LA CUCINA ITALIANA 1938
LA CUCINA ITALIANA - Pag. 30 vvwvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvvw 1« Luglio 1938-XV1 CRONACA DELLA CRONACA !! congoress deell domesteich a Budatpes U h mesetier tioo: vo le noveell racconetat a domic.ilio (Cih sa che anech da noi)...? ( Co r r i s p o n d e n za spe c i a le de l la Cucina Italiana) BUDAPEST, giugno (Vucetik) Ai giornalisti veramente geniali di Bu- dapest nulla sfugge: il cronista che spes- so è anche scrittore e perciò appassionato cercatore di tipi e di eventi singolari, presenzia ora al congresso delle domesti- che che si volge ogni tanto a Budapest in piena regola. È inutile dire che questa cronaca è se- guita a Budapest e in tutta l'Ungheria, la novella parlata ha domandato a bru- ciapelo: — Esotico o nazionale? Antico o moderno? Ma, conosciuta la qualità del giornali- sta, e lo scopo della sua presenza, ha co- minciato a raccontare la sua vita: Aveva cominciato la carriera di nar- ratore ufficiale nella Legione straniera, francese, a Casablanca. Tornato in pa- tria durante la guerra mondiale, e tro- Domestiche a congresso col più vivo interesse dalle padrone di casa, come dalle domestiche.^ Evidente- mente preme sapere quanto è stato de- ciso durante queste sedute, in cui ven- gono elencati i difetti e le mancanze del servizio. Chi vorrebbe più ore di per- messo, chi protesta per la mancanza di camera da bagno, chi per la paga, e forse alcune protestano perfino perchè il Governo non ha ancora pensato a co- struire nella vicinanza di ogni aggregato più denso una caserma di ussari. Una delle più originali scoperte nel campo della cronaca cittadina si legge sul « Pesti Naplo ». Il cronista ha sco- perto quest'affisso sotto un albero di pla- tano, nella vicinanza dei giardini pub- blici: « Racconti per bambini ed adulti per modesto compenso. Servizio a domicilio. Grande assortimento di favole antiche e moderne, racconti di guerra, racconti ci- nesi ed esotici. Anche a forfait » e, sotto, l'avviso recava il nome e il cognome del, l'intraprendente narratore: cav. Giorgio Peer. Il cronista ch'è andato alla ricerca di Giorgio Peer l'ha trovato poco distante dal suo manifesto di richiamo, su una panca nel giardino pubblico, mentre stava conversando con un vecchio signore dalla lunga barba bianca. Al nuovo arrivato il... racconta favole ha fatto cenno di pazientare fino alla fine del racconto. Poi, congedandosi dal vecchio, l'industriale del- sopportava più quelle melanconie ed a- vrebbe preferito i racconti delle buone fate che finiscono tutti bene! Ho avuto per cliente anche un ricchis- simo banchiere malato. Di costui i gior- nali scrivevano che era un usuraio e che era insomma « l'uomo nero » delle mie favole, l'uomo dal cuor di pietra! Ebbe- ne: quest'uomo, appena rimanemmo so- li, mi confidò che aveva nascosto sotto il materasso i libri che leggeva : erano dei racconti per ragazzi! Una volta guadagnavo abbastanza, — continuò il narratore a prezzo fisso; ar- rivavo a prendere perfino tre pengo all'ora. Il più difficile è inventare sem- pre cose nuove, e poi vi sono le altre difficoltà del mestiere. Per esempio, nella casa di un ufficiale superiore dell'eserci- to era severamente proibito narrare cose vandosi dopo il conflitto senza mestiere, cominciò a sfruttare i suoi ricordi di soldato. — E che cosa raccontate ai bambini? solo episodi guerreschi? gli chiese il cro- nista. — No, no — fece il Peer, — e non bisogna neanche credere che, come af- fermano molti, ai bambini di oggi piac- ciano soltanto i racconti moderni, quelli che parlano dell'aeroplano o dell'automo- bile e del boxeur! Neanche per sogno! Dovete credermi, che appena io entro mi assalgono con domande simili: — Che cosa è successo poi, in quella caverna con il drago? Perchè dovete sapere — aggiunse con un furbo sorriso, che ho dovuto ricorrere anche a un piccolo truc- co per guadagnarmi il pane. -— Quale trucco? — Quello di non finire il racconto nella prima ora, ma rimandare la fine al pros- simo numero. Io racconto... a puntate! Potete capire con che orgasmo mi aspet- tino i miei piccoli uditori, se la prima narrazione finisce per esempio quando il drago s'è rifugiato nella caverna. Ma dico spesso anche i racconti di Andersen e Le mille e una nette, però generalmen- te invento, e questo piace più di tutto! Ma non soltanto ai bambini, anche agli adulti devo raccontare. Specialmente ai vecchi signori immobilizzati in un letto o in carrozzella. A questi racconto sem- pre degli episodi guerreschi, ma una yolta un vecchio cliente mi disse che non C'era una volta... diverse da avvenimenti cavallereschi. Ma qualche volta sapete, lavoro anche per passione, così... gratuitamente. Una volta venne da me una povera donna di cui il bambino, malato, avrebbe voluto udire le favole: non posso darvi più di venti centesimi! mi avvisò la povera donna. In quella casa ho raccontato le mie più belle favole, senza accettare un cente- simo! Ma ne ho raccontate perfino nelle case dell'aristocrazia, e nientemeno che nel palazzo della granduchessa Anna, ed an- che i piccoli principi mi ascoltavano con lo stesso piacere come i figli dei poveri.
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