LA CUCINA ITALIANA 1938

24 LA CUCINA ITALIANA FEBBRAIO 1938-XVI • Gentile Direttrice, ' ilo letto l'articolo deU'.iàtìmo nu-, mero: «Un nemico della Cucina» ed ho pensato 'di avvertire Che vi'è con- tro lo ' scarafaggio un prodotto, an- cora poco conosciuto, ma' efficacis- simo. L'ho esperimentato anch'io e pos- so affermarlo. E' il Mentolo, una pol- vere. bianca, velenosa,' che la sera si mette, su' foglie d'insalata. ' Gli inset- ti la mangiano volentieri, e muoiono. So che è fabbricata a, Treiito^.ma noti, so con precisione se pressò 'il consorzio Agrario, o presso qualche altro istituto agrario. Abb. 74526 Borghetto sull 'Adige •STRUCCOLO DI MELE. ( STRUDEL ). • Prèndere duecento cinquanta gram- mi di. farina,' ammucchiarla 'sitila ta- vola e ' fattavi la fossetta, mettervi: un uovo intero, un cucchiaio ' di' bur- ro fuso, un cucchiaio di olio, un pò di acqua, tepida óve 'sia Stato' sciolto un cucchiaio di sale da cucina. Se la pasta riuscisse ' dura aggiùngere an- cora lentamente acqua tiepida. Lavo- rare con forza la pasta e 'poi la- sciarla ^riposare per trenta, quaranta; minuti'-sotto una pentola da prima riscaldata. Intanto, mondare e affettare, un chi- logrammo di mele, pulire ' un. etto" dì uva sultanina e. poi. metterla in. ba- gno nel ¡rhum (circa due cucchiai) ' grattugiare del-pane e. riprendere la pasta riposata, lavorarla, . ancora, stenderla t èu di un panilo o tovaglia e lì - spianarla , ben: bene . in sfoglia sottile: Va da se che la tovaglia ed il panno- deve essere infarinato. Spia- nata, passarvi sopra del burro fresco ungendo tutta la sfoglia, sparpagliar- vi dello zucchero in-,polvere, parte grattugiato, pólvere di cannella (non troppa) le mele, affettatey. l'uva sulta- nina, .un pò gonfiata dal rhum, pi- noli (circa cinquanta grammi) nuo- vamente lo zucchero e se si vuole la buccia di-un limóne. Sollevare i lém- bi della tovaglia, ed arrotolare il tut- to, chiudere - bene -ai lati» affinchè''il composto non esca » mandare in for- ilo su une lamiera imburrata o in uno stampo da torte facendo prendere allo strudel la forma di ciambella. Pì-inta di infornare, passare sopra al dolce un poco di burro. Calore del forno non troppo forte ed arrostire per quaranta, : quarantacinque minuti. mangiarlo freddo. Carla Mecchia COME SI FA LA PASTELLA. Pr ima maniera: Per fare la pastella si prendono duecento grammi di farina e cento Miti, di Memi, \ I . dolori .renali; tanto, comuni. In ambo I sess i . ,ma pio (refluenti nella donne, si devono prontam' er.te combattere aiutando i reni nella loro funi ione filtrante del sangue ed el imina- trice del l 'acido ur i co. - , ° . " . te più grandi c'elè.britS médl'che di tutto II mondo, raccomandano l'Urodooal come II solvente per eqcel !en;a del l 'acicài, urico. L'Uredonai rappresenta un vero depuratore ! d,ei reni sbaràz£an§joll da l c r i s t a l l i "urici e dalle impurità e 'tossine, che Incrostano II tessuto r&nale operando come .un meravi- pl ioso disintossicante del srn,gua. • ftuUs-im II rena. un campione di 'JRODOKAl • • ori libro dot Di. falvi» • l'ercht II sangue carico di acido urico rappresenta t«n pericolo » e tutll c o l o r o eh® - c omp r e n d o no 1« « s c o s - c i t i di c o n s e r v a r» la salute, ' fcftèrè» IJlBOR*fO« CWCTEUIN Re p . » 18, Via Mu t i l i l o • Ml tANO grammi circa di olio fino. Si deve fa- re una pasta molto molle, perciò se l'olio non bastasse si aggiunga ac- qua. Si importa per bene, poi ci si involtolano i cavolfiori già lessati e si friggono. Seconda maniera: Si prendono, grammi duecentocin- quanta di fior di farina, grammi sei di lievito di birra, si impasta ben be- ne, non troppo dura, e si lascia ri- posare per un'ora e mezzo o due ore. Poi si aggiunge ancora acqua e si rammollisce molto. Si avvoltolano in questa i cavolfiori, (sempre già' les- si), e si friggono in olio bollente. Anna PAN DOLCE ALLA GENOVESE. Le dosi sono: farina di prima qua- lità grammi duecentocinquanta, bur- ro grammi centoventicinque, lievito di birra grdmmi trenta, zucchero , gr. centoventicinque, uova .tre, due cuc- chiai di uvettaun ' cucchiaio dì pi- noli, ed. un cucchiaio dì dadini di ce- dro candito.' Stacciate la farina e prendete nella, quarta parte che scio- glierete inuna tazza- con il lievito 'e 'circa due dita d'acqua appena tièpi- da in modo da avere una pasta 'piut- tosto liquida. Coprite la tazza e met- tetela in luogo tiepido mo non troppo vicino al fuoco. Questa precauzione è necessaria perchè se il lievito sen- te troppo '• calore, sì brucia e perde tutta, la sua efficacia. Dopo circa un .quarto d'ora, il lievito avrà raddop- piato'il suo volume.'Versatelo allora in una terrina dove avrete' messo il resto della farina, ' il • burro, lo zùc- chero, ed i tre tuorli d'uovo. Impa- state, tutto con la mano e poi lavo- rate con forza la pasta sollevandola con le dita e battendola energica- mente contro le paréti , della terrina. Dopo : cinque o sei minuti, la pasta dovrà essere liscia, vellutata ed ela- stica e dovrà staccarsi, tutta intiera. 'Aggiungete allora le tre chiare che avrete a parte montate a neve indi l'uvetta e il cedro. ' Imburrate uno stampo 'della, capacità di' -Un litro e niez'zo circa.' La pa,sta''dovrà ' occupa- re poco più di un terzo di esso. Met-

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