LA CUCINA ITALIANA 1938

LA CUCINA ITALIANA - Pag. 22 avv\vvvv\vvvv.vvaaaavvaw 1» Novembre 1938-XVII accuratamente asciugate, passate all'uovo sbattuto e salato (le cos'colette non deb- bono sostare nell'uovo ma soltanto es- servi intrise rapidamente e subito impa- nate in pane grattugiato, facendo su di esse pressione affinchè il pane vi rimanga molto aderente) ma soprattutto si tratta di friggere sempre in olio ben caldo, quando esso comincia a fare un poco di fumo. Attenzione che non fumi troppo. Questo, osservarlo sul principio; in se- guito il calore dell'olio discretamente ab- bondante e della padella (che deve ap- poggiare su fuoco piuttosto vivo) si con- serverà al giusto pumo da sè. Senza un buon fuoco, un calore giusto dell'olio e un'attenta sgocciolatura del fritto, che si deve ritirare man mano con l'apposito arnese di cucina, non si potrà ottenere un fritto croccante, digeribile, gustoso. Volonterosa Abb. 13366 - Genova » Pastella per fritture di mele ed altri frutti Farina grammi 100, un cucchiaio di olio fine ed uno di acquavite, un uovo, sale quanto occorre, acqua fredda quanto ba- sta. Spegnete la farina con il rosso d'uovo e gli altri ingredienti, versando l'acqua poco alla volta, per farne uni pasta non troppo liquida. Lavoratela bene col me- stolo e lasciatela in riposo per qualche ora. Quando state per adoperarla aggiun- gete la chiara montata a neve. Friggete ad unto bollente. Orsoletta Cotolette di melanzane Si scelgano dieci melanzane lunghe grosso e tenere, se ne tolga in parte la buccia a striscioline, si taglino nel senso della lunghezza in fette dello spessore di mezzo centimetro e si pongano a bagno lasciandovele per circa mezz'ora cambian- do l'acqua due volte; indi friggere in olio abbondante in modo che rimangano ap- pena indorate. Dopo fritte si prepari un ripieno così composito: si battano tre uova intere con poco sale, vi si unisca un etto di for- maggio grattugiato sardo o parmigiano, un etto di farina e latte quanto basta a ren- dere la pasta omogena. Spalmare su una fetta un cucchiaino di ripieno ponendovi anche una fettina di formaggio groviera o emmental e coprire il tutto con un'altra fetta; le due fette unite si spalmano esternamente prima da una parte con due cucchiaini di ripieno e si pongono subito nell'olio bollente, ipdi, in padella stessa, si spalma l'altra parte e si gira subito perchè possa crostare. Si procede in tal modo fino ad esauri- mento delle fette. La dose suindicata è sufficiente per cin- que persone. Peperoni ripieni Prendere dei grossi peperoni gialli o rossi, con un coltello bene affilato to- gliere ad ognuno il torsolo, semi ed i filamenti interni badando di non bucare le pareti. Si prepara un ripieno, sufficiente per il numero dei peperoni da riempire, compo- sto da: una parte di pan grattugiato, due di formaggio grattugiato, prezzemolo, aglio, sardine salate già pulite e sciolte nell'olio caldo, olive verdi senza nocciolo, capperi; vi si aggiunga quindi un sof- fritto abbondante di cipolla. Si mescola bene il tutto e se ne riem- piono i peperoni chiudendone poi l'aper- tura con un rotolo di pane rzffermo. Friggere .in molto olio voltandoli più volte; si possono servire anche freddi. Perchè i peperoni siano ben cotti, bi- sogna che esternamente abbiano acqui- stato un colore bruno. Melanzane ripiene Si scelgano delle melanzane di gran- dezza media, se ne tolga la buccia in tre sttriscie e si pratichi un taglio nel senso della lunghezza in corrispondenza di ogni striscia; quindi si mettano a bagno per mezz'ora. Si introduca in ogni taglio un pezzo di acciuga salata, un quarto di spicchio di aglio e del prezzemolo e si mettano a friggere in olio abbondante avendo cura di girarle di tanto in tanto. Dopo fritte si guarniscano con una sal- sa agrodolce così preparata: in un tegame si faccia soffriggere una grossa cipolla oppure dell'aglio, vi si aggiungano dei pomodori pelati (già privati dei semi) e si condisca il tutto con mol-o zucchero, sale e pepe quanto basta. A cottura completa vi si versi un bic- chiere di aceto, una manciata di capperi salati (già lavati) delle ol ivi verdi spac- cate a metà e prive del nocciolo e delle olive nere intere. Nella salsa così prepa- rata si facciano bollire tutte le melàn> zane per cinque minuti. Questa pietanza si può servire fredda anche il giorno dopo. Abb. Zdvatteri Rosetta Il rosso in terra Qualche abbonata, nel fascicolo di ot- tobre della « Cucina », ha chiesto la ri- cetta per dare il rosso ai pavimenti di mattoni. Un'abbonata ci scrive: « Si lava il pavimento con acqua pura indi si lascia asciugare. « Dopo circa due ore, si dà una spe- cie di vernice, così composta: 100 gr. di ossido di ferro rosso, 50 gr. di cera per pavimenti e poco più di 100 gr. di ben- zina. Si mescola tuttto ben bene e poi con un panno si dà sul pavimento. « Si lascia riposare per un giorno, indi con un panno di lana si lucida. Garanti- sco che è un ottimo mezzo poiché è eco- nomico, duraturo e facile a comporsi ». * * * .La signora « Frid., » gradisce molto la cooperazione delle amiche della rivista, ai suoi semplici insegnamenti di cucina pratica, specie quando tale cooperazione porta a conoscenza delle abbonate qual- che dato aflcora inedito! È lieta, perciò, di pubblicare integnlmente !a lettera di Volenterosa, con inclusa la « scappella- tura » alla quale è stata oltre ogni dire sensibile. * * # Una giovane abbonata della Campania ha sottoposto al nostro giudizio una que- stione che, per il suo carattere essenzial- mente muliebre, può destare un certo in- teressamento nelle amiche — tanto nu- merose! — della « Cucina » specie ih quelle massaie a cui incombe la cara re- sponsabilità di preparare il corredo per le figlie loro. Perchè la questione sulla quale siamo state interpellate riguarda appunto un cor- redo; quello della signorina Càmpana, prossima, a quanto sembra, a realizzare il suo sogno d'amore. Essa ci scrive : « Ho 50 lenzuoli come elementi prin- cipali del mio corredo. Vorrei sapere in quale numero, proporziomtamente a quello dei lenzuoli, dovrebbero essere gli elementi secondari; federe, asciuga- mani, servizi da tavola, indi menti per- sonali ecc., affinchè il mio corredo possa riuscire, in ogni parte e nel suo assieme, completo. Cinquanta lenzuoli! Che be' mucchio di tela; la nostra bella tela di cotone o di lino, in tutte le gradazioni della finezza e della morbidezza : dalla modesta ghi- nea resistente alla « mestola » delle la- vandaie, ai bei lini lucenti che nell'estate c'anno alla pelle un senso di frescura... La moda tende a sostituire a un fine di eleganza, il clàssico candore del lino con le tinte più variate; il rosa, l'azzurro, il viola e —! perchè no? — il nero. Si- curo. Abbiamo, come la più recente espressione dello scicche novecentesco, ^lenzuoli color ebano. Considerando questa novità da uh punto di vista, diciamo così, ottocenti- stico, ci sembra che, nel cacciarsi fra due lenzuola nere, si debba provare una sen- sazione macabra!... Ma può essere un punto d ; vista sba- gliato. Dopo una breve discussione rientriamo nell'argomento di questo trafiletto solo per additare in esso, alle nostre assidue un'occasione propizia, per scambiarsi, nelle colonne della « Corrispondenza » le loro idee e manifestare il loro senso di praticità e il loro buon gusto a propo- sito di corredi in genere e di quello della signorina Càmpana in particolare. Frida Un'amica dì tutte le sere : t l'ottima Cremo "Giocondal,, CREMA G I O C O N D A ! . L A N E M I C A D E L L E R U G H E AMICHE COLLABORATRICI E AMICHE ABBONATE! procurate nuove abbona te alla CUCINA ITALIANA Ri compenseremo con premii la vostra pr opaganda

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