LA CUCINA ITALIANA 1938

FEBBRAIO 1938-XV-I LA CUCINA ITALIANA 15 dolo con un pezzo di flanellà imbe- vuto d'acqua con qualche goccia di ammoniaca. Cambiare due, tre, an- che quattro volte il punto della fla- nella con cui si stropiccia il bavero, fino ad aver asportato tutta la schiu- ma sporca che. si forma. All'ultimo pulire il bavero con un cencio imbe- vuto d'acqua pura. Le borse alle ginocchia dei calzoni sono una conseguenza della, trascu- ratezza. degli uomini che non si tira- no su i pantaloni quando si mettono a sedere. Possono sparire rivoltando i calzoni, e stirandoli con un fer- ro caldo. Ma fra il ferro e la stoffa occorre mettere un panno bagnato. Grazie dell'abbonamento procura- toci. prima che rinascano le foglie, del solfato dì ferro in polvere, alla terra in cui le Ortensie sono state piantate. Abbonata N. 11072. —. .Cara ami- ca, la copertina iion sarà mandata, quest'anno, pèrche la maggioranza delle nostre abbonate ci ha fatto comprendere che preferiva rilegare l'annata con cartone, con tela, o con pelle, per conto proprio. L' indice in- vece,' che è molto gradito, è stato stampato e sarà spedito a tutte : pri- ma a coloro che hanno già rinnovato l'abbonamento, poi alle altre. Peri quel che riguarda la cera da scarpe, bisognerà che aspetti. Non mi ver- gogno a confessarle che proprio non so come si faccia, e ho scritto ad un chimico specializzato per aver noti- Apparecchiatura in paglia coliorata di Firenze (Foto Paol i) Dorotea Sicilia. — Io non adopero mai le varecchine del commercio e non permetto mai che sieno adope- rate dalla domestica. Il miglior bu- cato è quello fatto in casa, con ac- qua caldissima, nella quale sia sta- to sciolto del sapone. Se può, ag- giunga 5 grammi di trementina per 5 litri di acqua calda. Lasci, la bian- cheria immersa per tre ore e poi sciacqui in acqua fresca. Ho letto in una preziosa Enciclopedia Dome stica che per i tessuti di lino più fini si può sostituire la natata lessa- ta al sapone, per sfregare i panni e che la biancheria acquista una finezza notevole. Bambina 900. — Mi piace imma- ginarla nel suo bel giardinetto, in- tenta a curare le sue belle piante. Questa davvero è una occupazione gentile. Lasci però stare, ora, i suoi rosai, e aspetti a febbraio a potarli. Fioriranno più presto che se li po- tasse a marzo e aprile. Per ottenere nelle ortensie quella magnifica colorazione in azzurro che le fa così belle, occorre mescolare, zie. Potrei invece dirle come si fab- brica. il lucido per le scarpe di pelle verniciata: ma forse questo non la interesserà,,, Bianca. — Non è detto che se un abito bagnato si restringe al calore, la stoffa di quell'abito debba neces- sariamente contenere del cotone. An- che le stoffe di pura lana si restrin- gono, se sono esposte ad un fuoco vivace. Se un abito di lana è stato bagnato, occorre lasciarlo asciugare in una stanza calda e asciutta, ma lontano' dal fuoco. Ci metterà un giorno invece di un'ora ma non si restringerà. Una entusiasta abbonata. — Avere un abito da sera bianco, di una stof- fa che è una specie di georgette ma non è georgette, e macchiarlo di su- dore, di questi tempi, è una gran bella cosa. Perchè vuol dire che, di tanto in tanto almeno, Lei si muo- ve, partecipa, a qualche rappresen- tazione o a qualche festa. Noi dob- biamo essere delle ottime spose, del- le eccellenti madri, delle donne ca- salinghe ed econome: ma non dob- biamo divenir delle mummie noiose e selvatiche. E se i nostri mariti ci of frono di accompagnarli in qualche luogo, dobbiamo andare, liete di far fare ad essi una buona figura, felici se possiamo accorgerci ch'essi sono orgogliosi di noi Per il vestito macchiato, non ado- peri "sapone. Prepari una tenue so- luzione di ammoniaca in acqua te- pida, e vi immerga ripetutamente la parte macchiata. Una volta asciutta la stoffa, , la risciacqui in acqua aci- dulata con sugo di limone. Le mac- chie di sudore scompariranno. Quanto alla persona di riguardo, io le manderei un biglietto rispettoso, per chiederle il permesso di farle una visita di ossequio. A voce, poi, ella potrebbe invitarla a prendere una tazza di thè in casa sua. Grazie delle parole gentili. Vitalba. — Prima di tutto mi rallegro di cuore pel suo fidanza- mento. Ella sarà felice, e il suo spo- so troverà sempre nella casa di cui Lei sarà l'angelo custode, la pace, la letizia, la, serenità.' Poi, éecole i suggerimenti che con tanta grazia mi domanda. Sul rinascimento fio- rentino stanno bene stoviglie di ter- ra cotta smaltata a colori vivaci. Per i bicchieri, le bottiglie etc., è faci- lissimo trovarne che si intonino: tut- ti i magazzini eleganti ne hanno. La biancheria può èssere tradizionale: può anche essere soppressa e sostituita da tovagliette di oaglia. Ho veduto in un negozio di Firenze delle còse de- liziose, come quelle di cui' le ripro- duco la fotografia. In terra, in tal caso, andrebbero bene stuoje di paglia. Alle pareti, damasco rosso e verde. Quanto alle lampade, rinuncerei al ferro battu- to, che sebbene si intoni allo stile severo dei mobili dell'epoca ha però sempre un non so che di funereo. • Preferirei un lampadario di vetro di Murano, color giallo oro, o anche di pergamena dipinta, che faccia da abat-jour. Di nuovo tanti auguri. Nina P. S. — Questo numero della Cucina non è stato mandato alle abbonate ri- tarcsatarie. L'Amministrazione ha i suoi regolamenti: e d'altronde le abbo- nate erano stato avvertite, fin da di- cembre della necessità di mettersi in pari, con la spedizione della tenue quota pel 1938: L. 5,30. Preghiamo le abbonate diligenti, le amiche fedeli alle quali il Giornale viene inviato senza interruzione, di intensificare l'opera preziosa di propaganda, anche a favore di quella speciale Combina- zione « Giornale della Domenica - Cu- cina Italiana », destinata a procurare alle nostre abbonate la lettura di un giornale di letteratura, d'arte, di scien- za popolare, di varietà, di moda, etc., che è veramente il più bello d'Italia, e che costa pochissimo: da oggi al 31 dicembre 1938 Giornale della Dome- nica e Cucina Italiana: L. 19.

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