LA CUCINA ITALIANA 1938

1° Luglio 1938-XVI iwvwvwvwvwvvwvvvwvivvwvvww\MWAmiwvwvvvvvvvuvvvwvm Pag. 11 - LA CUCINA ITALIANA La COCIMá ITALIANA ha trasferito i suoi uffici in V I A C A S S I O D O RO 15 - R O MA TELEF. 360 . 935 Le pastasceiutt e.. la "linea, , Non sono medico e n^n glie lo saprei dire. Sóli cose delicate. Le pastasciutte la fanno ingrassare? Non le mangi. Il riso la farebbe in- grassare più delle pastasciutte? Rinun- zi al riso. Ma non domandi a me, si- gnora, se le convenga abolire l'uno e le altre. Il problema riguarda il suo medico e la sua linea, dato che le cau- se siali quelle. Io posso soltanto assicurarla, signo- ra, che vi son medici di mia conoscen- za per i quali le pastasciutte sono fon- dami en'tali. Ingrassano? Uno di loro, mangiatore formidabile di maccheroni, comincia ora, dopo più di trent'dnni di cura intensiva, a metter su la pan- cetta. Un altro che mangia soltanto ver- micelli al pomodoro o alle vongole, carne alla pizzaiola con molti capperi, formaggi fermentati e fruita due volte al giorno, sempre, da un anno all'al- tro, o alterna, se mai, le paste di Tor- re Annunziata con quella casareccio, nome generico che comprende, per lui, ogni sorta di pasta o... di gustosi pa- sticci, dai ravioli alla lasagne stratifi- cate, dai maccheroni ai topini, ai tor- telli, e, nell'inverno, alle pizzaiole il maiale o la caccia che sconsiglia in mo- do assoluto a tutti i suoi ammalati, sperando, chissà!, d'influir sul merca- to, costui, dicevo, senza essere magro stecchito, è piuttosto asciutto. E si la- gna, se mai, di bruciori di stomaco. È il meno evidentemente che possa avere, Non son medico, dunque, signora, ne potrei darle con sicura coscienza i sug- gerimenti ch'essa vorrebbe. Ma c'è poi una norma? Un altro dot- tore, al quale anch'io, una volta, preoc- cupato non già per la mia linea alla quale ho rinunciato da tempo, ma di certi immaginari disturbi del mio ap- parato digerente, chiedevo se avrei do- vuto mangiare, supponiamo, carni mi- nute piuttosto che bistecche, e abolire le pastasciutte che trovavo ingombran- ti, mi rispondeva: « Amico mio, che vuoi che ti dica e che vuoi ch'io sap- pia! Cerca d'aver misura ». Ora io domando: perchè privarsi di un risonino a crudo con le interiora di pollo (le rigaglie impagabili) come io lo mangio, lustro d'olio, e come mi pa- re ch'ella lo preferisca, se tanto le pia- ce? E perchè rinunziare a qualunque altra pietanza che le piaccia, se il me- dico l'ha trovata sanissima e non le ha proibito nulla di nulla? Mi sembra, la sua, una preoccupazione fuori di luogo. Non mi scrive, fra l'altro, che mangia con misura? E non ce ne sarebbe bi- sogno. Voglio dire, signora, e sarebbe l'ora che vi parlassi col voi italiana- mente, che una donna di buon gusto non può non mangiar con misura. La linea? Già, quella. Ma ho l'im- Buon appetito ! pressione che siate contenta della linea che avete. È chiaro, del resto: sono in- fatti le possibili alte ragioni che vi preoccupano. O cominciate a preoccu parvi della vecchiaia? La vedo lonta na. Penso, in ogni modo, che a una cèrta età, anche se un poco s'ingrassi non disdica. Volete sapere che mi scrive a questo proposito un'altra signora piena di spi- rito come voi? Mi aveva ella scritto, due anni fa, chiedendomi anche lei dei consigli e mi aveva pregato di farle « una lista delle pietanze di cui non avrebbe dovuto abusare ». Consultai un medico amico e le mandai la lista che mi aveva chiesto. Senonchè il dottore al quale m'ero ri- volto, quel mio stesso amico che non rinunzierebbe alle pastasciutte per tut- to l'oro del mondo, aveva dimenticato di escludere proprio le pastasciutte che la signora — nonostante le raccomanda- zioni del suo medico •— ha dunque continuato a mangiare « con giova- mento ». Chi ci capisce'è bravo. « Lei dimen• ticò ad arte, immagino, d'includere tra le cose che non avrei dovuto man- giare o di cui non avrei dovuto abu- sare, — mi scrive ora dandomi anche essa del lei (e vorrei pregare le tuie lettrici, se ancora dovranno scrivermi, di darmi del voi che la battaglia s'ha da fare un po' tutti) — vermicelli e sformati di maccheroni e ogni sorta dì paste con condimenti. Io l'ho obbedita anche per il gusto, forse, di disobbedi- re al mio medico e invece d'ingrassa* re — non si meravigli — son diminui- ta di sei ¡chili ». Volete consentirmi, signora, d'apri- re una parentesi per rispondere a que- sta lettrice? Due parole soltanto, per dirle che l'intenzione non c'era stata e per ralle, grarmi che le indicazioni del mio me- dico le abbiati ridonato la linea. La parentesi è chiusa. E possiamo chiudere, a questo punto, anche il nostro discorso. Un sistema non c'è: norme precise non ve ne sono. Avviene forse coi man- giari quel che avviene con certe medi- cine che non curano sempre gli stessi pazienti. Parliamo d'altro. Non condivido la vosìra opinione a proposito del fritto al burro. Non vedo che il pollo fritto al burro diventi croccante. Non so se vi sian cuochi di cartello capaci di frig- gere il pollo come lo friggono in To- scana le più modeste massaie, le quali colmano la padella d'olio. Sono invece d'accordo con voi sul modo di cuocer le mele farcendole con uva appassita come piacevano a. Orazio. Giacomo Pavoni P U I D L E m S . F Q S C A o del piovano 3 0 0 ANNI DI V I TA E DI SUCCE S SO PURGATIVE ANTIEM0RRÒ1DAU DIGESTIVE oJ&CUCL di SO piUeUZ 3.50 nelle o con vaglia cL£ 4.S0.aLLa. 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