet- tere. La vigilia del S. Natale è la giorna- ta che il Duce ha voluto dedicare al- la madre ed al fanciullo certo di pre- parare così ogni famiglia a gioire del- la nascita del Redentore, quando la ricostruzione della grotta di Betlem- me porterà la scritta « Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà ». E quale creatura più volenterosa della madre? Essa affronta il pericolo della mòrte con la nascita del figlio, ma incurante si riannoda in gola l'ur- lo straziante del dolore per poi riscio- glierlo lentamente e cibarsene quale nutrimento d'amore. Madre! E' la fragile donna che ha conquistato un diritto, il più sacro e il più santo della vita e prova una gioia ineffabile, nello stringersi al seno per la prima volta la sua creaturina, e piange. Le lagrime della soddisfazio- ne, cadendo sul pargolo vagente, lo battezzano ai grandi sentimenti della vita. La culla rosa dondola (some i sogni della mammina novella e il bimbo ri- posa. Ma domani... oh! il domani! Il rosa sbiadisce ai raggi vivi della realtà e incominciano i dubbi tormen- tosi dell'avvenire. — Che ne sarà di questo tìglio? Avrà fortuna? Sarà un trionfo o una sconfitta la sua vi ta? Tormento che logora la madre, che l'assilla, che la martirizza spietata- mente. Il bimbo non attentle volentieri ai doveri di scuola e potrebbe prendere cattiva piega. Ec co la madre che si improvvisa maestra e suggerisce, con- siglia, indirizza. Con gli anni l'orizzonte del figlio si è ampliato, e incomincia a vedere un amore al di là di quello materno e gli sembra più grande e... va. Ogni mamma soffre a questo abban- dono del figlio ma è la sua via, e lo lascia pur sapendo verso quali inco- gnite si avvìi: l 'amore è cieco come la fortuna. Poi sarà soldato. Il sentimento della patria lo infiamma e non gli par vero di poter indossare le stellette e dor- mire nel pagliericcio. E se il Duce lo vuole eccolo pronto per la guerra. La madre lo attende rassegnata. La madre italiana di ogni tempo, e maggiormente oggi, ha saputo e sa misurare la sua responsabilità ed of- fre spontaneamente il suo figliuolo per La Mamma è un dono imparziale di Dio la difesa dei sacri confini, e per la conquista delle maggiori fortune delia patria. Se non torna avrà sul petto i segni del valore e in essi ritroverà il figliuo- lo sacrificato. Il cipresso e l'alloro sa- ranno il conforto della madre sempre salda anche se il tempo ed il dolore avranno lasciato sul suo viso la loro traccia profonda. Ma se il figlio torna la madre è lì, sull'uscio ad aspettarlo, come se dal giorno della partenza, non si fosse più mossa e il braccio teso nel saluto di gioia sia ancora quello doloroso del ¡'addio. Il reduce la stringe sul petto e nel- l'ansito del cuore della madre ricono- sce il più grande inno alla vittoria e accetta il bacio sulla fronte in nome della patria. La vita tornerà tx-anquilla dopo qualche giorno e riallacciate le rela- zioni d'amore il giovane sposa. La mamma instancabile lo vigila ancora. E' pronta a tutto la mammina, anche a riprendere la culla rosa, quella stes- sa di suo figlio, per cullarvi con amo- re il primo nipotino. Ninnananna, nin- nananna.... la voce è roca e incerta e la vecchia stanca dorme con il cucito f ra le mani. La testa candida si china verso la culla: è un tramonto e un'au- rora della vita che stanno per toc- carsi come gli estremi di tutte le cose. Il figlio e la nuora, intanto, sono vigili custodi di quei dubbi tormentosi che la vecchia non h a più e riposa vegliata dallo , stesso Angelo del bam- bino. Ma il figlio ed il nipote penseranno così: — Mamma, è la prima parola che il bambino balbetta nella culla, è l'ul- timo che il vegliardo ripete sul letto di morte; è l ' invocazione istintiva nel- l 'attimo del pericolo, l 'ombra che con- forta nel grande dolore. Mamma è la parola più semplice del nostro lin- guaggio e sembra creata apposta con tutte gambette per agevolarne il cam- mino nelle vie dello spirito e in quelle della parola. Può la mente umana calcolare la differenza dell 'amore terreno e quello divino solo se avrà profondamente in- teso quello della madre. Il migliore fiore che ogni figlio pos- sa deporre sulla tomba della propria genitrice, è una sincera lagrima di riconoscenza perchè ogni madre è una eroina sconosciuta. Testo e disegno di FILIBERTO GALEOTTI £ P I L L O L E , 5 . F Q 5 C R 2 j a d E L m a v u N n W i 4 O d E L PIOVANO 0» 020 »tini sono LI purcuite msuperìbìu antiemorroioali TONICHE pISESTIVE Un aslUccino di 6 pflole l [ 0 , 7 0 Richiederlo alle Farmacie loca» Uno scatola di 5 O pillai» L , 3 , 5 0 presso ogni Éroporianfe Farmacia o inviando vaglio di ! . . . a f l f t FARMACI A PIOMC VENEZf A S . F 0 S ( A

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