LA CUCINA ITALIANA 1938
12 LA CUCINA ITALIANA FEBBRAIO 19S8-XVT da il disturbo dì scrivermi àncora, beninteso sé sì tratta di consigli ga- strphomiéi. Sé si tratta invece dì con- sigli pratici la pregò di rivolgersi à « N i n a » che sarà lieta' di appagare il suo desiderio. MARITOZZI Ahi. A. G. 31911. — Sulla buona riu- scita dèi maritozzi influiscono essen- zialmente ii lièvito e là cottura — Veramente questi popolarissimi dol- ci. dovrebbero esser fatti col lievito dì pane. Ma per una massaia che si sferve del fornìho domestico, è prefe- ribile adoperare lièvito di birrài Per il lievitò di palié Ci vorrebbe il for- ilo di mattóni. Anche là cottura presenta le sue difficoltà. Nei pochi minuti — sei o sette — non più, che 1 maritozzi stan- no in forno, essi debbono cuocere é colorire senza perdere quella morbi- dezza che è la loro principale carat- teristica. Dunque forno caldissimo e orologio allá mano. Il procedimento è semplice: Per ti- na dozr' A di maritozzi occorrono due cento grammi di farina doppio zero é venticinque granimi di lievitò di Birra. Sgretolata il lievito cOh ié nia- hi si mette In una tàzzà e: si scioglie còft tin pò d'acqua tiepida. Si aggiùn- gono poi due cucchininte di farina, un'altra pò d'acqua, è còn un iìiesto- lirio ai dìména tutto ben bène. Poi si cüopre la tazza e sì mette al calduc- cio. magari - in un angolo del camino. Dòpo Un quarto d'ora, sé il lièvito è raddoppiato di volume, si cómihcià là lavorazione. Si dispone á fontana, sulla tavola il resto della farina: e ài centro ci si métte il lievitò déllà tazza, uri pàio dì cucchiaiate d'oiiò, una presina, di sale, e un pò d'acqua tiepida» in modo che ne risulti un impasto nóh tròppo sostenuto. Si lavora quésto impasto ' con forza fino a che non sia divenu- to Una massa morbida, ed elastica che si staccHi in uh sòl pezzo dàlia ta- vola sènza attaccarsi alle dita, Alló- ra Si fanno Incorporare ih essa due Belle cucchiaiate di zucchero: si la- vora pei- qualche minuto ancora, poi, fatta con la, pasta Una pagnotta si infarina e si tiene per un'oretta a lìèvitarè in luògo tepido, déntro una tazza infarinata anch'essa é copèrta. In questo tempo la. pasta rigonfia. Cò- si lievitata si togliè dalla tazza e si lavora sulla tavoia per farle incor- poraré Uba mànciatà di pinoli sbuc- ciati e una di scòrza d'arancia candi- te tagliate à fettùccié sottili. più quattro cucchiaiate d'uva, sultanina, cercando di ripartire equamente nel- la massa questi elementi. Si arrotola quindi la pasta sulla tàvola lievemente infarinata foggi an- dòne un solo cannello. Si divide 11 cannello In una. dozzina dì pezzi: si (iìspóhgónò quésti pèzzi, dòpo aver- ne arrotondato le estremità, sulla » lacca del forno lievemente unta di D i f e n d e r e . G o n s e i v a n o . Mi&iiBvanc © m o r b i d a ! Polvere ippocastano composta, — Ul- tima per le epidermidi delicate , che non tollerano t'uso del sapone. Con- serva tneravigHosatììetite dna pelle morbida e vellutata Una sola lavatu- ra con « Morbida » è sufflcièiite per constatarne le eminenti qualità. Da usarsi per le quotidiane abluzioni. - Con scàtola di ricàmbio L. 10 ® CREMA OSSIGENALA Ammorbidisce ed aumenta i tessuti sènza irritare ed Ungéré l'epidermide Imbianca rapidamente la pelle, to- gliendo macchie, bottoncini, lentiggini rossori, -irritazióni, tinta bronzina e giallognola. Si applica ài mattino. s Ila sera ed anche di giorno prima, d'usci- re incipriandosi pòi. — il vasetto ti. 12.50. © ACQUA FULVIA Dà vivacità splendore alle pupille càlmà ie Irritazióni dell 'occhio e là ,itine di stanchezza dando un seti so di r iposo - ¿ 'a scomparire j filamenti . snnguH:m ti la gonfiezza dèlie paipe- j bre, prevenendo oftalmie. L'Acqua Ful- via è preparazione speciale per l'igie- ne e la bellezza dell 'occhio: da usarsi con la massima fiducia, perché non solo ASSOLUTAMENTE INNOCUA, ma giovevole ed efficace. — L. 15 ia sca- tola con contagocce. © b ÉPI LATO RIO RAGAZZONI. Prodotto INNOCUO, non caustico, non irritante, di fàcile applicazione. Azió- ne rapida ed efficace. Il successo di questo depilatorio dipende dalla fun- zione razionale ili tiltti i suoi elemén- ti costitutivi. Le radici del pelò ven- gono gradatamente atrofizzate e di- strutte creando un ambiente sfavore- vole alla rinascita del peto. — Là sca- tola L. 8.50 © ACQUA LAVANDA RAGAZ- ZONI. La nostra acqua, di Lavanda e otte- nuta per distillazione diretta sui fio- ri in modo che l'aroma di tutti gli elementi si tonde in modo complèto e razionale. Prodotto eminentemente ScjiiiSito per profumò é di effetto sti- ntólàritè sui tèssuti. — Placòilè L. 9. © » E S l l U l - l l l O iU>Ì»ANLV Dentifricio di gran lUsso rósso rubino. Ha spiccatissime proprietà astringenti; Vivifica gengive e bocca di un bel co- lore rosso del tutto naturale e ridona al derité una bianchézza smagliante. Sintesi di distinzióne. — Tubetto pic- cola L. 3. Tubetto glande L. 5,59. © ACQUA COLONIA COKTAIL DI FIORI. Sintesi meravigliosa di una arte per- feta. resca squisita tenacità, di pro- fumo - fragranza, incomparabile. — Flacone piccolo L 5. 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Invece di olio si può adoperàrè bUi-rò, (cin- quanta granimi) e volendo fare dei maritozzi più fini, si possono aggiun- gere all'impasto duè uova. La spuma, dì tonno è un piatto à sè, che, almeno credo, non fa da cón- tornoj ma può èssere servita senza guarnizione, oppure con della maio- nese o circondata da uova sode, da insalata russa, e te. Ficco come si prepara la. spuma di tonno. Pestare nel mortaio trecento gram- mi di tonno di buona, qualità, sei ac- ciughe lavate e spinate e duecénto- -enticinque grammi di burro. Condi- to il pesto con un pizzico di pépe ma- cinato e il succo di un limone, riem- pirne, fino all'orlò, una casseruola di grandezza appropriata, battendo via via il recipiente sulla tavola affinchè nel conposto nòn rimangono vuoti. Circondare là casseruola, o stampo che sia. di ghiaccio, e dopo due óre sformare e servire immediatamente. VINO DI MANDARINO Abb. 65022, Fràncavilla di Sicilia. — Col procedimento che mi accingo' à indicarle non si potrà otténerè chè una modesta bevanda per usò di fa- ì miglia. D'altronde una massaia, coi mezzi tecnici limitati dei quali dispo- ne, di più non può pretendere è vero? Liberati i mandarini dalle scorse e anche dai semi che darebbero al vi- no un gusto amarognolo, mettere la polpa in un mastello o bigoncia di legno di una capacità proporzionata alla quatità dei frutti. Con un pe- stèllo frantumare la polpa pèr ridur- la in una poltiglia, fluidissima. Lasciare ia massa, ih luogo piutto- sto caldo — almeno 20 minuti — per- chè possa fermentare, iniziata là fer- mentazione visibilissima, per la schiu- ma e le bòiliciné che si formano al- la superficie — vi sono due vie da segui'-?: Se si vuole una bevanda lèggfe?mente aicooiica. e dolce, dopo 54 ore di fermentazione, filtrare il li- quido, e quello che esce dàlie polpe con la pressione. Altrimenti si lascia fermentare alcuni giorni fino a tan- to chè il sapore dolce è scomparso. Àvrèmo mia bevanda. acidula, friz- zante, aicooiica, per nulla dolce. For- se ne risulterà un liquido torbo ma
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