LA CUCINA ITALIANA 1938
I o Di cembre 1938-XVII /wtww»Vi<fcv p a g . 31 . L A CUC I NA I T A L I ANA AUTARCHIA IN CASA Dal 18 novembre 1935 la parola d'or- dine lanciata dal Duce a tutti gl'italiani è stata: autarchia. 11 popolo italiano, quel popolo che al tentativo di iugulamento di 52 Nazioni ha risposto con tanto slancio di fede, ha rac- colto il mondamento ed ora è tutto pro- teso, con la sua disciplinata passione, a vincere la grande battaglia che, senza al- cun dubbio, è per l'Italia di una impor- tanza vitale. Come va intesa l'autarchia? Il conside- rare la sostituzione pura e semplice di prodotti stranieri con prodotti italiani non è che un solo lato, se pure il più imme- diato della battaglia^ Limitare i bisogni e di conseguenza il consumo, è un altro lato della questione. Utilizzare tutto quello che c'è di utiliz- zabile e che sino ad ora è andato per- duto, ci sembra rappresenti un'altra faccia del poliedro. Noi intendiamo in questi piccola ru- brica che si inizia, di richiamare l'atten- zione delle nostre lettrici su questi tre aspetti, fornendo consigli che possano concorrere alla risoluzione di tanto pro- blema. Saremo lieti se sapremo che la nostra fatica sarà riuscita ad insegnare alle mas- saie italiane qualche cosa di utile che, ol- tre a giovare alla loro economia dome- stica, avrà dato loro modo di contribuire, nell'ambito della famiglia, alla vittoria fi- nale nel campo autarchico. Ma saremo anche grati a quelle gentili lettrici che vorranno rivolgerci delle do- mande alle quali ci ingegneremo di ri- spondere, o che saranno così cortesi di fornirci suggerimenti o consigli, frutto della loro personale esperienza. E, tanto per cominciare, vi consigliamo di non gettare alle immondizie le bucce dei limoni spremuti, perchè di esse si possono fare parecchi usi. Intrise, ad esempio, in polvere finissima di pomice, servono magnificamente a pulire e luci- dare oggetti di rame o di ottone, ed in- cisioni. Questa primavera, poi, quando biso- gnerà ritirar fuori i cappelli di paglia, in- segneremo il modo di ridare ad essi l'ap- parenza del nuovo per mezzo delle bucce di limone. Le brave massaie ascrivono a loro van- to di veder tutto lucido in casa; rami, stoviglie, maniglie ecc. Molti dei lucidi per metalli sono di importazione estera, mentre se ne possono fabbricare facil- mente degli economicissimi anche in casa. Eccovi alcune ricette: a) per l'alluminio, è un buon lucido iii polvere il seguente : magnesia usta parti 4, carbonato di calce parti 3, tosso da lucidare (ossido ferrico) parti 4; b) per rame e ottone, anche questo è in polvere: acido tartarico parti 2, tri- polo parti 2, rosso da lucidare parti 1$ c) per tutti i metalli dolci, i lucidi in lattine che si trovano in commercio, quasi tutti di provenienza estera, hanho composizione simile alla seguente« oleina parti 6, petrolio patti 3» ammoniaca par- ti I, acqua parti 20, bianco di Spagna parti 16, alcool denaturato parti io; d) per lo stagno o la latta: olio o grasso parti 100, soluzione di carbonato di soda al 20 % parti 100. Agitare a caldo ed aggiungervi farina fossile (terra di Tr i- poli) quanto basta per fare una pasta. La brava massaia dedica le sue parti- colari cure alla biancheria; costa cara la biancheria, e occorre conservarla a lungo. Fa sempre una gran brutta impressione veder distendere sulla tavola una tovaglia tutta bruttata di macchie. Per togliere le macchie di frutta che sono le più comuni e le più difficili a sparire, vi consiglio cu usare acqua di cloro che si prepara nel modo seguente : Si fa una soluzione di cloruro di calce al 3 %. si filtra e vi si aggiunge il 2 % di acido cloridrico. Bisogna aver cura di conservare questa acqua in un recipiente di vetro scuro, tenendo ptesente che dopo qualche tempo si altera. Si può anche provare ad impallidire le macchie con latte cagliato. Quando il latte è stato bene assorbito dalla stoffa, insaponate e risciacquate. Avv i ene spesso che le donne di servi» zio a causa del ferro troppo caldo, av- vampino la biancheria. Per rimediare a tale inconveniente, preparate il seguente liquido. di cui vi servirete al momento, curando di risciacquare poi subito il lino. Fate bollire 60 grammi di terra da fol- lone in mezzo litro di buon aceto di vino insieme a 5 grammi di sapone raschiato ed al sugo di due cipolle. Prima di ado» perarlo, curate di agitare questa sostanza, che si presenterà alquanto densa. Se l'aceto è intorbidito, non lo buttate via: si riempie per metà il recipiente che lo contiene con pezzetti e trucioli di le- gno di faggio e si chiude ermeticamente lasciandolo riposare per otto o deici giorni. Quando, invece, l'aceto ha un colore sgradevole, si agita quattro volte in due giorni, con due o tre grammi di carbone . animale lavato, per ogni litro di aceto. Poi si lascia in riposo e si filtra. Si otterrà in tal modo un aceto com- pletamente decolorato e per ricolorarlo si potrà mescolare ad un poco di vino. * - vvvvwvwv^'vvvvvvvvvvvvvvvvvvvv^vvvvvvvtvvwvvvvv^ fi prilli© risultato dei concorso per gli abbonamen ti Hanno incominciato a pervenire alla nostra Amministrazione, in via Cassio- doro, 15, Roma, Io pr ime migl iaia di abbonamenti nuovi procuratici dalle nostre abbonate più fedel i. L'Amministrazione ha subito iniziato la spedizione dei doni al le nostre care propagandiste. Hanno, pertanto, ricevuto i premi promessi le s ignore: A C C E T TURO Cesi la, Torremaggio- r e ; ANDR I CH BARUCCO Gina, Piove di Sacco; BOTT I NO GAMBARO Euge- nia, Genova; BOSISIO Gina, Bresc ia; BELLOS IO avv. Ambrogio, Mi lano ; CA- PONI Isabel la, Cavr i l l a; CORLI Gio- vanni, Merna; CONZA Maria, Genova; DE CONC I L IO Anna, Napo l i; DE SANT IS F ERRARE T TO Luisa, Como; FORNARA TAG I NI Fernanda, Lesa di Novara; FANO Rosetta, Roma; IN- C A RNA TI Gina, Roma; U B E R I NI Giuseppina, Fe rmo; LENZONI BE- R A RDI Fi lomena, Gal l ignana Pi s ino; MENNI LLO Luc ia, Moi j teol impino ; MECACCI STEFANI Vi rginia, Campa- gnanieo; MANZONI dott. L . , Chiara- vani; MERENDI Maria, Fi renze; NE- GRI Lidia, Fobello ; ROSSI GERMANO Giul ia, Tor i no; S PANP I NATO 01ga y Merano; SPOZÌO Rosa, Lu i no; SAL ZA Bi ce, Pet t ineugo; SABB IA Jolanda, Ca- salbuttano ; V I GL I OTTI Grazia, S. A- gala dei Go t i ; BELLER IO BA I OCCO Clara, As t i ; VERZONE BODO Lina, Merano; MAND I L LI Elisa ved. Curio- i l i, For l ì; MAR I NO Don Vincenzo, Parroco di Battipaglia ; C I ANI Pina, Roma. * * * Com' è noto, la Cucina Italiana riser- ba alle sue propagandiste dei premi. Essi sono: Due volumetti della « Bibliotechina Gastronomica » della « Cucina Italiana » a chi ci procura almeno 2 abbonamenti; Un magnifico romanzo italiano a chi ce ne procura almeno 5; Una cassetta delle deliziose specialità del celeebre Pastificio S. A. F. l l i Bui- toni di S. Sepolcro a chi ci avrà inviato la maggior quantità di abbonamenti. Giova ricordare che chi ci procura 2 'abbonamenti a nica avrà, in dono un romanzo italiano del- costo di almeno 10 lire, e chi cm ne procurerà 5 o più avrà 3 romanzi. Ricordiamo al le abbonate gentili che ci hanno mandato un abbonamento nuo- vo che. .. se ce ne manderanno un altro avranno diritto al premio.
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjgyOTI=