LA CUCINA ITALIANA 1938
1° Ot tobre 1938-XVI \ a / vvvwvva / wvvvvvvvvvvvva ^^ Pag. 15 - L A CUC I NA I T A L I A NA ( 0 \ § M > i L l A R O S E T T A Dacché Folco e Maria Teresa sono stati ammalati Rosetta ha per loro un af- fetto morboso che mi dà pensiero. Un alito di vento che appena li sfiori le sembra l 'annunzio di una bronchite o d'una polmonite. Per uno starnuto si al- larma Farnetica di contagi e di microbi. Non ha pace. Si logora i nervi e la sa- lute. Mi studio di deviare il suo pensiero verso qualche punto meno tenebroso del- le ipotetiche complicazioni patologiche. Cerco di interessarla a qualcuna delle tante questioni di vibrante attualità che appassionano anche n ialtre donne, anzi specialmente noialtre donne. Ma essa non può interessarsi che dei suoi bambini. Nei riguardi, poi, di Folco (ne fa, bizze, quel monello!) Rosetta è di un in- dulgenza preoccupante. Guai a contrad- dirlo! Un giorno che Cochi parlò di « sculaccioni » la mamma pietosa versò abbondanti lacrime. Cochi si lamenta: — Troppi baci, troppe carezze. .. Rosetta si giustifica : — Una creaturina così piccola si do- vrebbe trattare con severità? — Nessuno — le dico — pretende che tu sia severa. Si vorrebbe soltanto che nelle tue materne espansioni non per- dessi i! senso della misura. S ; vorrebbe che tu mettessi nel tuo amore di mam- ma meno passione e più equilibrio, e cominciassi fin da ora a far comprendere alla tua « creaturina » dici tu, al tuo pic- colo despota, dico io, che non sempre nella vita si può dir « voglio ». ( Non sai rifiutargli nulla. E diglielo, di no, qualche volta. Sai, con un « no » detto risolutamente oggi q i an te lacrime ti puoi risparmiare domani? Bacialo, il tuo piccolo. Ma non dare con le carezze ed i baci un affettuoso consenso ai suoi capricci ed alle sue bizze. V e d i : un tempo le mamme si conten- tavano di baciare i figli mentre dormi- vano. E non credere che li amassero meno di te. Rosetta mi domanda con una punta di motteggio : — A. quale generazione appartenevano codeste madri virtuose? — Ad una generazione non troppo lontana da noi, dal momento che io stes- sa ho conosciuto, sia pure in veste di decrepitezza, alcuni di quei figli, che nel- l ' infanzia ebbero solamente nel sonno i baci delle madri loro. Madri amorose, ma austere, che sape- vano farsi rispettare dai figli : madri di un tempo in cui i figli avevano per le mamme un affetto quasi mistico e non privo di suggezione. Guai, Rosetta a fare un atto d' impazienza quando la mam- ma dava un avvert imento o faceva una reprimenda. Maschi e f emmin. « filava- no ». E come filavano! Non dicevano « vogl io ». ma « obbedisco ».:." E qual- che volta « obbedire » significava soppor- tare senza lagnanze una pe"òsa costri- zione. Figurati che in certe famiglie a due fidanzati non era permesso sedersi a ta- vola l 'uno vicino all 'altra! Sarebbe parso uno scandaloi Da quel tempo i fidanzati ne hanno percorso del cammino verso i prati fioriti della libertà! C c c a re di farli retrocedere sarebbe un'utopia anacronisti- ca. Ma un anacronismo non è, cara, esor- tare le mamme a non essere troppo in- dulgenti coi figli, ad incuneare nella loro mente, appena sciolta dalle nebbie del- l ' incoscienza, la convinzione me il loro io non è un valore assoluto, ma un valore relativo sottoposto ad una necessità di controllo e di disciplina. Un anacronismo non è, cara ricordare ai figli che la ma- dre loro non è un essere fiacco e pas- sivo, al quale si può dettar legge; ma l 'educatrice che. pienamente consapevole dei suoi dover' d' italiana, deve preparar- li, fino dal l ' infanzia, giusto attraverso un sistema di disciplina familiare, al compito che, fatti uomini, dovranno svolgere nella vita. E ci si arriva presto a quel giorno. Ci si arriva a tappe, una incal- Per ora è un « Fi g l io del la Lupa a . . . zante l 'altra, nella fretta ii.esorabile del tempo. Tra pochi anni, codesto pupo, che oggi ti sembra di dover ftr.rere sempre stretto nell 'amorosa collana delle tue braccia, sarà un Balilla armato di mo- schetto. E, più tardi, un Avanguardi sta che dovrà ogni ann„ staccarsi da te, e senza rammarico, per andare al campeg- gio. od in crociera, via per le strade della nostra Ter ra, confuso ccl fiore della gio- vinezza italiana, mi .« solo », con le pro- prie responsabilità: sarà un baldo adole- scente orgoglioso di sentirsi già uomo e già pronto a tutti gli ardimenti. E . tu dovrai lasciarlo partire serena, e non af- fliggerti al pensiero di dover stare un po' di tempo senza preparargli il letto, la sera, o imburrargli il panino croccante la matt ina. .. Cocciuta, Rosetta prende in collo il suo piccolo e se lo stringe al seno: —' Per ora il mio Folco è un • Figlio della Lupa: un ometto bello bello che la. mammina può baciare, accarezzare, e coc- colare finche vuole. E mentre parla, lo bacia, lo accarezza, e se lo coccola. Le dico: — Sei una mamma di zucchero e di miele: una bambinona che bisognerebbe mettere in castigo. E irritata e al tempo stesso intenerita, me ne vado in cerca di Cechi. Lo trovo nel suo studio intento a sfo- gliare una rivista, nelle cui pagine al- cune stelle, più o meno fulgide, dello schermo, sorridono in effigie, alla propria gloria o ai propr sopni „mbiziosi. Credo che il mio vicino cominci a pro- vare la nostalgia del cinema. Dacché Ro- setta, tutta presa dalle cure dil la sua ma- ernità. non è stata più in grado di ac- compagnarlo, Cochi non h* 1 messo piede in una sala cinematografica. E questo non perchè Rosetta, attegg'endosi a mo- glie dispotica o a gelosona glielo abbia impedito. Si è privato del suo svago pre- diletto per un delicato riguardo verso la: moglie, che a quello svago non poteva partecipare. , . Era ormai convenuto fra i due coniugi che sarebbero tornati al cinematografo quando i loro figli fossero stati grandi ab- bastanza per assistere allo spettacolo sen- za pestare i piedi ai vicini, o turbare l 'ar- monia o la disarmonia del soi.oro coi loro piagnistei. Ma il termine è un po' troppo vas to: e certo Cochi sarebbe lieto di ac- corciarlo, Mi domando se non sarebbe il caso che mi adoperassi per mandare i due sposi al cine. Rosetta potrete!;' prendersi un po' di svago, E l'idea mi sembra buona- F r i d a (Continua) Giov ine serio, oattolioo, istrui to, p r a- t i c i ss imo di esercizi pubbl ici, cerca o v un- que posto di f i duc ia o ri l ievo di p i cco la decorosa azienda reddi t izia. D i s po s to of- fr i re cauzione, garanz i e. Scr i vere: Segreter ia del la C U C I NA I T A L I A N A (V ia Cass iodoro. 15, - Roma) che t rasmet terà.
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