LA CUCINA ITALIANA 1938
LA C L C I NA I TAL I ANA - Pag. 3 wvvv\wiw^vivvvi\vvv\v^^ j 0 Novembre I938-XVII ? M POSTA DI NINA Ti La vita delle donne h.i subito ùn-a pro- fonda modificazione, in questi ultimi veti- ticinque anni. Prima della guerra, ad ec- cezione di un certo quantitativo di ope- raie, e delle massaie rurali, le donne non avevano altro campo d'attività che la \usa. 0 erano ricche, borghesi, comunque in condizione di vivere senZ'dltr.1 occupa- Zyyne che le cure della famiglia, o erano povere... e andavano a far le domestiche nelle case degli altri Qualche moglie di commerciante badava al negozio: qualche rarissima coraggiosa tentava le vie del- l'arte. Il grosso dell'esercito femminile mi- litava, soltanto, nell'ambito pur così im- portante e così bello delle pareti fami- liari. La guerra ha ' sconvolto tutto questo tran-tran, ha spinto le donne fuori dei loro nidi, le ha scagliate nel turbine della vita sociale, alle officine, negli uffici, sui tramways, ovunque c'era un maschio da sostituire, un salario da guadagnare, un lavoro proficuo da compiere. ^oi è venuto il dopo-guerra... Qualche ragazza, abban- donati l'uniforme o il grembiale da la- voro, è tornata al ricamo e al cucito: molte, 0 per necessità, o per quel bisogno di prodigarsi, di sfuggire alle strettoie della dipendenza mascolina, che è ormai profondamente radicato in tanti strati del mondo muliebre, hanno continuato a la- vorare. Le università hanno conosciuto foltissime schiere di aspiranti ad una laurea. Le scuole commerciali, quelle di stenografia, hanno rovesciato sul merca- to, ogni anno, migliaia e migliaia di fan- ciulle desiderose d'impiego. È un bene? È un male? La questione; mi porterebbe troppo lon- tana. lo affronterò, forse, un giorno, il problema, e inviterò a discuterlo con me le care abbonate delta « Cucina », pen- sose come me del benessere fisico, eco- nomico, e della perfettibilità morale di tante coraggiose lavoratrici, le quali — checche dicano e pensino i facili asser- tori dei soliti luoghi comuni delle datti- lografe che lavorano per comprarsi le cal- ze di seta —• in realtà compiono uno sforzo prodigioso, dànno ogni giorno un rendimento effettivi di lavoro e di gua- dagno, contribuiscono anch'esse, nei li- miti delle loro attribuzioni e delle loro possibilità, al progredire della vita eco- nomica della Nazione. Quale che sia la risposta a questi in- terrogativi, il fatto sussiste: c'è in Ita- lia, come c'è nel mondo intero, un eser- cito di umili, operose creature, che ogni giorno abbandonano il loro nido per ac- correre nelle officine, negli uffici commer- ciali, nei negozi, negli uffici statali, e lavorare, modeste ma infaticabili, sorde necessariamente ad ogni impedimento fi- sico (eh! Se gli uomini sapessero, tante volte...) o ad ogni preoccupazione senti- mentale. Poi viene mezzogiorno: e le lavoratrici rientrano al focolare domestico. Poi suo- nan le due... e lo sciame si affretta... Ora, una nostra abbonita, milanese, eh'è evidentemente impiegata in qualche posto, .e che sente intensamente le sue responsabilità domestiche, verso il mari- to, verso i figli, mi scrive una lettera da cui traspare tutto il suo desiderio di contemperare i doveri del suo ufficio con quelli più sacri e più urgenti della sua missione di massaia. — « Perchè — dice — la Cucina Ita- liana non bandirebbe un concorso fra le abbonate, per un programma settimanale, pratico ed economico insieme, di colazio- ni e di pranzi che la madre di famiglia- impiegata potrebbe improvvisare, nel breve tempo che le cure dell'ufficio le lasciano disponibile? ». « Noi non disponiamo, scrive l'abbo- nata, che di pochissimo tempo, e di pochi denari. Eppure ci deve essere il modo di lasciar, partendo per l'ufficio, qualcosa che possa cuocere lentamente e senza sorveglianza, o che possa improvvisarsi alle dodici, quando ritorniamo: qualcosa che non sia la solita pastasciutta e la so- lita frittata, e di cui ci sia possibile allie- tare la mensa dei nostri mariti e dei no- stri figliuoli... ». È un'idea. È anzi una bella, sana, interessante idea. La Cucina Italiana è lieta di offrire le sue colonne alla soluzione di questa im- portante questione. Noi bandiamo perciò un Concorso fra le nostre innumerevoli abbonate, per una lista di sei colazioni meridiane e di sei pranzi, composti ciascuno di una mine- stra, una pietanza, e un contorno, di ra- pida ed economica preparazione. Cola- zioni e pranzi modesti, quali possono fi- gurare sul desco di genti modeste, e civili — come sono le nostre classi lavoratrici ma colazioni e pranzi salubri, nutriènti, igienici, nella confezione de' quali entrino gli alimenti necessarii allo sviluppo fisico, all'equilibrio fisiologico degli adulti e dei bambini. Queste ricette debbono essere preparate in modo che la massaia che le applicherà al suo focolare possa disimpegnarsi rapi- damente, senza dover per questo ricor- rere nè a elementi già preparati (scatole di carne in conferva, di salse etc.) nè alla sbrigativa, ma costosa e non sempre salubre, cartata di prosciutto o di salame. Debbono essere ricette di cibi da elabo- rare, non di sotterfugi a cui ricorrere. Pubblicherò le migliori ricette che mi perverranno, nel numero di Dicembre: e alle tre abbonate di cui i suggerimenti saranno stati più pratici, più variati, e più rispondenti allo scopo per cui questo Concorso è bandito, l'amministrazione Un» preghiera (ansi due) alle nostre eare abbonate Care abbonate: siete ormai 87.000, sparse in tutti i più lontani paesi, nel le metropoli rumorose e nei vi l laggi più si lenziosi e remoti. Ve l ' immaginate che cosa succederà, verso il 20 di Dicembre, quando la Posta rovescerà in Via Cassiodoro n. 15 (piano terreno) 87.000 cartoline vagl ia, o avvisi di versa- mento nel nostro Conto Corrente? Ecco perchè vorremmo rivolgervi una prima, cordiale preghiera: se avete, come crediamo, speriamo, desideriamo, auspichiamo, ecc., intenzione di rin- novare l 'abbonamento per il 1939, non aspettate a Di cembre, anzi agli ul t imi giorni di Dicembre, per f ar l o: fatelo fin d ' ora: faci l iterete a noi, enormemente, il compito gravoso: eviterete che le macchine adibite alla stampa degli indi- rizzi per le abbonate, nel la loro meccanica implacabi l ità, cessino di stampare i l vostro indirizzo, e interrompano, così, la cara consuetudine nostra, di spe- dirvi questo giornale che vi è, sappiamo, gradi to: el iminerete, in una parola, ogni pericolo di confusione da parte nostra, o di sospensione dovuta ad un eventuale ritardo della posta nel recapito della vostra quota. Ed ora la seconda preghiera: voi avete certamente notato un sensibile migl ioramento, nel la compi lazione e nel la presentazione tipografica della Cu- cina Italiana: se ci aiuterete procurandoci, ognuna di voi, almeno un'altra abbonata, questo migl ioramento continuerà, sarà sempre più sensibile ed ef- fett ivo. Noi abbiamo stabilito alcuni premi, per chi ci procura degli abbonament i: premi che vanno dai volumetti della nostra Bibl iotechina Gastronomica a scatole di profumeria o a Casse di Prodotti del Pastificio Bui toni. Abbiate la bontà di leggere la pagina 25 di questo numero: vedrete le norme del nostro Concorso per gli abbonamenti 1939. Procurateci nuove abbonate: mandateci indirizzi di persone vostre amiche, a cui spedire in saggio le nostre pubbl icazioni, e saremo fel i ci di dimostrarvi? la nostra riconoscenza. 1.' AMMm f i T R A Z I O a i f c ^ ,^
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