LA CUCINA ITALIANA 1938
MAGGIO 1838-XVI XiA CUCINA ITALIANA 31 \3imno- LE A V V E N T U RE di casa Scorpacciate Ho l 'onore di presentarvi la fami- glia Scorpacciate, composta del si- gnor Asdrubale, adipos 0 e bonario appassionato cultore della caccia e della pesca; di sua mogl ie Gioconda — di nome e di fatto — e di Ninet- ta, una paffuta e impertinente bam- bina. La signora Gioconda è un'abile cuoca, che dedica alla cuc ina il mi gliore di se stessa. D'altronde il gran- de punto di contatto dei due coniu- gi sta proprio nel comune sviscera- to amore per i buoni piatti e per • i vini vecchi. Ragi one per cui entrambi sono f lo- ridi e prosperosi; l 'unica malattia che rappresenta per essi un grave peri- colo è la gelosità. Ma tant 'è: megl io non pensarci. « Per questi pochi giorni che si vi- ve!... » — dicono i due maturi sposi facendosi vicendevolmente l 'occhietto. Asdrubale Scorpacciate rientrando si sente investito, da un pro fumo ir- resistibile ed istintivamente fa il ten- tativo di entrare in cucina per dare un'ochiata. Inutile: dei resto lo sa. Gioconda non intende vedere nessu- no mentre ella si dedica alla diffi- cile arte culinaria. Nessuno: un uomo poi! La canti- na potrà essere adatta per lui, ma non certo i fornelli. Quindi megl io non provarci neppure. Asdrubale si sdraia sul divano del- la sala da pranzo e tenta leggere il giornale. Ma ci vuol altro! Che cosa possono importargli le cronache po- litiche, giudiziarie e sportive,, quando i l . pro fumo dalla cuc ina si fa sem- pre più acuto e l 'acquolina in bocca aumenta senza remissione? Finalmente Gioconda porta india- vola la profumatissima pietanza che f a esultare oltremisura l ' impaziente signor Asdrubale, adiposo e bonario. Egli assaggia e subito sorride, vol- gendo gli occhi ai soffitto in segno di beatitudine. Gioconda comprende di potere an- noverare un'altra vittoria e con tono emozionato inizia .— com'è sua abi- tudine — la descrizione del piatto del giorno, descrizione che Asdrubale ascolta rapito c ome se la mogl ie gli parlasse d'amore. — E' una pietanza modesta e fac i -, lissima questa. Non so chi possa di- re di non saperla fare. Ascolta. Ho preso un conigl io e l 'ho taglia- to in tanti, pezzi che ho poi dovuta- mente spolverati di sale e di pepe. In seguito li ho fatti « saltare » al burro (circa 60 grammi) aggiungen dovi le. comuni erbe profumate e due spicchi d'aglio. Quando i pezzi di co- niglio si sono rosolati bene, ho s giunto due cipolle finemente tritate e quattro pomodori pelati e tagliati. Mantenendo umido con un bicchiere di brodo — versato gradatamente ho lasciato cuocere a fuoco lento per circa un'ora. Ed eccoti servito!... — dice la si- gnora Gioconda concludendo la sa- piente descrizione, fatta con tono maestoso e trionfante, mentre il si- gnor Asdrubale, con aria di inten- ditore, assapora lentamente la pie- tanza. —• E per me? — incalza Ninetta —• che cos'hai preparato? Il coni- glio, va bene! Ma io aspetto le cose dolci. La signora Gioconda è imperma- l i t a : " ' ' " ' " ' ' Ìr~ P e r te -*= signorina, non ho prepa- rato nulla. Si è mai visto tanta imi pertinenza e tanta golosità!' Ninetta la sa lunga. Adocchia in cucina e lancia acuti strilli di gioia: — C'è! C'è! C'è! — Che cosa?' — interviene Asdru- bale sprizzando anch'egli avidità da- gli occhi. La spiegazione tocca naturalmente alla signora Gioconda, che pur ap- pagando l ' impazienza di' Ninetta continua a godersi il suo squisito co- niglio al pomodoro. — Ho preso mezzo chilo di marro- ni — dice con voce dolce e carezze- vole — e li ho sbucciati; per togl ie- re la seconda pellicola li ho gettati nell 'acqua bollente. Li ho in seguito messi a cuocere in uno sciroppo Ot- tenuto con due bicchieri di acqua e 50 grammi di zucchero e vaniglia. Quando i marroni furono cotti li tol- si dal liquido e li schiacciai. Intan- to aggiunsi allo sciroppo altri 100 grammi di zucchero in modo da ren- derlo dens 0 e ad esso unii la purea di castagne, 100 grammi di burro fi- nissimo e un cucchiaio di ruhm: ho mescolato il tutto fortemente ed ho lasciato raf freddare. Pr ima di servire ho ornato il piat^ to con. della panna montata, E' tutto qui!... — dice piegando il capo con un - tonò.' Sommesso che > sa di falsa modestia lontano . un miglio. Ninetta più che ascoltare, divora e a stento ritrova la parola per ri- spondere alla oziosa domanda della madre: « T i p i ac e ? », La signora Gioconda e il signor A- sdrubaie si guardano soddisfatti e paiono voler di r e ammi ccando alla figliola:: \ « Ninetta farà anch'essa onore al nome di famigl ia; è una vera Scor- pacciate: non v'è alcun dubbio! ». PIA MORETTI IN VENADIT PREOSS I MIGLI IOR NEGOZ I ANT I . RtRCEH:/,A. ADOLFO PtLl lNIHIUNO v, .mARE. ,mn)K
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