LA CUCINA ITALIANA 1938

1° Settembre 1938-XVI vvwiVk/wi/vvvvvvvvvvi/vvvv\A/vvvv<vvvi/Vv^ Pag. 31 - LA CUCINA ITALIANA Conservazione del le patate Si fa bollire l'acqua di una caldaia. Si collo- cano le patate, preventivamente lavate e poche per volta, in reti o cesti di vimini che si immergono rapidamente nell'acqua bollente man. tenendovele durante lo spazio di 4 minuti. Na- turalmente, poiché la introduzione delle patate fredde abbassa la temperatura dell'acqua, si deve aver cura di rialzarla al punto di ebollizione dopo ciascuna immersione e prima di immer- gervi un'altra cesta di patate. Dopo ritirati i tuberi dall'acqua calda, si scuotono e si disten- dono in un locale bene arieggiato. Quando tutte le patate sono ritornate allo stato normale di asciuttezza si ripongono in una stanza oscura ed asciutta. Burro deteriorato Per conservare il burro lo si mescola con un po' di sale da cucina. Contro la rancidità del burro si raccoftianda di impastare la massa del burro in latte fresco ovvero di aggiungere alla massa 2 cucchiai di sale od uno di soda in polvere. Entrambe le sostanze vanno sciolte prima in un litro d'ac- quai con queste si impasta e si termina con lo scolare accuratamente il latte o l'acqua salsa che servirono all'impastatura. Contro le formiche Le case, specie le dispense, tono non di raHo infestate da formiche. Per liberarsene basta te- nere in vari punti dei recipienti nei quali si collocheranno dei fondi di caffè che allontane- ranno gli insetti. Il caffè però, da cui provengono questi fondi, deve essere fatto con un po' di cicoria. Come si accende e si al imenta il fuoco Anche in questo settore vi h luogo a rispar- mio. VI sono molte massaie che non conoscono un'arte pure così rudimentale, e nell'accendere il fuoco sprecano una quantità di legna doppia di quella che sarebbe 'necessaria allo scopo. Per accendere un buon fuoco si deve, anzi- tutto, levare la cenere lasciata dal fuoco prece- dente ed i carboni. Poscia si piega un mezzo foglio di giornale e si calca bene sulla grata la- sciandone fuori gli orli. Si pone un piccolo pezzo di carbone nel cen- tro e tutto all'intorno si dispone la legna in guisa da formare un arco. Un altro mezzo fo- glio di giornale verrà messo tutto all'ingiro di questo arco premendolo bene contro la grata. Il tutto poi va coperto con altra legna. In- fine sulla cima di questa specie di castelletto si pone un poco di carbone, appena quanto basti per coprirne la superficie. Si dà fuoco e appena si vede che la legna, è bene accesa si leva la carta bruciata passando un attizzatore lungo il fondo della grata per tener libero il passaggio dell'aria. Bisogna sopratutto guardarsi dal fare come tanti che ingombrano la grata con troppa carta, la quale finisce con l'ostruire il passaggio del- l'aria soffocando la combustione. V a r i e a l t r e e c o n o m i e t e cartacce che hanno già servito a vari usi, i vecchi giornali strapazzati, la carta grossa da impacco, si possono usare come combustibili con sensibile economia. A tale scopo si fanno inzup- pare nell'acqua durante 24 ore. Poi si levano, pugno per pugno, e se rie fanno delle palle il più possibile compatte allo stesso modo che s'impiega nel fare le pallottole di neve. Da ul- timo si espongono in un ambiente secco ed arieggiato per asciugarle.. Se ne avranno delle eccellenti formelle che gettate nel caminetto o nelle stufe brucieranno completamente. Molti gettano i mozziconi delle candele usate tra i rifiuti della casa. Possono invece servire ad ac- cendere fuoco risparmiando la legna dolce. • Tutti i piccoli frammenti di sapone che ri- Verdure in purea : sospese quelle crude. Legumi : . solo dopo alcuni giorni ed in piccola quantità. 1 freschi forniscono troppa cellulosa; quelli secchi possono tal- volta provocare delle fermenti zioni. Condimenti: burro ed olio crudi in quantità limitata. Frutta: il sugo di mele crude grattu- giate, buccia compresa, . leggiermente in- zuccherato, serve quale medicina anche durante il periodo della dieta liquida, essendo l'acido malico (cioè, della mela) un astringente; superata la dieta liquida sono indicate le mele sbucciate, grattu- giate crude, insaporite con sugo di li- mone e poco zucchero. Hanno pure qua- lità medicinali quali astringenti, la gela- tina dt mirtillo nero, e la conserva di azzaruole. Mirtillo nero (giasene, cesarelle) si pone asciutto in un paiolo di rame o recipiente di smalto. Quando fa il vino unirvi metà peso di zucchero, il sugo di un limone ogni mezzo chilo. Cuocere fintanto rag- giunge la consueta densità delle marmel- late. Volendo evitare nelle forme più ostinate l i possibile azione convogliante delle pellicine e semini, dopo ottenuto il vino con una prima cottura, passare allo staccio e completare la marmellata ag- giungendo tre quarti di chilo di zucchero, per chilo, invece di mezSo; non si mette il limone ed al suo posto aggiungasi un bicchierino di rhum e sciolte in acqua calda, 2-3 foglie di colla di pesce. Ba- gnare con acqua fredda uno stampo, ver- sarvi la gelatina, porre al freddo. Le altre frutta, fresche o cotte, proibite. Pane, tostato, grissini, biscotti. Niente dolci. Bevande: Acqua comune, bollita se si può sospettare qualche inquinamento. Acque minerali leggiermente carbonate. Vino bianco o nero, allungato con ac- qua. Tè in abbondanza, qualche sciroppo di frutta, limonate, infusi caldi di ca- momilla, tiglio. Caf fè e cognac ' diluito, nei casi di debolezza cardiaca. Bibite in ghiaccio, gelati, assolutamente astener- sene. Bibita gradita durante la dieta liquida: Montare a neve un albume fresco unirvi un cucchiaio di zucchero, il sugo di un limone, due bicchieri di ».equa fresca. Introdurre in una bottiglia, sbattere per qualche minuto. Pappa per piccoli: 3 etti di patate sbuc- ciate, si tagliano a dadetti, 3 etti di zuc- chini con la buccia lavati e tagliati pure a dadetti, una carota piccola, un pu- gno di foglie di spinaci. In una cogoma di smalto o di terra, si mette una grossa noce di burro, quando sta per friggere si mettano le verdure con .poco sale e si facciano assorbire il burro dimenando con cucchiaio di legno. Si uniscano due litri e mezzo d'acqua, portando a bol- lore e mettervi allora mezzo etto di riso. Far bollire, dimenando ogni tanto per un'ora e mezza. Passare allora tutto allo staccio, non sottilissimo. Se ne otterrà una - pappa densa che va mangiata così, senza aggiunta. Tenuta al fresco si con- serverà per tutta la giornata. Amalia Piscel Vigilatrice Sanitaria C O N S I G L I A L C O N T A G O C C E Le banane: i nutrienti e gustosi frutti di tutte le stagioni, ricchezza delle nostre colonie

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