LA CUCINA ITALIANA 1938
6 LA CUCINA ITALIANA CONSIGLI A ROSETTA Lo zio del Chianti è ricorso al tele- fono per rendere meno assoluta la distanza che: lo separa dai nipoti e dal bismipotino. Quindi, impianto te- lefonico nell'eremo del Grevi g-lia.no , impianto in casa di Rosetta, e telefo- nate... a lungo metraggio. Tutto a spese dello zio, si capisce. Miracoli dell'affetto! L'uomo che, fino a poco tempo ad- dietro j ha osservato una regola di economia così stretta da confinare con l'avarizia; che si è sempre ne- gato tutte quelle piccole soddisfazio- ni, tutti quei piccoli agi che rendono meno monotona l'esistenza, è stato preso, all'improvviso, da un fervore megalomane che lo spinge, quasi quo- tidianamente, all'apparecchio telefo- nico. La spesa, poca o molta che sia, per lui non ha importanza. Quello che conta è che, negli ultimi anni del- la sua vita, gli sia concesso di ascol- tare, attraversoe lo spazio, più spes- so che sia possibile, la voce dei suoi cari lontani. La prima volta che il campanello del telefono trillò in casa dei miei vicini, fu un avvenimento. Cochì sì precipitò all'apparecchio: — Zio. Zio caro! Siete voi? Dall'altro capo del filo una voce, un po' tremula rispondeva, esprimendo una soddisfazione gioconda, un con- tento quasi ingenuo, ma pieno e co- municativo. Dopo Cochì parlò Rosetta, parlai io per domandare — nostalgia della campagna! — notizie del grano. In ultimo vibrò nel microfono l'esile vo- ce di Folco. Da quella mattina le te- lefonate si sono ripetute, sempre af- fettuose e confortanti, quasi quoti- dianamente, e Folco vi ha sempre partecipato. Il pupo si comporta, al telefono, come un ometto. Ripete gioiosamente quello che la mamma gli suggerisce e vi aggiùnge le parole nelle quali si traducono i moti del suo innocente cuoricino: pro- mette allo zio di essere buono, di vo- lergli tanto bene e gl'invia tanti ba- cini. Ed io immagino il sorriso esta- tico' che illumina il volto rugoso del vegliardo mentre ascolta, con un sen- so di beatitudine mistica, quelle pro- teste di affetto infantile. Caro Piccolino- Lo zio gli promette di mandargli per Pasqua — povero zio costretto a trascorrere in solitu- dine la solennità più luminosa del- l'anno! — tante belle cose. Una torta grossa grossa.... Folco sgrana gli occhi. — E una caprettina bianca, viva: un amore di bestiola < che un giorno gli farà dei bei caprettini e gli darà tanto latte. La promessa dì questo dono singo- lare ha entusiasmato Rosetta, ma ha lasciato Cochì perplesso. — Mi domando dove la terremo, quella bestia! — mi diceva stamani. — Sarebbe bene che lo zio mutasse pensiero. Rosetta gli ha dato sulla voce. Lei ad avere una bella caprina bianca, che un giorno le darà il latte per tutta la famiglia, ci tiene. Se fosse sola, si sgomenterebbe. Ma c'è l'As- sunta che è' stata sempre dietro alle pecore e sa certo come deve essere tenuta e governata una capra. L'Assunta ride. Altro se lo sa! La Signora può fidarsi di lei. — A dormire — riprende Rosetta — in qualche posto la metteremo-. Si può fare un'aggiunta al pallaio... Ed eccoci tutti in giardino a stu- diare la situazione. Il progetto di Ro- setta mi sembra attuabile. Tra il pollaio ed il muro di cinta c'è un an- golino dove, con poca spesa, si può fare una stallina piccina picciò. Ma la capretta bianca ci starà a mera- viglia. Venga dunque la gradita ospite a tener compagnia alle galline ed' ai conigli che prosperano nei loro re- parti (queste informazioni interessa- no « Massaina bruna 22 - Mare ) gra- zie alle cure, delle quali sono oggetto. Anche l'orto, nel tepore della prima- vera, prospera. - Se ne occupa un vec- chietto di poche pretese, ma che sa il fatto suo. Basta riempirgli il bic- chiere e la pipa per infondergli una energia giova.nile. Quest'anno abbiamo avuto dei Ca- voli superbi, e spinaci e bietole e in- salate sufficienti al consumo della nostra tavola. Ora i piselli sono già seminati, il terreno per i pomodori è uronto, le prode zappate e sarchiate attendono le altre semente e pian- tagioni. Rosetta che dirige ancora i lavori con lo spirito d'iniziativa con- sueto, sorveglia l'opera del vecchiet- to, girellando con passo un po' stan- co, per i vialetti ben tenuti, o stando seduta nell'angolo più soleggiato del- l'orto, dove tre vegete piante di vio- laciocche doppie esalano un profumo delicato e una giovane mimosa sfog- gia l'oro della sua lussoreggiante fio- ritura. Sono gli stessi fiori modesti che Creta Garbo coglieva nell'ermetico in- canto di Ravello, mentre interpreta- va il film senza regista che non po- tremo mai ammirare sullo schermo. E questo non è un cruccio lieve per i tifosi dell'arte della grande Greta: ai quali resta però la consolazione di sapere che l'innamorata diva, nel suo soggiorno a Ravello, ha fatto onore, come qualsiasi umile mortale, all'in- salata e ai vermicelli alla napole- tana. Qui manca la cornice fantasmago- rica, su cui si profilavano a Ravello, le mimose e le violaciocche care al- l'astro più fulgido del cielo di Hol- lywood. Qui non ci sono che pochi metri quadri di terreno t un meschino orti- cello a cui due massaie autentiche e un annoso lavoratore cercano di strappare tutto il frutto che esso può rendere. E invece di una diva indos- sante abiti bizzarri, strano connubio di foggie maschili e femminili, c'è una donnina semplice che sopporta coraggiosamente il disagio fisico del- la gravidanza inoltrata: una dolce mammina che attende con trepida, soavissima ansia, l'ora -in cui potrà stringersi al seno la creaturina che palpita nel suo grembo e di comin- ciare ad interpretare anòhe per essa quel divino film senza regista che è la maternità. Fr ida FRATELLI FINOCCHI Co r so v i t r Emanue le 4 0 - 4 4 Graend veandit st raordinar ia! ! ! Servizi da Tavola in Porcel lana 20 MAGINIFIC DIFFERENT I D E COR I ! ! ! SCONTO ECCEZIONALE /5°!o f ino al IO Ap r i le APPROFITTATE ! ! !
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