LA CUCINA ITALIANA 1938
1° Novembre 1 938-XVII mvvvvvvvvvwvvvvwvvvvwvvvvvvvwvvvwv^ Pag. 15 - LA CUCINA I TAL I ANA GL! ASTRI DEL CINEMA Una rivista italiana lia bandito un concorso per « ima cucina imperiale italiana ». Molte illustri personalità hanno risposto ai diversi punti inter- rogativi del bando, firmato, se volete saperlo, da F. T. Marinetti. Fra i tan- ti, ha risposto anche una nostra grazio- sa attrice, Maria Denis, la quale, ni la domanda: Credete che si possano ap- portare novità alla cucina? ha risposto: Sf, il bicarbonato di soda è già una no- vità. Press'a poco, La risposta di Maria Denis caratte- rizza a sufficienza la vita... alimentare delle dive e dei divi del cinematogra- f o: bicarbonato di soda! Naturalmente la risposta della Denis era ed è una risposta spiritosa, ma chiara ed esplici- ta. Già si sa che la vita di coloro i quali si sono dedicati al cinematogra, io non è d e lel più tranquille, anche se molti, troppo erroneamente, credono i l contrario; si sa che la giornata di un attore è una delle più agitate e movi- mentate: che meraviglia dunque se l'at- tore non mangia bene, o mangia poco? Bisogna viverla una di quelle gior- nate per crederci appieno. Le attese snervanti, il lavoro febbri le sono gli alti e bassi più t ipici; gravi preoccupa- zioni per il lavoro cominciano a deli- nearsi fino dalle prime ore. . .; la cola- zione, il pranzo sono dimenticati: si mangia quando si può e come si può: ha poca importanza. Non sempre, per fortuna, ma molto spesso; poi, e gì- meno per un terzo del film, in media, quando ci cono gli esterni, a mezzo giorno non si mangia. Perchè? Per i l sole. L'esterno ha bisogno dpi sole. 11 lavoro cominciato noi» si può interrom- pere per una cosa così ¡tintile come i l cibo, quando ciascun'ora di lavoro uti- le costa migliaia e migliaia di l ire, Al- lora tutti, tra una battuta e un'altra, mangiano un panino e bevono qn'araW' cista. Di più non si può. Quando qWP' sto ripiego diventa un'abitudine co- stante, allora sì che il bicarbonato del- la Denis ha una ' ragione di esistere, Tutti gli stomachi finiscono coll ' irri- tarsi, si capisce! Non è una vita fel ice, ma ai} essa si giunge per vocazione irresistibile ; si affrontano tanti sacrifici e umi l iazioni che quella di guastarsi lo stomaco di- venta proprio una bazzecola! In genere gli attori, durante i l lavo- ro, mangiano sempre molto leggermen- te. Brodo, gallina a lesso, verdure, frutta. Niente fritti, arrosti formaggi, tutte cose pesanti e più difficilmente digeribi l i. Per lavorare bene bisogna aver digerito; questo lo sanno tutti. Ora si cong i uri che nna diva, diciamo una diva, cioè una donna ammirata e invidiata da mi l ioni di donne, ha qual- cosa come trenta minuti, massimo una ora di interval lo, quando si girano gli Ecco il signorino Gianni Grancheih, , figliò di u;is nostra cara, abbonata siciliana. Fin dal sèi eonde mese di vita la mamma, tenerissima, h? somrninistrat® alla nif creatura ma cucchiaino cji sugo di pomodoro. Qea ne prendi tre ¿ quat- tro, oltre, naturalmente, alla seguente rispetta- bile lista di vivande: CJre 7 (dopo il b|gt»o): U t ' te, due cucchiaini di biscotto macinato; ore 12: crema di riso con farina di legumi o cotta nel brodo vegetale o nel latte. Frutta (polpa di pe- sca o fico, o uva). Ore 16: crema d'orto o di avena cotta per un quarto d'ora nell'acqua zuccherata; latte freddo, ma già bollito, aggiun- to all'ultimo momento. Ore 19: come alla mat- tina. Negli intervalli, latte materno. Solleva una sedia con. una mano, è forte, intelligente, sano. Si interessa di giornalismo: vuol vedere le fi- gure. Presto ci manderà un articolo! Ha ir mesi e pesa kg. 10,400. Nessun disturbo nella dentizione. Auguri I esterni. Cosa può mangiare? Si arran- gia così, come può. Certo deve essere il più possibile franca e fresca; non potrebbe davvero mangiare in modo soddisfacente, Poi al lavoro. Il cinema oggi richiede una grande padronanza di sè e la massima distensione di ner- vi . Tra questo e quello c'è da perdere la testa, Anche quando i l tempo è maggiore, quando si può indugiare un quarto d'o- ra di più a tavola, la diva o i l divo ri- mangono sempre misurati. A chi fa del cinematografo, si posso- no perdonare tutte le debolezze, quelle della tavola, 110. Recentemente gli ame- ricani hanno presentato un grande film a colori A star is barn (É nata nna stella) il cui motivo drammatico era rappresentato da un attore del cinema che dalie vette della celebrità scende alla polvere porche aveya il vizio del bere. Questo è un vizio, ma anche pec- cati ben più l ievi sono dolorosamente puniti dal cinematografo. Stella o astro che sia, l 'attore è inchiodato alla sua linea. Non può ingrassare nè dimagri- re. Il cinema ha fatto di lui un perso- naggio, lo ha distaccato dal resto del- l 'umanità, il quale del resto guajda a Ini, come ad un essere irreale. E come gua- sta leggero, in nna critica di film, que- ste parole: « X Y la quale si è un po' ingrassata,..,. »! L' irrealtà, l ' idealità sfumano. X Y è una donna come noi che ingrassa e dimagrisce. Ahimè! Essa deve restare quella che è, quella che era il giorno in cui il pubblico l 'ha salutata stella. Niente bistecche, quin- d i ; soprattutto niente roba che piaccia! Vi sono Case che hanno contratti i quali prevedono penali per aumenti di peso da parte delle attrici, Immaginar- si quale regime rigoroso di nutrizione debbano esse seguire per impedire tali conseguenze! In conclusione: se volete mangiar bene, o almeno da cristiani, non fate de} cinematografo. Accontentatevi, do-- po una deliziosa e intima cena fami- liare, di andare a vedere l 'ul t imo film. Carlo Ma}atesta vvvvumuuvvmvvvvvm\ i vHi ' Vi u\v\vvMvvvuvvvv\ \muvv\ ' V\v i \ \m\Au t \ , . \u ; u\vvu Dopo una faticosa giornata negli « studios » cù nematografici, Joan Blqndell non rinuncia allo sane fatiche della cucina.
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