LA CUCINA ITALIANA 1938

L A C U C I NA I T A L I A NA - Pag . 32 o a w v v v w v w i w v i^ p D , , c c m f ) r e 1932 .XVII Funghi i n conserva Per conservare i funghi, mezzo eccellente è questo: cuocere con basilico e prezzemolo tre chili di pomidori ben maturi e salati e, dopo circa un'ora di cottura, passarli» allo staccio fa- cendo quindi restringere il passato in casse- ruola. Scegliere dopo 3 chili di bei funghi por- cini neri a testa stretta, sani e duri, pulirli ac- curatamente, tagliarli a fettine e farli cucinare a fuoco vivo in una padella dove già si sarà fatto colorire in abbondante olio di qualità fi- nissima uno o due spicchi d'agl io. Appena i fun- ghi avranno resa tutta l 'acqua, aggiungerci un pugno di prezzemolo trito e, dopo due o tre minut i, la conserva di pomidoro preparata in precedenza facendo insaporire tutto insieme per una diecina di minuti. Quando si vedrà la salsa abbastanza ristretta, toglier dal fuoco, lasciar raffreddare in piatto largo, mettere in vasi o bottiglie, chiudere con somma cura, ravvolgere i recipienti in un panno, immergerli in pentola con acqua fredda e lasciar bollire per circa un'ora. Far raffreddar? nella stessa pentola, poi asciugare e riporre. Ri f l es si « a c a j ou » Un'abbonata umbra ci chiede come si possa, con poca spesa, e senza l'ausilio del parruc- ch lere, dare ai capelli qualche bel riflesso tiziano, tanto in voga. Ecco il segreto... Da un buon profumiere si comprano 50 gr. di henne naturale, che si chiama appunto na- turale, perchè non è un prodotto chimico no- civo, ma un semplice estratto di una pianta come il tè e la camomilla, e quindi innocuo. Si scioglie questa polvere (in un piccolo re- cipiente d'al luminio o di terra, che regga la « cottura » a bagnomaria), in un quarto di litro d'acqua tèpida e si fa poi bollire 5 0 6 minuti, a bagno-maria, facendo attenzione che l'impasto riesca come una « polentina molle » senza pallottoline... omogenea, insomma. Si ap- plica ai capelli, cominciando dalla cute, con uno spazzolino e facendo mano a mano delle scriminature col pettine. Poi si fascia la testa con degli stracci e si lancia questo empiastro così, un'ora circa. Si lavano poi, con abbondanti saponate, i capelli, e si sciacquano infine con acqua e aceto. L'henne avrà dato così alle vostre chiome il simpatico riflesso tiziano che, ve lo diciamo in u.i orecchio... cuopre i primi filo d'argento, co- lorandoli pallidamente e senza affatto nuocere alla vostra salute... Questo procedimento è consigliabile a tutte le testoline castane, di qualsiasi gamma sieno, non alle bionde che diverrebbero troppo rosse, o alle brune, che perderebbero inutilmente il loro tempo. Mezzo etto di henne naturale costa 4 lire circa (chiedere che sia fresco per ottenere il maggior effetto possibile). Si rinnova l'applica- 2Ìone ogni 2 mesi, circa... e senza grande spesa, si ottengono riflessi acajou e miglioramento del capello. Poiché, per chi non lo sapesse, l'henne è un vecchio rimedio, che fin dai tempi più^ remoti, e specialmente in Asia, Turchia e Afr ica, le donne usano pre hiantenere le loro chiome sofàci, fluenti e pieghevoli... (Le abbo- nate che volessero ulteriori charimenti diretti possono chiederli, inviando francobolli per la risposta alla Segretaria di questo Giornale). Pe l l i c c io Per mantenere le pelliccie (d'ogni qualità e genere, e comunque sieno confezionate) occorre batterle» 2 0 3 volte la settimana, energicamente, con un iungo giunco sottile. Questo trattamento periodico evita alla polvere di annidarsi e dete- riorare il pelo e scongiura anche il pericolo delle tarme. I sacchi impermeabili nuocciono alla conservazione e bellezza della pelliccia, per- chè il pelo ha bisogno d'aria e di luce, per mantenersi vivo e morbido. Nel l 'estate si tengono le pelli in scatole di zinco o armadi, accuratamente pul i t i: si dà aria ad ogni capo, piccolo o grande che sia, di pel- liccia, due o tre volte al mese; si tiene esposto al sole, e si batte spesso col giunco prima di riporlo di nuovo. Nel l ' inverno — al momento in cui si vuole rimettere in uso la pelliccia — si deve addirit- tura ricorrere al pellicciaio sia per qualche ra- dicale trasformazione, sia per delle semplici ac- comodature ; il pellicciaio ha delle lavoranti per- fezionate che sanno cucire il pelo. Le sarte, in generale, non hanno quella maestria che occorre: (perchè anche questa è un'arte!) l'aggiustatura parrà ben fatta. .. lì per l ì— ma dopo, la pelle si aprirà presto, il verso del pelo non sarà stato scelto ben?, ecc. ecc Se, invece, volete dar solo una rinfrescata al vostro cappotto di pelliccia eccovi un metodo semplice e alla portata di tut te: Fate una puppatola di garza con del seme di lino e fatela bollire una mezz'ora, in un litro d'acqua. Quando l 'acqua sarà cìensa e collosa — levate la puppatola, lasciate freddare — sten- dete il vostro cappot-o di pelliccia sul tavolo, e passate un panno pulitissimo, ben imbevuto nel- l 'acqua di seme di lino — sul verso del pelo — per tutta la lunghezza del paltò, accuratamente. p !( C01i AVViili! UTILI C e n i e s i f T S » 7 0 la parola ÌOIfrfi ia fossa prorisle de l l ' I . 8" per renio) G I O IA 1N F AM I G L IA c on u n a C a s s e t t a Mot ta in occasione di una festa, una ricorrenza. 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Al l 'opra, signore... il freddo intenso è venuto, d'un tratto, a por fine alle belle ottobrate... che si son prolungate anche nel novembre. Bisogna coprirci, e con la minore spesa possibile, per non smentire la nostra fama di economiche mas- saie ! Ma rmi Molte abbonate ci chiedono, spesso, come si ripuliscono i marmi. Abbiamo già dato notizie sul modo di togliere le macchie principali più comuni: olio, grassi, cera, inchiostro, ruggine. Ad ogni modo ripetiamo : in genere, le lastre di marmo della cucina si puliscono con una pasta composta di : Pomice in polvere, finissima: gr. 20; carbona- to di soda: gr. 40; carbonato di calce: gr. 40; acqua e glicerina, quanto basta. Oppure con bianco di spagna e benzina, me- scolate. Per le macchie di inchiostro, acetosella (che è un veleno). Per quelle di ruggine, o di sangue, acqua di cloro e polvere di alabastro, oppure acqua addizionata di un 6 per cento di acido ossalico (veleno) e di un po' di grasso di an- timonio, e farina bianca o gialla. Si mescola il tutto, si stende sulla macchia, vi si lascia qualche giorno. Le macchie antiche d'ol io vanno lavate con benzina che si lascia sul marmo per qualche ora, rinnovandola se evapora. Le macchie di grasso, in genere, si tolgono con fiele di bue misto a liscivia e a sabbia finissima, o caolino, o (meglio) bianco di Spa- gna. Anco ra : Ma rmi Come si lucidano 1 marmi? Con trementina mista a cera d'api. Un encaustico ottimo è : Essenza di Trement ina: gr. 60; cera bianca: gr. io: sandracca: gr. 10. Si prepara una pasta a bagno maria (atten- zione al fuoco!) e si da sul marmo. Poi si la- scia qualche tempo, in modo che la trementina evapori, lasciando sul marmo soltanto la cera. Allora si sfrega vigorosamente con un panno- lano. I l p iù s incero E ora. .. il più sincero consiglio: affrontate lietamente il periodo della Santa festività. Gene- ralmente l'approssimarsi della fine del l 'anno porta con sè preoccupazioni, pulizie speciali, regali, conti da liquidare. Affrontate tutto lie- tamente, con animo sereno: nella intimità del- la casa, nella letizia dei congiunti, nella sod- disfazione che prova chi ha compiuto il proprio dovere familiare, umano, sociale, avrete largo compenso alle piccole noje inevitabili. E siate felici, care amiche abbonate e lettrici della « Cucina ». E' questo il voto di tutti noi, e quello in particolare di Pazienza

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