LA CUCINA ITALIANA 1937

1 ° Marzo 1937-XV Xi A CUCINA ITALIANA ZT LASC I AMO FARE A LUISA Tè intim. o.. ma nno troppo fine color mordoré, con una sobria guernizione in penne di fagiano, e con un berret to a magl ia, con due paia di guant i, uno di cinghiale, uno foderato di pelo... Pe r i l tennis, la gonna più elegante è sempre quel la pi eghet tata in lana leggera o in tela di seta, non troppo aderente. La blusa, il blusone, il magl ione, il gol f, il berret to di ul t imissima moda, po- t ranno essere sempre f a t ti a f er ri da te, che lavori benino. Il giaccone di lana bianca, da indossare finita la part i ta, ce l 'hai e potrai adoperarlo anche se al tre inalberanno colori vi- stosi, come il pavese delle nostre navi... 15 cosi, per il rajmo sport ivo, ab- bi amo deciso il da farsi. .. e adesso, prendiamo questi campioni, studia- mone l 'altezza e il prezzo, studiamo i f igurini e andiamo dal sarto... — e dal calzolaio. Mimma Rossi mi ha indicato quel lo elegante dì via Piave. .. — ohe domanda cet tot tanta l i re al paio, su mi sura. Non te lo consigl io, cara. Anz i tut to t u hai un piede re- golarissimo, di numero 36 o 37, e non è quindi, indispefosabile, f a r t i f a re au mi sura tut te le scarpe del tuo conredo. Bas t e rà quel le per v i agg io e per pomerìggio, con cui dovrai camminare parecchio. Quel le da se- ra nere, quel le da sera d'oro o d'ar- gento, potranno ' essère comperate belle e fat te, elegant i, cuci te a ma- no, ma di prezzo mol to inferiore. — D' oro e d ' argento? Ma adesso vanno eguali ai vestiti... — Si e servono per un solo vesti- to... No, Giuspa; siccome è di mo- da il laminato, siccome in tut te le .stoffe da sera vi è del l 'oro o del l 'ar- gento, tu compererai un paio di scarpet te dorate ed uno di argento, che, insieme al le scarpe di se ta bian- c a relat ive al vest i to da sposa, for- meranno il tuo corredo da sera ele- gante nel r amo calzature. Scegl ierai f o rme mol to sempl ici, che potranno andare parecchio tempo, maga ri con l ' aggiunta dì una piccola fibbia, di un nodino, di un bottone di strass. E, in quanto a scarpe su misura, ricordi il bravo calzolaio del la cit- tadina dove abi tava papà? Eg l i ti ha fat to la f o rma esat ta del tuo piede; scr ivigli di mandarci un cam- pione del le pelli e dei model li e or- dina là quel lo che t i serve; un paio di scarpe buone da pomeriggio, nere, e due ohe scegl ierai quando avre- mo stabi l i to i l oalore del vest i to da viaggio e di un al tro. Real i zzerai una grande economia... di cui c'è bi- sogno, da to ohe adeaao tut to costa coro. Va bene? — Va sempre bene, Matilde, quel- lo ohe mi contigui mtjmA MOBOZZO Pffil.LA BOCCA Luisa attènde la prima visita «uf- ficiale » del suo fidanzato. Luisa ha vent'anni, un bel corpo, una bella testina, un gusto squisito e due mani portentose che la mamma chiama « manine d'oro ». Infatti: tan- te piccole e utili cose sa fare Luisa. Suona, canta, dipinge, ricama e fra tante cose artistiche non disdegna, anzi lei dice che... « adora » la cucina Una volta, confidandosi con una sua amica le disse: — Se un giorno dovrò sposarmi, vorrò il mio « lui » un po' goloso... — Le sue amiche la invidiavano, mà non volevano imitarla, certe perchè non sapevano e certe altre giusto per darsi le arie di donne evolute. Invece Mario Altieri, fidanzato di Luisa, tra le virtù modeste ma pre- ziose della ragazza, preferiva, forse, quella del saper essere oculata ed ele- gante massaietta. Quel giorno appunto, Mario Altieri con sua madre e Dina sua sorella, sarebbe andato a prendere il tè in casa della sua Luisa. La ragazza era tutta raggiante di felicità. Anche il babbo, grazie al sa- bato fascista, sarebbe tornato presto dal Ministero, sicché la famiglia sa- rebbe stata ai completo. Alle 11 precise tutto era pronto per ricevere gli ospiti attesi, che giunse- ro puntual issimi. Luisa indossava un abitino di lana viola, semplicissimo, aderente, a tar glio diritto: una bella cinta alta In antilope pur essa viola e un pizzo ocra appena affacciatesi dalla stret- ta scollatura. Le scarpette scollate, a tacco alto, in antilope viola, come la cinta. Luisa aveva l'ossessione del colore: ricordava di aver letto in molti trat- tati di eleganza che una signora, è tale, se osserva non troppo l'eleganza, quanto la distinzione. Sicché alla sua eleganza innata, la ragazza, d'accor- do con la sua buona mamvi,, aveva imparato ad aggiungere quella sim- paticissima nota di distimaion». Appena suonano alla porta Luisa corre incontro agli Altieri affettuosa e gentile." Saluta prima la signora, poi Dina e in ultimo Mario e accompagna gli ospiti in salotto dove attendono babbo e mamma. Dopo un po' di tem- po la cameriera annuncia che il tè è servito e Luisa, seduta tra Mario e Dina dice, sempre in sorriso : — Vogliamo prendere una tazza di tèf Sif — prendendo Dina per ma- no, continua —- Allora andiamo, pre- go... — Aveva pensato al modo come invi- tarli a passare nella stanza da pran- zo. Se. avesse invitato mammà, avreb- be detto: « pregò si accomodino », ma spettava a lei fare gli onori di casa e quel « vogliono gradire, favoriscano, s'accomodino » le sembrava scostante, stereotipato, estraneo, mentre lei do- veva farli sentire in famiglia, i suoi ospiti. La stanza da pranzo ha nel centro la tavola solita, e in più in un angolo un grazioso piccolo tavolino. Su quel tavolino, mamma e Luisa avevano ac- comodato un fascio di garofani rosa con molto capelvenere e asparagina, mentre sulla tavola centrale, posati sulla tovaglia, occhieggiano tra le tazze e i piccoli vassoi, ciuffettini di capelvenere con un sol garofano rosa. Quel verde e quel rosa armonizzano con la tovaglia lavorata da Luisa, con le tazze, dipinte da Luisa. La tovaglia, appena coprente 0 pia- no della tavola, è in tela bisso; ad ogni angolo c'è ricamato un cerchio in punto pieno, verde giada (come il capelvenere) con una coronella a zig- zag di piccolissime rose canine rica- mate in pieno con un filo di seta lava- bile rosa, molto lucido. Le salviettine portano a un angolo lo stesso ricamo, rimpicciolito. Le tazze? In maiolica verde giada, trapunto di roselline rosa. Quasi un poema... ed economico, poi! Senza dire che una tovaglia come quella «1 adatta con qualsiasi servizio di tazze in porcellana bianca e rosa, bianca e verde, o tutta bianca, con un filetto verde. Per un servizio in porcellana di Ro- senthal, pur avendo lo stesso ricamo, la tovaglia potrà essere in organdis con un trasparente in felpa verde gia- da' o rosa e i semini delle rose canine invece che a nodetti giallo oro, a no- dettt di un ottimo filo d'argento. Ma questa bellezza sarebbe per un tè di importanza: una signora elegan- te, un signore dì molto riguardo. WJ/Wt (CouiittUAÌ.

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