LA CUCINA ITALIANA 1938

1° Luglio 1938-XVl / vvvviwvywwvvvvvw ^ LA CUCINA ITALIANA esempio, sto a Milano (ma in questo momento sono a Viareggio) la signora Marcoaldi sta a Roma (ma andrà certo a riposarsi a Capri o sull'Adriatico) la signora Simonetta sta a Mi' lano (in teoria, perchè ha fatto recentemente un viaggio in Patagonia e ora si accinge ad andare nei mari d'oriente) la nostra condirettrice è in attesa di partire per l 'Africa Orientale: viaggio di studi, pellegrinaggio di fede, d'una valorosa scrittrice e giornalista, che vuol visitare l 'Im- pero. Non parliamo del direttore, che non si sa mai dove si trovi, precisamente, e che è certo il miglior cliente della spettabile Compa- gnie Générale des Wagons Lits._ La titolare della rubrica della 'moda è da vari mesi in Sviz- zera. Il cav. uff. Pettini, fiorentino di Roma, taglierà certo la corda, quest'agosto. Non c'è che la nostra cara Frida, che pare non abbia grandi smanie migratorie, quest'anno. Ora, se le abbonate non si decidono una buona volta a comprendere che la posta va indirizzata im- personalmente alla « Cucina Italiana », magari scrivendo, sulla busta, l'indicazione « Per la ru- brica X. .. », ma si ostinano a scrivere perso- nalmente a Tizio e a Cajo, c'è sempre il peri- colo che le loro lettere vadano a Viareggio, ri- tornino un momentino ad Addis Abeba, in- seguano la destinataria altrove e... non arrivino in tempo per il fascicolo successivo. Alla dire- zione della Cucina Italiana, una persona che conosce i nostri domicili, ed- è al giorno dei nostri spostamenti stagionali, è adibita allo smi- stamento della corrispondenza: essa sa insom- ma quale è il ìriodo migliore per farci avere, sicuramente, il nostro corriere. Indirizzate dun- que alla Cucina Italiana, che Iddio vi benedica, o amiche abbonate, e se no... non vi lamentate dei ritardi. Per quel che riguarda la camera, sta benis- sima quel che mi dite, o abbonata di Firenze. Anche il celaste va bene per la tappezzeria, magari con qualche accenno all'oro delle cor- nici. Ci sono dei broccati (a Firenze ne trovate certo di bellissimi a buone condizioni) che voi potrete intonare benone. La coperta la farei di colore più cupo, una tonalità più forte del bleu. Lasciate stare i ricami: la camera, anche se in stile antico, può far a meno delle cian- frusaglie di un tempo. Tendine crema chiare, o bianche, di seta. Non metterei lo stemma, a capo del letto: è v.n' ostentazione. Se uno di voi due è nobile, l'altro certamente lo sa: non "è la camera da letto il nido dell'afriore, il nido della vostra felicità futura? Mettete invece la immagine sacra : quella che mi dite va be- nissimo. E possa Essa vigilare sul vostro affetto, benedire i figli che verranno! Tutti i miei au- guri, cara fiorentina ! MARIA DI NAPOLI. — Scusate il ritardo. An- che questa vostra lettera ha girato un po'. E gra- zie dei saluti che manderete a vostra sorella per me, ricordandole l'antica compagna di scuola. Per la manifestazione napoletana, non so cóme sia avvenuto che non avete ricevuto i giornali in- viati dalla Direzione. Le fotografie, se non ar- rivano in tempo per questo numero, andranno nel prossimo. Ma mandatele. Cordialità. ALESSANDRINA FABBRI (Ellero). — Grazie per le ricette. Sono veramente interessanti. Le passo subito. RITA DI VERONA. — Ecco un'abbonata che mi scuserà se ho tardato a risponderle: essa stes- sa comincia la sua lettera osservando che non mi ha scritto prima, nonostante la voglia antica, perchè « i giorni e i mesi incalzano talmente ve- loci che non si arriva mai a tutto ». A chi lo dice ! Comincerò a rispondere di fondo : quando persone, provenienti di fuori, sono accolte in una casa, sia pure per poche ore o per pochi minuti, e vi ricevono cordiale ospitalità, sono codeste persone quelle che debbono, almeno, ringraziare e salutar da lontano. La vita mo- derna ha abolito molti convenzionai isfri'i : ma, insomma, sono quelli ripartiti che devono salu- tare quelli rimasti. Secondo: L'amica che viene spesso a pranzo, e porta fiori o dolci, deve essere in confidenza, perchè: a) porta i fiori o i dolci con sè; b) viene spesso a pranzo. E allora non c'è niente di male a mettere in tavola i dolci portati dall'amica, e dar anzi ad essa la sensazione che sono pre- feriti a quelli fatti per la circostanza, dalla padrona di casa. Terzo: Vedo, di qui, la tovaglia dai grossi ri- cami su cui i bicchieri vacillano. E vedo tutto il .resto: compresa la spaventosa differenza di gusti e d'i mentalità che c'è fra una mamma ancor gióvane, e le sue creature. Quei mobili, quelle biancherie dai ricami complicati, quelle Una busta per camicia da notte ingenue inscrizioni di buon appetito, per la mamma si riattaccano al passato, all'infanzia, alla dolcezza dei ricordi fa'm'iliari. E' tutto il pro- fumo delle cose che furono, nobilitate dalla te- nerezza e dal rimpianto, circonfuse della poesia di che rivestiamo ogni episodio, ogni momento, della . vita anteacta. Per i ragazzi quella roba non significa nulla, anzi, peggio che nulla: essi non sanno. Nean- che noi, del resto, comprendevamo i nostri avi: e forse siamo apparse, ai nostri genitori, come estraniate alla dolcezza della religione che essi avevano delle « rimembranze ». E ora, poi, che tutto è così cambiato, così razionale, così sem- plice ! E' naturale che i nostri figli sorridano di quei ricami. Ma conservarli bisogna: io fa- rei, con le tre salviette di tela finissima, citile buste da camicia da notte: è un oggetto che il pigiama non è, riuscito a detronizzare. E della tovaglia, un pannello per la sala da pranzo. Non c'è, mi , pare, altro modo di ' utilizzarla. Tante cose cordiali. ANGELINA (Napoli). — Prima di tutto tante grazie per i tre indirizzi. E grazie per le -i- cette che promettete, e saranno certo utilis- sime. Ora parliamo del vostro stomaco. Non ci ma non dovete esagerare nella semplicità. Un pochino di sugo di pomodoro fresco, gettato su una pasta asciutta cotta al punto giusto, non vi farà che bene, eccitando, col suo profumo e la sua apparenza, i movimenti peristaltici del vostro stomaco intorpidito. Così, per -molti altri cibi - appetitosi. Mangiate quello che vi sentite di mangiare: solo mangiate lentamente, masti- cando adagio adagio, anche se il cibo fosse molto cotto e già ridotto a poltiglia dal fuoco. Prima di tutto otterrete che la prima digestione, quella che si fa nella bocca, sarà di grande vantaggio alla seconda, la quale così vi costerà minori sofferenze. Poi, mangerete di meno, ottenendo più presto il senso della sazietà : ma non avre- te disgusto, nè dolori successivi. Aiutatevi, se volete, con qualche cartina di pepsina, che certo il vostro ^medico vi avrà ordinato. Dopo il pa- sto, non vi mettete subito a faticare, ma, se vi è possibile, restate un quarto d'ora o venti minuti immobile, colle gambe distese, senza dor- mire. Se avete anche sensazione di gonfiore, prendete un po' di Carbone di Belloc, o di Magnesia usta. COLOMBA (Luras). — Faremo correggere quel cognome. Scriveremo alla nostra collaboratrice per la moda — che è in questo momento a To- rino — per- pregarla di inserire qualche consi- glio anche .a proposito di lavori di maglieria. E vedremo di accontentarvi anche per il resto, un po' in qua. Contenta? Conservateci la vo- stra simpatia, e vedete di procurarci qualche altra abbonata. Tanti cari saluti. IDA G. (Milano). — Avevo scritto a due nostre abbonate liguri, generalmente bene informate in fatto di specialità della regione, ma nessuna mi ha saputo dire come, si fa il dolce « sacripanti- na » che voi desiderate. Mi è dunque necev sario rivolgermi pubblicamente alle lettrici. Olè Olè! Qui si domandano notizie del dolce « Sa- cripantina ». Connotati: forma rotonda, color pa- glierino, consistenza piuttosto molle, impasto o- mogeneo. Segni particolari : è cosparso di una leggiera infarinatura di^ biscotto,. o di mandorle finern'ente triturate. Sapore: ottimo. C'è nessu- no che sa darmene notizia, per questa, nostra cara Ida milanése, e... per tutte noi? MARIA (Bologna). — Lo so: di questa stagio- ne, le macchie d'erba, sui vestiti, dopo 1 una gita Un grande giornale di varietà è m t i i l l i i l ' M l l A -MMBÉCà:''.- D I R E T T O ; DA A T H O S G A S T O N E B A H T I Pubblica, in o&ni numero, l e opere migliori dei migliori scrittori italiani viventi: novelle, commedie, corrispondenze da ogni parte della terra sugli avvenimenti più strani e più sensazionali, drammatici epi- sodi di spionàggio internazionale, articoli di scienza popolare, articoli di storia, e poi rubriche di varietà, d'umorismo, di moda, di grafolo- già,, di enigmistica, di cucina. Disegni dei più grandi pittori. Fotogra- fie delle cose più stravaganti o importanti che avvengono nel mondo intero. Abbonamento annuo L. 18. Cumulativo con la CUCINA ITALIANA L. 22. È aperto da . oggi, a favore delle abbonate della CUCINA ITA- LIANA, un abbonamento straordinario fino alla fine dell'anno al GIORNALE DELLA DOMENICA per L. 8 sole (Numeri di saggio gratis a richiesta). Dirigere vaglia all'Amministrazione del GIORNALE DELLA DO- MENICA, Via Cassiodoro, 15, ROMA. voleva un grande clinico per diagnosticare come derivanti da « dispepsia » e atonia gastrica i disturbi di cui soffrite. In generale, molte ma- dri di famiglia, se non hanno una domestica, finiscono sempre per mangiare in fretta e male. Bisogna comprare il cibo, poi prepararlo, poi cuocerlo, poi servirlo a tavola... E sempre la massaia mangia la minestra fredda, quando gli altri sono già alle frutta... E' questo uno dei tanti sacrifici che la donna deve saper com- piere con volto sereno. Non credo che a man- giar sempre pastina al burro e latticini o carne bianca bollita voi migliorerete le condizioni del vostro stomaco. A lungo andare, la Monotonia ingenererà la noja. Dovete cercare di evitare i sughi gravi, densi di grassi (che sono di dif- ficile digestione) e di spezie che sono irritanti : dom'enicale, sono frequentissime. Ma Voi non mi dite che razza di stoffa sia, quella macchiata: e io non posso darvi che dei consigli generici. In generale, le macchie verdi dell'erba tenera se ne vanno con l'acqua caldissima. Se sono piccole, e se la parte macchiata è di tela ring. Ghersi, nel suo Manuale consiglia di la- scarvi cader sopra delle goccie di sego fuso, mettendo poi la tela nella liscivia, che aspor- terà sego e macchia (questo trattamento è buono anche per macchie di inchiostro). Se la stoffa è delicata provate con alcool. Se resistente e a tinte solide, provate una solu- zione di carbonato di soda. Grazie per i due nuovi abbonamenti, Nina

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