LA CUCINA ITALIANA 1938

LA CUC INA I IAL IA lNA - Pag. 8 \vvv\yvvvvvyvvviiw^ g e t tembre 1938.XVI Il lusso migliore Vado a far visite di rado: un po' per- che le cure della mia famigliuola assor- bono la maggior parte del mìo tempo, e un po', anche, perchè per carattere sono schiva di complimenti e di chiacchiericci. Tuttavia, quando proprio, per necessità inderogabile, sono costretta ad andare a visitare qualche signora di conoscenza, e questa •— come succede, purtroppo! — non manca mai di mostrarmi o il salotto nuovo o la camera da letto o qualcosa a cui essa tenga in mòdo particolare, fini- sco sempre per chiedere, senza parere, di dare un'occhiata alla cucina. Perchè ti vero termometro della pulizia, dell'ordi- ne, delle qualità dì economia e di preci- sione, di attaccamento ai doveri dome- stici e di santa civetteria familiare di una donna, è proprio la cucina. Ci sono case dove vi accolgono in un salone pretenzio- so, con dorature, alla Luigi XV o con! mo- bili chippendale: ce ne sono altre dove 11 gusto artistico supera il lusso, e pochi mobili di stile, qualche quadro, un gin- gillo, servono a dare il tono a un am- biente. Ma... non vi fidate. Può darsi che il gusto artistico sia stato del decoratore, o che v mobili Luigi XV vengano in li- nea diretta dalla Nonna Buon'Anima. Se volete toccare il polso delle virtù dome- stiche della padrona di casa, fate una scappatina in cucina. Perchè una massaia può avere 12 figli a cui attendere, o, se è ricca, una si- gnora può avere cuoco e sottocuoco: ma il modo con cui una cucina è tenuta di- pende, esclusivamente, dalle qualità d'or- dine di buongusto di pulizia e dallo spi- rito di economia della padrona di casa. Un posto per ogni cosa, e ogni, cosa a suo posto: questa è la: parola d'ordine che dovrebbe essere scritta sulle pareti di ogni cucina familiare. Voglio oggi mostrarvi alcuni mobili semplicissimi, che possono darvi delle idee. Non crediate che si tratti di cose costose. Il più schiappino dei falegnami di villaggio può, con quattro • pezzi di legno, fanterie dì uguali. Non si deve, in una cucina che si rispetti, veder nulla fuori posto: e nulla, delle cento cose che servono all'andamento familiare, dal pun- to • di vista gastronomico, deve esser la- sciato all'azione spesso deleteria dell'aria, al pericolo di contaminazione a meZZo di mosche: comunque alla vista del pros- simo. Mobili semplici, laccati: cassette razio- noli, arn¡adii a muro, tavolini,., intelli» genti. Grande o piccina, avvezza agli aro- mi dei fagiani e dei tartufi, o a quelli, più semplici, della Zuppa col tavolo e dei fagioli lessi, la cucina deve essere bian- ca, nitida, pulita: deve dare l'impressione di una stanza operatoria... in cui si ope- rino i miracoli quotidiani dell'economia e della nutrizione igienica della famiglia. Credete a me: se vostro marito viene, rincasando, a vedere il vostro regno, e su una tavola di dubbia pulizia vede an- cora i piatti sporchi della colazione: e il pane che aspetta d'essere affettato, e la cipolla lacrimogena vicina ai grappoli del- l'uva che dev'esser lavata... Lasciate in- vece che, a qualunque ora egli vi sor- prenda nell'esercizio delle vostre funzio- ni di massaia, trovi che il vostro regno è bello, luminoso, scintillante d'ordine e di pulizia. Anche senza rendersene conto, proverà un'impressione gradevole. Ci tor- nerà volentieri, a rubacchiare una pata- tina fritta o a chiacchierare mentre voi, indaffarata, date l'ultimo colpo di mano alla preparazione delle vivande. E quan- do, all'ufficio, al lavoro, gli avverrà di ripensare alla casa ed a voi, sarà sem- pre in quello sfondo bianco, raccolto, gentile, anche se umile, che si compia- cerà di rivedervi con gli occhi della men- te: mai in un salotto, con quattro o cin- que pettegole che fumino e giochino al bridge. Perchè, anche se sono, per definizione, mi-po' sfarfalloni e si compiacciono di ammirare la bellezza nostra o... delle al- tre, in realtà i manti a noi ci amano per le nostre virtù. Nina

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