LA CUCINA ITALIANA 1938

L A C U C I NA I T A L I A NA - P a g . 1 4 iwvvvvvvxaamamvwwvvvvv iwvvvvvvvv^ .1° Ago s to 1938-XV .I H I LE MANI CHE La s emp l i ce appos i z i one de l le mani Le mani delia signora Imelda Tornino* sini di Bologna sono diventate in pochi giorni più rinomate dei tortellini. Dal suo palmo, hanno raccontato i giornali, si sprigiona un " fluido misterioso " t ca- pace di guarire, influenzando col mas- saggio nella parte malata, le infermità più gravi e svariate. Numerosi casi di guari' gione sono stati documentati e, mentre molti malati hanno ricuperata la speranza di risanare al tocco delle mani miracolo- se, la signora che le possiede ha invece perduta ormai la speranza di godere, co- me in passato, la pace della propria casa. Fin dal primo giorno in cui furono rive' late le sue capacità curative, non le ri- mase altra via di salvezza che la fuga per sottrarsi all'assedio dei malati e dei rela- tivi parenti. Il caso della signora Tommasini non è eccezionale come è stato presentato. Al- cuni anni or sono si fece del clamore in- torno al nome di un medico italiano —- il dott. Alessandro Becciani — il quale guariva senza medicine e interventi chi- rurgici con le mani e con la volontà. Gli si attribuivano delle guarigioni sorpren- denti. Per esempio, le ernie strozzate che ì chirurghi dovevano trattare coi ferri, rientravano appena toccate dalla sua ma- no, ed i sofferenti cessavano di soffrire. Un giorno, nell'agosto' del 1920, il dott. Becciani si trovava casualmente all'Ospe- dale della Consolazione. Nella camera o- peratoria un malato, aspettando di esse- re operato di ernia strozzata, si lamen- tava disperatamente. Il medico operante non giungeva ed il Becciani, entrato nel' la camera si chinò sul paziente premen- dogli con le mani la parte malata. L'uo- mo si calmò immediatamente e in meno di mezz'ora, sotto gli occhi attoniti degli infermieri, l'ernia si ridusse della, metà. Il padre di Emilio Ghione "versava in pericolo di vita essendoglisi strozzata im- provvisamente un'ernia. Il famoso " Za- la Mor i " chiamò il dott. Becciani ed il malato guarì senga alcun atto operatorio. Un paralitico, già spacciato dai medici, consigliato del Becciani a buttar via tutte le medicine, dopo quindici giorni, invece di essere portato al cimitero, passeggia- va con le proprie gambe a Villa Borghese. Della signora Tommasini si dice che abbia nelle mani uni "fluido misterio- so"; del dott. Becciani si diceva allora che nelle sue mani avesse una "forzai da fachiro ". —• Un giorno, rincasando, aveva sentito delle urla di donne. Una signora, in un momento di esaltazione, era salita sulla terrazza della casa con intenzioni suicide. Il Becciani giunse in tempo per afferrarla per il lembo• della veste, con una Sola mano. Quantunque la disgraziata pesasse 90 chili, non solo riuscì a sostenerla, ma riuscì anche a sollevarla oltre la rin- ghiera ed a deporta a terra come se il peso della donna fosse improvvisamente scomparso. Come ora si è voluto conoscere il pa- rere di insigni medici a proposito delle guarigioni della signora bolognese, quan- do si parlò delle guarigioni ottenute dal dott. Becciani fu a questi che toccò ai spiegare alla stampa il proprio metodo di cura. Egli dichiarò in un'intervista che un'e- minente personalità medica gli aveva sug- gerito di chiamare il suo metodo " rifles- soterapia ". — Riflessoterapia, — spiegò, — deri- va da " riflesso ", parola usata in medi- cina per indicare le reazioni motorie ri- spondenti ad eccitazioni sensitive e da te- rapia che, come ben si sa, significa• " cu- ra ". Ebbene, estendendo il concetto del riflesso al massimo, e considerando che tutto l'ambiente non è che una continua fonte di sensazioni alle quali risponde il complesso della azioni individuali, la ri- flessoterapia consiste nella modificazione del modo di reazione che l'individuo op- pone all'ambiente. Questa modificazione io provoco " visibilmente " con l'impo- sizione delle mani e con la parola. Il dott. Becciani pubblicò anche un li- bro col titolo; " La salute è un fatto mo- rale ", Poi il suo nome ripiombò nel si- lenzio. Avrà continuato a guarire con le mani oppure sarà svanito ad un certo punto il " fluido misterioso " ? Alcuni anni addietro il tribunale• di Saint-Yriex assolveva una contadina — Anna Desbordes — accusata dai medici di Limoges di guarire i malati senza au- torizzazione della Facoltà. L'accusata pro- pose di guarire sotto gli occhi dei giudi- ci un malato qualsiasi scelto a caso tra la folla dei testimoni accorsi a deporre a suo favore. — Chi vuol guarire — dichiarò l'accu- sata — deve avere la fede. Credere ciò che gli dico, fare ciò che gli ordino, ab- bandonarsi alla mia volontà. " Ho avuto la rivelazione del mio po- tere soprannaturale il 28 maggio 1916 ed è su mio figlio, allora dell'età di otto mesi, che ho fatta la mia prima prova. Colpito da tosse canina, perdeva sangue dal naso. L'emorragia cessò appena ebbi posate le mani sulla sua fronte e reci- tate delle preghiere. Ho guarito in segui- to mio cognato d'una polmonite doppia ed il .signor Tigoulin, pel quale avevano iià preparate le lenzuola funebri. Ho detto a chi veniva da parte sua: Rientrate a casa. Il malato starà meglio. Vi accom- pagno col pensiero. " lo sono una semplice contadina. Quando un malato viene a vedermi, gli Un me l odo di cura mo l to s emp l i c e: « N o n pensale i>iù al ma le che vi tor- menta », ordina il med i co.

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