LA CUCINA ITALIANA 1938

LA CUC INA I T A L I ANA > Pag. 20vvivvwvvvvi/vvvvvvv/vm/vwwvv^ 1° Di cembre 1938-XVII N i n n a - n a n n a La mammina aspetta con ansia gioiosa la venuta del piccolo essere che sarà luce della sua casa, vincolo che la stringerà sempre più intimamente al compagno del- la sua vita. Santo è il momento atteso dalla donna ed ogni mamma sente la re- ligiosità umana, con la quale deve cir- condare la sua creatura ed uniforma la propria vita morale a chiarezza, ed an- che se non lo sa, intuisce che questo suo stato spirituale influisce psichicamente su Tesserino che è in lei. E lo t f gna, buono, c lo sogna forte e bello. L.a maggiore coscienza igienica su la sa- lute generale e particolare al riguardo del- l ' infanzia; le previdenze sociali con con- sultori prenatali, dispensari lattanti, re- fettori materni, antitubercolosari, oltre ad avere visibilmente diminuito la percentua- le della mortalità infantile hanno enorme- mente aumentato quello dei neonati sani, regolari nella costituzione, pronti ad un rapido, corrispondente accrescimento. Nelle donne di tutti i ceti sociali ven- nero a cessare ridicoli e talvolta perico- losi pregiudizi, e la coltur* generale al riguardo, fece un balzo in avanti. Nessun dubbio che il bambino, se solo la madre se ne vuole occupare, non sia igienica- mente osservato, seguito, curato. Dove nelle cognizioni che chiameremo d'ogni giorno, si lamenta una grave lacuna è su l'alimentazione della donna sana, sia nei mesi dell'attesa, quanto in quelli d'allat- tamento O si esagera in una disordinata abbon- danza o in una dannosa limitazione. Noi ci occuperemo perciò della dieta qualitativa e quantitativa durante la ge- stazione e durante l'allattamento, funzio- ne che ogni mamma deve essere orgo- gliosa di potere compiere. Se in uno o nell'altro stadio, sarebbero da condannare perchè dannose al nascituro stesso od al lattante, forme capricciose, prepotenti, petulanti nella donna, sia nel mangiare quanto nella convivenza coi terzi, anche i familiari o chi per motivi di lavoro od altro le fosse vicino, devono osservare dei riguardi a suo confronto; riguardi che la donna, veramente degna di tal nome, do- yrebbe sempre meritarsi d'avere. Norma comune, se la vita della futura madre si svolge regolarmente, è di non portarvi mutamenti fondamentali di abi- tudini o di vitto, ma di continuare senza esagerazioni il consueto lavoro, l'abituale dieta; il moto che si è soliti a fare, e se si conducesse vita troppo sedentaria, mu- tarla in una di regolare movimento Per la dignità del buon censo sociale, nessuno più crede alle famose voglie. Sarebbe il caso d'incontrare qualcuno con nn panino al posto di un occhio od una salsiccia pendente da un orecchio a guisa d'orecchino, quando pensiamo al deside- rio imperioso di qualche povera denutri- ta, di fronte ad un negozio di commesti- bili fornito d'ogni ben di Dio. Probabil- mente fu una ingegnosa trovata, che poi prese piede, di qualche accorta persona b a m b i m i o n o i n o La più gacra del le funz ioni umane per potersi rifare, nella casa, di grette economie della mensa. C ' è bensì un periodo, che ha termine generalmente l coi tre mesi, con molte dif- ficoltà di digestioni e di assimilamento. Mutamenti nel carattere. Pasti leggeri e frequenti, assecondando l 'umore di compatibilità dello stomaco stesso che rifiuta cibi confacenti, gustosi, leggeri, per altri più rozzi e forse prima mal tollerati. C ' è chi riesce a vincerla col dolce, chi col sale, chi con dieta solida, raramente con la liquida. È quasi comune il gusto per la frutta ed il beneficio che ne deriva, facendone largo uso alla madre ed al bambino, fan consigliare di pren- derne in abbondanza, pur evitando le indigestioni. Il problema alimentare durante le fasi della maternità, è problema di primo pia- no, per la sua grande importanza dal punto di vista demografico. In rapporto alla diverse tendenze in proposito, pos- siamo valutare intorno alle 3000 calorie il fabbisogno alimentare energetico mas- simo, giornaliero della gestante; senza di- menticare che si tratta di un problema in- dividuale legato, oltre che all'attività muscolare e costituzione fisica a fattori esterni come clima, abitudini, stagione, tranquillità morale, di ambiente. Sappia- mo che le calorie vengono fornite al corpo dagli alimenti, rappresentate da • • 0 quella quantità di calore necessaria ad elevare di un grado la temperatura di un chilogrammo d'acqua. Le cerchiamo nei tre gruppi essenziali dell'alimentazione : albuminoidi, grassi, carboidrati. Stabilito un mirimò nell'ali- mentazione della donna nel periodo deTla attesa, sorge la domanda quali siano le conseguenze sul complesso materno e del nascituro di una alimentazione quantita- tivamente insufficiente. In questo caso Tesserino che sta formandosi si arroga tutti i diritti; se la razione alimentare materna è insufficiente, at t 'ng; diretta- mente il proprio materiale dalla disgre- gazione dei tessuti della madre, la quale dimagra. Si son fatte osservazioni fra l'alimentazione materna ed il peso dei neonati, trovato sempre superiore in quelli di cui la madre mangiava quotidia- namente carne e grassi. Non si deve di- menticare la possibilità che figli nati ap- parentemente sani risentano nel loro ulteriore sviluppo della scarsa nutrizione materna, non avendo nei propri tessuti elementi per un normale accrescimento. Deficienze sensibili anche nella seconda generazione ed oltre. Il bimbo è come la pianta che seguendo la legge di natura, sottrae al terreno dove germoglia e cre- sce, tutto il suo fabbisogno. Spetta alla madre, come un dovere, ed a chi le è vi- cino, il sorvegliare che la dieta sia corri- spondente e mista nella sua composizione, con adeguata ripartizione di carne, for- maggi, uova (albuminoidi); grassi; verdu- ra e frutta. Lo so, perchè le avvicino, che una schiera numerosa di donne, mangerebbero adeguatamente avendone la possibilità ma- teriale, ma anche una buona metà di queste, se fossero meno ignoranti in eco- nomia domestica, talvolta meno poltrone e testarde nel mantenere er r i ti abitudini, potrebbero con eguale spesa ed un po' più di briga, mangiare meglio, loro e la loro famiglia. Soino ben certa che quasi nessuna di esse legge « Cucina Italiana », eppure questa parentesi la scrivo proprio nell'interesse loro per ri- svegliare cioè nelle numerose assidue al nostro giornale, il desiderio di propagan- da verso la sorella più ignorante alla quale è pure affidata una famiglia, spes- so più numerosa della nostra, e che attenderà a sua volta dei bambini. È per l'amore a questa razza italir a questi piccoli che devono crescere forti e belli che il Duce ci dice : « andate verso il popolo »; e credete, siamo nei donne che possiamo fare lentamente, pazientemente, con affettuosità l'opera buona di innal- zare il livello sociale e morale della fa- miglia. L'opera di penetrazione renden-

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