LA CUCINA ITALIANA 1938
]<i Agosto 1938 -XVI kWA/vvvww»/vwvvvvvvvvv^^ Pag- 15 - LA CUCINA ITALIANA GUAR I S CONO chiedo semplicemente di guardarmi, di abbandonarsi alla mia volontà, pongo la mani sulle parti colpite dal male, recito le preghiere e poi... e poi... Non si spit- gano i miracoli, signor Precidente! Rispondendo alla domande del Presi- dente se faceva pagare la sua cura, Anna Desbordés rispondeva: — No, signore, non mi faccio mai pa- gare, il malato dà se vuole e ciò che vuo- le. Ho molto sofferto dell'incomprensione generale e dilla gelosia •dei medici. Il Procuratore della Repubblica — pri- ma di ricevere la dichiarazione d'appello da parte dei medici accusatori contro la sentenza di assoluzione — riceveva dal- la Desbordes una lettera sorprendente. " Vogliate scusarmi la libertà che mi prendo —- 'scriveva la guaritrice proces- sata — ma sono obbligata da una forZa soprannaturale. Stanotte, verso le tre del mattino, sono stata svegliata ad un colpo alla mia porta, ed una nuova apparizio- ne (l'ottava).. della Vergine Maria ed al- tre voci divine m'annunciavano che Voi, Procuratore della Repubblica, fate appel- lo contro la mia assoluzione. Signore, vi ringrazio molto sinceramente. " Dunque, signor Procuratore, voi mi attendete ancora alle porte del tribunale, ebbene, io, vi attendo alle porte del Pa- radisi), davanti al Grande ed Unico Giu- dice; Egli mi comanda ed io obbedisco; Egli saprà vendicarmi un giorno". Beninteso, l'assoluzione fu confermata ed Anna Desbordes uscì ingigantita dalla prova, ed all'uscita dal tribunale operò persino tre o quattro guarigioni tra i fé deli accorsi per difenderla ed acclamarla. Altri casi di guarigione col metodo del- l'imposizione delle mani si raccontano nel- l'interessante libro del dott. l'gert " Il problema dei guaritori". Il principio del XIX secolo, un certo Schlatter — che guariva mediante l'imposizione delle ma- ni — vedeva ogni giorno migliaia di am- malati. Certa Germanie di Rouen ebbe un cor- teo dì devoti, sino al giorno in cui due anni di prigione la tolsero ai suoi ammi- ratori. La taumaturga sosteneva d'emet- tere e di trasmettere un'elettricità che distruggeva l'infezione causa delle malat- tie: pretendeva di vedere formarsi, tra la sua mano e la parte malata, dei raggi di diversi colori: guariva anche a distane Za, a traverso porte e mura. Anche presso la Germaine la sorpren- dente " vocazione " curativa si sarebbe rilevata per caso: trovandosi presso una amica sofferente di reumatismo ed aven- dola toccata al ginocchio, la guariva istan- taneamente. Se la Germaine fosse rimasta all'im- posizione delle mani, non le sarebbe for- se toccato alcun infortunio: invece volle inventare un liquore misterioso che, a suo dire, cauterizzava le piaghe e te le- sioni interne dei polmoni, dello stoma- co... Migliaia di persone le credettero, ma non i magistrati. Anche Jean Béziat di Avignonet guari- va con l'imposizione tJ Ile mani e la pre- ghiera ed ebbe un successo enorme: creò tale movimento da far sorgere degli al- berghi, creare servizi di trasporti auto- mobilistici, aumentare il personale dell'uf- ficio postale per ricevere le duemila let- tere giornaliere che gli erano indirizzate. Un afflitto da tabe gli scriveva: " Ho consultato molti medici, mai nessuno ' di questi ciarlatani ha potuto migliorare la mia sorte ". La moglie di un notaio scri- veva: " Voglio chiedervi se non potete risuscitare Un giovane disgraziato seppel- lito nel cimitero di X ". Bézjat si difese con grande abilità al processo che gli fu intentato per eserci- zio abusivo dell'arte medica. Sostenne d'aver usato esclusivamente procedimen- ti metafisici. Praticava dei massaggi: fa- ceva l'imposizione delle mani: non si ri- volgeva direttamente alla carne, ma allo spirito. — Dallo scorso anno — disse infine sono tassato dal fisco per la mia profes- sione di guaritore. Sarò dunque obbliga- to, con rammarico, a ledere gli interessi dei medici presentando ai miei clienti le note per onorari... Se mi si condanna, farò causa al ministro delle finanze che mi tassa per una professione che il mini- stro della giustizia mi vieta-di esercitare. I guaritori hanno avuto un difensore autorevole all'Accademia Reale di Lon- dra davanti alla quale William Crooker, eminente fisico, diceva: " Tutto ciò che pùò fare l'odierna medicina è di risveglia- re nel malato la "vis medicatrice ", cioè la forza di guarire o, meglio, la volontà di vivere. Nessuna persona guarisce un'al- tra persona, ma il malato guarisce se stes- so e il medico non è stato che un aiuto, colui che risveglia la " vis medicatrice " assopita. Più del medico, il guaritore• ri- sveglia nel malato una energia nuova, ec- citando fortemente il sistema simpatico, perché vi è l'emozione prodotta dal mi- stero di cui il taumatorgo è sempre cir- condato. L'essere umano " animale mi- stico ", ha sempre avuto sete del mera- raviglioso e, malgrado i progressi della scienza, resterà eternamente innamorato del soprannaturale e del miracolo che si compie sempre. Il medico, in luogo di di- sdegnare i taumaturghi e i guaritori, do- vrebbe interessarsi ai loro procedimenti, perchè comprenderebbe meglio l'influenza esercitata dal morale, come fattore della guarigione e utilizzerebbe gli elementi psi- chici per agire sul fisico ". Ma un altro medico — il dott. Renato Gutmann •— sostiene che i successi dei guaritori dipendono dai " gijariti ", che sono in maggioranza dei neuropatici la cui caratteristica è precisamente quella di guarire per effeto della persuasione. Sono tipi di malati che simulano tutte le ma- lattie. che vanno dai dolori vaghi alle paralisi complete. Se i loro mali scom- paiono momentaneamente, siccome hanno la tendenza al proselitismo fanno sapere A n n a De s bo r des a tutti i benefici del fluido magnetico. L'entusiasmo dei fanatici prende un so- lido appoggio nella loro ignoranza medica. Occorrono anni di studio, di osservazione, di pratica per sapere distinguere una pa- ralisi reale da una paralisi nervosa, una anchilosi da una contrattura, delle palpi- tazioni nervose da una reale malattia di cuore. Ma nientre nessuna persona sì permetterebbe di parlare, senza aver stu- diato, di metallurgia, di chimica, di co- smografia, la medicina è di dominio pub- blico. Siate sofferenti e troverete in tut- ti gli ambienti dei facitori di diagnosi. Parlate di una malattia, e venti signore caritatevoli vi racconteranno la storia di qualcuno che ha avuto la stessa malattìa e la cura che ha fatto... E così che si arrivai <t confrontare malati apparente- mente simili di cui l'uno, paralitico vero e incurabile, curato da quegli " asini 'elei medici " ha finito per soccombere, e di cui l'altro, pseudo paralitico, è stato gua- rito dal medicone. Successo tanto più cla- moroso in quanto che i ferventi del mi- stero non hanno il trionfo modesto. Che un chirurgo salvi un individuo levandogli un tumore dal cervello, chi lo sa? Dieci persone! Se invece un medicone rimette in piedi un giovane nevropatico che tra- scinava la gamba, non l'ignorerà nessuno. Si conoscono dei casi in cui il malato' sem- brava perduto ed è guarito. Si trattava per esempio di un tumore infiammatorio preso per un cancro e che è scomparso. Quando il malato, giudicato un momento perduto, guarisce nelle mani dello stesso medico che primario condannava, è un felice caso di carattere locale. Se la fase evolutiva della malattia conduce l'uomo " che i medici avevano condannato " da colui o da colei che pratica l'imposizio- ne delle mani, mille bocche strombazza- no il miracolo ". Sono osservazioni che, se si è sani, ¡¡ia pure provvisoriamente, si trovano giuste, ma, se si fosse malati, noni impedireb- bero nemmeno ai più intelligenti e ragio- nevoli, di credere e di sperare nella im- posizione delle mani e magari nelle più strampalate pratiche curative. C incalí
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