LA CUCINA ITALIANA 1938
LA CUCINA I TAL I ANA • Pag. 14 wvawiaaaawwvaaa\aaaa\wvw^ .1° Novembre 1938-XVII S O C I E T A C E R A M I C A R I C H A R D - G I N O R I S E D E C E N T R A L E : M I L A N O N E G O Z I : M I L A NO - T O R I N O - G E N O V A BOLOGNA - FIRENZE - ROMA - NAPOLI - SASSARI revole. Vi si aggiunge una presina di sale e due o tre cucchiaiate d'olio d'oliva. Si mette quindi al fuoco una - padellina (15 centimetri di diametro) unta d'olio e, appena fuma, ci si versa dentro un paio di cucchiai scarsi di pastella. Smuovendo per il manico la padella e piegandola da tutte le parti, si fa in modo che la pa- stella ne ricuopra tutto il fondo. Così viene a formarsi una frittella larga e sot- tile, che si rivolta per farla cuocere da tutt'e due le parti. E fino a che c'è pa- stella si fanno frittelline. Quando sono tutte pronte, si spalmano di confettura d'albicocche, si avvolgono a guisa di can- noli e si accomodano in un vassoio di pirofila o di metallo. Si tengono per qualche minuto a scal- dare in forno e poi si servono, abbon- dantemente cosparse di zucchero al velo. Crema di cacao Procurati un ettogrammo di cacao in pasta : raschialo col coltello, mettilo in una cazzarolina, possibilmente di rame, con mezzo bicchiere d'acqua, e comincia a lavorarlo con un cucchiaio, di legno o con un frullino, tenendo la cazzarolina vi- cina al fuoco. Quando il cacao si sarà sciolto, formando con l'acqua una crema spessa, aggiungi a poco per volta, e sem- pre mescolando, quattrocento grammi di zucchero in polvere. Porta poi la cazza- rolina sopra un fuoco molto debole e se- guita a mescolare fino a che lo zucchero non sia sciolto del tutto, e il composto sia divenuto soffice e liscio. Allora dilui- scilo con un paio di bicchieri d'acqua calda, versando l'acqua nella cazzarolina a piccole dosi. Bada, però, che la crema si scaldi, ma senza arrivare all'ebollizione. 11 fuoco deve essere quindi debolissimo. Meglio tenere la cazzarolina sull'angolo del fornello. Bisogna che l'amalgama rie- sca perfetto. Ottenuto questo travasa il composto in un recipiente di tenaglia; e, quando è freddo del tutto, aggiungi ad esso, sempre mescolando, un bicchiere di alcool fino e mezzo grammo di vainiglina. Dopo avere mescolato ben bene il liquido con il cucchiaio di legno, mettilo in una bottiglia adatta; a preferenza in una di quelle anfore di terraglia che si usano appunto per questa specie di liquori e soprattutto per il Curaçao. Con le dosi che ti ho date, potrai avere quasi un litro di « cre.na ». Se ne vuoi una quantità maggiore raddoppia o triplica le dosi, a tuo piacere. Come vedi anche questa crema, come il liquore d'arancio, si prepara in pochis- simo tempo, senza difficoltà. Ed è per- ciò molto consigliabile alle massaie. Liquore d'arancio NI. L. D ' ANGELO - Genova. — La ricetta che mi chiedi è la più sempfice che si possa immaginare. Con questo pro- cedimento si ottiene un liquore d'arancio squisito e che si prepara in un momento. Prima di tutto sbuccia con un coltellino bene affilato (in commercio si trova un utensile che serve a quest'uso) quattro aranci maturi e due limoni freschi di giardino; ma guarda di portar via solo la parte colorata. Il bianco darebbe al liquore un certo amarognolo 1 Metti le scorze in un fiasco comune con mezzo litro d'acqua, mezzo litro di al- cool da liquori a 90» e cinquecento gram- mi. di zucchero. Chiudi il fiasco con un sughero, agita ben bene il liquido e per quattro giorni torna a sciabordarlo ener- gicamente, mattina e sera. Trascorso questo tempo, filtralo e im- bottiglialo. Ti assicuro che è squisito. Fr ida ( ^ i o LO j l L I c e t r i u o l o (_e Ai altri umili vegetali) Sapete che il cetriuolo è il re dei co- smetici? Vi sono — in commercio — nu- merosissimi preparati •£. base del suo succo. I suoi, innumerevoli semi, come la pol- pa e perfino la buccia — contengono dei « princìpi » che imbiancano la pelle e la rigenerano — Appare forse inesplica- bile, ma occorre « provare per credere ». Se avete la pelle arsa, sciupata dal sole preso durante la scorsa estate, se avete le mani ruvide e secche, sbucciate un cetriuolo ben maturo, frizion itevi col ro- vescio della scorza (cioè colla parte bian- ca) e vedrete il miracolol Poi... spremete il cetriuolo già sbuccia- to contro un setaccio e versate in una bottiglietta il succo untuoso che racco- glierete. La sera applicate, con un ba- tuffolo d'ovatta, più volte imbevuto, que- sto semplicissimo « liquido di bellezza » sul viso e vedrete l'indomani, che pelle fresca, rinnovata, avrete —- svegliandovi. Per le pelli molto grasse, è consiglia- bile aggiungere al succo fresco del ce- triuolo, un po' di alcool neutro a 90» e una piccola quantità di benzoino. Sono indicatissime per imbiancare la pelle, anche le infusioni di prezzemolo, tiglio, camomilla, e radicchio selvatico, usate con pazienza ogni sera II prezzemolo specialmente, ha un « po- tere d'imbellire »... eccezionale e molto... sconosciuto alla maggioranza. Provare per credere, signore belle!
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