LA CUCINA ITALIANA 1938

26 LA CUCINA ITALIANA I L GENIO IN CUCINA Un tentativo di Beethoven Se per arje gastronomica s'intende l 'armonia degli aro&i nelle vivande a soddisfazione del gusto, chi più di un musicista può concertare sontuosi banchetti? Nessuna meraviglia, quin- di, se genii musicali di ogni tempo si distolsero dalle usate partiture per sostituire il mestolo alla bacchetta e ritrovare II lor^ pubblico innanzi ad una orchestra di piatti e di vivande da Stimolare anche le inappetenze cro- niche. Rossini fece addirittura un'ostenta- zione di questa sua seconda attitudine e vi si dedicò con tanta passione e tanta assiduità che gli ospiti, quasi Capelli al vento, occhio pensoso e... verdura penzolante dal cesto, .. sempre gli stessi, s'intende, avevano a ben ragione tolto dai loro conti pre- ventivi quattro giorni al mese: quelli degli inviti del Maestro. Beethoven, invece, non aveva forse mai pensato di mettersi a fare della cucina e non l'avrebbe mai fatta se una .circostanza imprevista non ce lo avesse costretto. Perdute-le facoltà u- ditive; quindi impossibilitato a racco- gliere i suoni della natura viva, si ac- contentò di sprigionarli dalla sua grande fantasia .per la musica e con il palato volle trovare 'le armonie del gusto, certo di riscuotere quegli ap- plausi che avrebbe indubbiamente guadagnato. Chiuso nella solitudine meditativa della sua ventura, diven- ne malinconico, pensoso, visionario, e un bel giorno, chi lo sa il perchè, li- cenziò la donna di servizio e fece la cucina da sè. Nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere il grande maestro con il pa- niere delle provvigioni appeso al brac- cio, gironzolare fra le bancherelle del mercato, capelli al vento, occhio bas- so e pensoso, danaro alla mano e.... verdura penzolante dal cesto. — Se non ho l'udito ho il gusto, e se nella musica ho operatp miracoli anche sènza questa ' facoltà indispen- sabile, con il palato saprò preparare manicaretti invidiabili-e accontenterò Con questo preambolo logico il mae- stro si mise all'opera. — Mica male — si disse fin dai pri- mi esperimenti — mica male questi tortellini e queste anitre!... La verdu- ra, è forse un poco scotta ma l'arro- sto è aromat i ci e saporoso. Bravo Ludvig, sono certo che ti farai o- nore! * . Preso l'aire con dùzioni e ramò inviti a tutti gli amici per un pranzo — cucinato dal vostro Ludvig — aveva testualmente serittó. Il giorno del saggio si fece trovare innanzi al fornello in perfetta tenu- ta: grembiale bianco e berretta ina- midata dalla quale sbucava fuori qual- che ciuffo della sua chioma ribelle. Trovare l'austero maestro in fac- cende tanto straordinarie, mise il buon umore tra i convitati e Beethoven stesso aveva illuminata la sua fisono- mia severa, di una luce di gioia. S'iniziò il pranzo servito dallo stes- so cuoco. Alla zuppa le occhiate ma- ligne degli invitati s' incrociarono per ogni direzione della tavola, .mentre i cucchiai dei commensali pescavano sostanze vegetali ed animali galleg- gianti nel brodo da Spartani. . La convenienza, tuttavia, sospinse il braccio verso la bocca con sacrificio degli stomachi e giù, a smorzare, col disgusto l'appetito: la necessità lascia ingoiare volentieri anche il purgante, Beethoven, invece, si fece onore man- giando a sazietà. Il manzo bollito, duro come suola, non voleva cedere nemmeno ai coltelli affilati, mentre il contorno di legumi, via, si poteva ingozzare perchè, alme- no, era cotto a metà e la s'alsa non dispiaceva tanto. — L'arrosto, amici — esclamò Bee- thoven posando il piatto nel centro della tavola — è riuscito un po' trop- po cotto, ma in compenso è ben con- dito. Era veramente ben cotto, quel- l'arrosto, e i commensali lo intesero scricchiolare sotto i loro denti insod- disfatti come pezzi di carbone intin- to all'olio. Per ultimo servì un pudding somi- gliante ad un berretto fritto. Ma la frutta piacque molto: Beetho- ven l'aveva preparata bene. Povero Ludvig! sd avvide dell'insuo- L' austero maestro in faccende cesso e se ne rattristò tanto! Sentiva più come sordo che come buongustaio. Piccola sconfitta, questa, che nulla tolse alla severa maestà, dell'uomo na- to per la musica e non per la cucina. Testo e disegni di Fi l iberto Galeotti L I E V I TO ALSAZIANO / b u s t i na r o s a di g r a mmi 15\ I p e r g r a mmi SOO dì f a r i n a / è la f amó sa p o l v e re per ot tenere con p o ca spesa dolci Ottimi. È un pr odo t to del la S. A. Ital iana HOIÌICH d i .Milano u a l e r a c c o m a n d a a i b u o n g u s t a i e d a f f e z i o n a t i

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