LA CUCINA ITALIANA 1938

1° Di cembre 1938-XVII vvvvvvvaviwvvia\vvvaaa/iv\wv^^ Pag. 7 • L A CUC I NA I TAL I ANA Negli ultimi giorni di autunno il grigio del cielo, il desolato disfacimento della natura, ci fanno pensare alla fine di tut- te le cose, anche di quelle che più ci hanno dato piacere per la loro bellezza. Persino i pallidi e fragili fiori che si at- tardano sulle piante estive con inusitati tenui colori ci danno un senso di pena fatto più vivo dal cader lento lento delle foglie che abbandonano i rami, dai quali ebbero vita, e che ci parlano alto di di- struzione e di fine e tutto suscita la no- stra malinconia. Per rallegrarci, per tornare alla sereni- tà che fa tanto bene al nostro spirito, pensiamo ai bambini,. a queste meravi- glie di Dio, che ci riempiono il cuore di fresca, spontanea, delicata poesia: ai fiori delle culle e delle casel Così mi piace fi- gurarmeli quando me li vedo scorrazzare intorno chiacchierini e felici. Bambini, fiori, uccelli, sono di tutto il creato le cose più belle, ma i bambini riuniscono in loro, a un grado massimo, tutte le grazie della natura. Non trovate infatti che i loro visetti sono paragonabili ai più bei fiori; e l'agi- lità delle movenze aggraziate, - gli strilli giocondi, il chiassoso cinguettio, le inno- centi paure e le gioie irrompenti li faccia- no somigliare a graziosi uccellini? Pensiamo ai cari esserini, in queste giornate malinconiche e procuriamo di preparare loro un lieto Natale.' Il primo vagito di Gesù fu. salutato dal- lo splendore di una stella e dal tripudio di angeli festosi; la letizia de! Natale, co- sì pura e innocente, fa nascere in noi il desiderio di ritornare fanciulli senza le ansie e le preoccupazioni del domani, per godere nuovamente la spensieratezza dei piccoli, la fiducia degli uccelli, nel vigile amore del Padre che è nei cieli. Ogni paese, ogni regione ha le sue tra- dizioni per solennizzare questo giorno e sempre si trova in esse una unica essenza poeticamente avvincente: la gioia dei piccoli. Ora è il vecchio Natale che, carico dì neve fe di doni col suo cappello à pah di zucchero va- nella notte a riempire di balocchi e dolci le scarpine deposte dai bambini sui focolai, lasciando per quelli cattivi una frusta o il carbone. In altre regioni è il Bambino Gesù:« col capo ricciolino » e con una breve veste rossa, che rende contenti i bambini buo- ni lasciando loro dei bei regali e spar- gendo lacrime per quelli cattivi che gli recano dolore. Di antica data è l 'uso in Italia di pre- parare il Presepio. Fu S. Francesco, l'ita- Sanissimo santo, che nel 1223 pregò Vei- iita, signore di Greccio, di riprodurre la grotta che aveva visto nascere il Divino Bambino. Così fu fatto il primo Presepio. La notte di Natale frate Francesco vi ascoltò la Messa, cantò il Vangelo acco- sto alla mangiatoia e predicò sulla pover- tà con animo così acceso che — oh! mi- racolo — tutti i presenti accertarono di aver visto l'effige di Gesù Bambino levar- si, muoversi, carezzargli dolcemente il vi- so emaciato. Da allora venne la consuetudine di fa- re il Presepio anche nelle famiglie e, se- condo la possibilità di queste, vengono fatti grandiosi e pittoreschi, semplici e modesti, ma sempre i Re Magi portano i loro doni ai bambini per farli felici. V i ho parlato presto del Natale, per in- citarvi a cominciare subito ad occuparvi dei preparativi. Con tempo a disposizio- ne, buona volontà e molto amore, si può fare dei miracoli e rendere felice la ho- Ave Longi stra nidiatina anche con una spesa mi- nima, perchè non sono i giocattoli più co- stosi che sono più graditi ai piccoli. A volte ho visto lasciar da parte gingilli di prezzo e divertirsi con altri da pochi sol- di, che per qualche ragione, sfuggente, al- le persone grandi, piacevano di più. Desidero che voi, amiche mie, possiate comprare dei bei regali ai vostri figliuo- li e vedervi intorno 1 cari musini risplen- dere di felicità. Ma non dimenticate i bambini bisognosi; questo vi farà più liete. Una mia giovane amica, con giusta sod- disfazione, giorni fa mi faceva vedere tanti indumenti che ha già preparato per i poveri. 1— Guardate questi pantaloncini — mi diceva — li ho fatti con un pezzetto di stoffa che da tempo tenevo in un casset- to e non sapevo che farne Onesta co- pertina vi piace? Sentite com'è caldai Av e vo tanti avanzi di lana, alcuni erano solo qualche gugliata, l 'ho tutta annoda- ta senza badare nè a colori nè a qualità, ne ho fatto dei gomitoli che poi ho la- vorato tutto al diritto. Sono stata tanto contenta del risultato che ho chiesto gli avanzi di lana anche alle mie amiche, le quali sono state ben felici di accontentar- mi levandosi una cosa per loro inutiliz- zabile. Ora ho la lana per fare ancora due copertine che ripareranno dal freddo altri teneri esserini. Guardate ancora questi golfini; alcuni sono nuovi, altri già usati e messi da parte perchè scoloriti, io li ho riguardati, ho ridato loro un po' di colore e, come vedete, sono portabilis- simi. Ammirai molto la giovane signora cosi buona e brava e la complimentai, perchè pur facendo la vita di società, diverten- dosi, giocando a ramino, a bridge, ecc. ., trova il tempo di occuparsi, non solo dei suoi bambini, ma anche di pensare ai pic- cini meno fortunati. La felicità di essi è particolarmente f a ' vorita dal Governo Fascista che celebra, giusto nel periodo Natalizio, la « Giorna- ta della Madre e del Fanciullo ».

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