LA CUCINA ITALIANA 1938
6 XACUCINA ITALIANA MARZO 1938-XVI La nostra amica è degna di ogni attenzione, e ha doti di serietà, di finezza, di cultura veramente pre- ziose. Essa spera che attraverso questo nostro generoso giornale troverà la sua strada. Ed io che conosco ormai per molte prove l'animo delle mie ami- che ne sono certa. Chi vorrà far pervenire le sue offerte a questa nostra gentile ami- ca, indirizzi presso il sig. Antonio Inglese - Via Carlo Alberto 12 - Roma. F. D. UN NOME PER UNA BAMBINA Un abbonata milanese ohe, pur non essendo ancora ventitreenne ha due bambine, una di sei ed una di due an- ni e mezzo, sta per doventare madre una terza volta. Forse in cuor suo la giovane mam- ma desidererebbe un maschio. Ma non osa 'confessarlo. Anzi, per dimostrare che è già rassegnata ad avere un'al- tra bambina, mi prega di suggerirle un nome di donna, breve, grazioso, po- co comune: insomma uno di quei no- mi fuori classe, che sono per chi li porta quasi un segno di distinzione. La preghiera di questa giovane ma- dre mi lascia perplessa. Scegliere un nome sembra una cosa senza impoi"- tanza: ma non è così. Per una donna il nome è come l'etichetta della sua jiersonalità. Spesso l 'etichetta promet- te bene... è il prodotto è scadente!... Ma troppe facezie sono state dette sull'antitesi dei nomi perchè io possa interessare le lettrici con questo ar- gomento. Preferisco di chiedere loro, specie alle giovani mamme, alle so- relline di Rosetta tanto care al mio cuore, di aiutarmi a risolvere l'ele- gante qustione che, mi è stata propo- sta. Come la chiameremo questa pic- cina che stà per venire al mondo? Se poi fosse un bambino, il nome lo ter- remo in serbo per un'altra occasione, che, se le cose vanno sempre di que- sto passo, non dovrebbe farsi attender troppo!... » . * Gentilissima - signora direttrice, plaudo incondizionatamente all 'articolo suo ed a quello del signor Giagnoni pubbli- cati su « Cucina » di Gennaio. Batta sul chiodo con insistenza, io dico che dovrebbe essere per legge insegnato alla donna di cucina e di economia domestica, come si insegna a scrivere e a far di conto. Quante famiglie più felici vi sarebbero! Diceva la Regina Carmen Sylva: — L'amore del marito, passa per lo sto- maco — E credo che sia vero. Grazie anche per avere accettato la proposta di alcune abbonate, e avere istituito la rubrica della « Corrispondenza fra le abbonate ». Vedrà col tempo che af- fiatamento! M' interessa tanto anche la rubrica di Nina, specie quando si occupa del- la questione delle domestiche. Vi so- no tanti libri che insegnano a noi pa- drone, e nessuno che insegni alle do- mestiche il modo di comportarsi con le padrone. Si faccia iniziatric la « Cucina ». E' un problma così spinoso! La saluto esprimendole la mia simpa- tia t>er la « Cucina » che Lei dirige con tanto amore ed intelligenza. Vorrei che tutte le donne italiane seguissero con attenzione convinta questo prezio- so giornale. Cornelia Mason. Trento. Gentile Signora Direttrice, Approfitto della corrispondenza f ra le abbonate per rispondere a 32 L. M. O. P. Posseggo anch' io un forno • da campagna in lamiera che da an- | ni uso felicemente, mettendolo su u- j na cucina a gas, ma lo sperimentai I anche sul carbone e sempre i miei | arrosti e i miei dolci riuscirono e j riescono alla perfezione. Il mio f or- j no ha un diametro di cm. ove entra il coperchio. Qualunque sia la di- mensione del forno, non importa per j '.a riescita. dalla buona cottura tanto i sotto che sopra. Il mio forno ha nel- I l'interno un disco di tej ra refrattaria i incassato in una tortiera di lamie- ra. Siccome mi sono accorta che i miei arrosti e i miei dolci cuocevano più sotto che sopra, allora ho fatto un esperimento che mi è riuscito: Sopra alla terra refrattaria ho mes- so uno strato di cenere setacciata di carbone alta 2 cm. Su questa o poi messo un disco di lamiera su cui ap- poggio la teglia o lo stampo a bo- dino che contiene si la pietanza, sia il dolce. Con la pratica ho poi ag- giunto, o levato, cenere secondo la cottura che mi risultava in seguito a questa operazione. Se nonostante le modificazioni da me suggerite, le preparazioni segui- tassero a cuocere più sotto che so- pra, consiglio di fare applicare sotto il forno un disco di lamiera con un buco rotondo, largo quanto il disco dei fornello a gas da cui esce la fiac- cola. Ultimamente ho fatto col mio forno un'arrosto annegato che è pia- ciuto moltissimo, e del quale ecco la ricetta. Abb. M. G. A. Milano. N. r B. — La ricetta dell 'abbonata M. G. A. di Milano è pubblicata nel- la collaborazione delle abbonate. Care 'abbonate di Modena, Desidererei avere la ricetta di una specialità Modenese: una torta fat- ta con pasta frolla, castagne secche lessate e schiacciate, cioccolata, no- ci e « credo » mostarda. Qualcuna di "Coi p o u ' e - p r o - a i v . r x n t . e i '. Ringrazio e saluto Rosa Neviani. Irma Vianello. — Se la crosta dei pasticci e dello Strudel le diviene troppo dura, dopo cotta, faccia la pasta più grassa e più leggera. La pasta per lo Strudel deve essere sot- tilissima e assai morbida. Cordiali saluti Abb. 74780 Care e gentili abbonate, Aderisco con grande entusiasmo to dolce (dunque, buono per i... golo- soni) «Co lato burico ». Ingredienti: 4 bicchieri di latte fre- 1 i. ...• ... "C ;ua; 350 gr. ili zucchero; 250 gr. di farina; 5 uova; mezzo chilo pasta sfogl ia; mezzo bic- chiere di miele. Si mettono a fuoco lento, l 'acqua e lo zucchero; intanto in una terrina si mescola bene, farina, uova, ag- giungendo lentamente il latte. Quan- do il tutto è diventato liquido, si ver- sa sempre lentamente, nell'acqua zuc- cherata che è al fuoco, girando svel- to, finché non si produce una crema densa. Profumar con qualche goccia di vaniglia. Si unge di burro un re- cipiente rotondo e, piuttosto basso, che si ricuopre di uno strato di sfoglia- ta. Su questa si versa la crema con sopra un po' di burro a pezzi. Si ri- cuopre col rimanente di pasta sfo- gliata e su questa, pezzetti di burro. Infornare a fuoco dolce, fino a che prenda un bel colore dorato. Intan- to, si stempera il miele in un po' di acqua, se è troppo denso. Ritirato il dolce dal forno e lasciatolo raf- freddare. si taglia a losanghe, ver- sandoci il miele perchè se ne inzup- pi bene. Una volta assorbito... man- giare. Che ne dice la signora Silvia Ken- ny Levik di questo dolce?! . .. Da quando mi sono allontanata da Port- Said non lo avevo più gustato. Ho provato a farlo da me e senza van- tarmi, ci sono riuscita. La ringrazio anche per tutte le pietanze; « t i po e- giziano » che ci offre, e sono sempre contenta di leggerla. Ho conosciuto « L a Cucina" Italiana » da quando mi trovo~qui ed ora, la compero mensil- mente. — E di Palermo Ve ne sono corri- spondenti?! . .. Vogl iamo chiacchiera- re un pochino sul giornale? Avanti dunque... E molti salutoni a tutte. Pseudonimo: Da Port-Said a Palermo ai >r po' f ra noi. Per essere bene accetta, vi offro la ricetta di un dolce,,, Mal- i e » 7« Signora Matilde AccinelH S. Bartolomeo del Corvo. Cara Signora, non so ;:o..:.. e-ip.valerle 1 3 mia gra- titudine per la spontanea espressio- ne di bontà e gentilezza e le dico su- bite. che sarò anch' io lietissima di scambiare con. lei qualche pensiero. Purtroppo non sono stata mai nella sua Palermo, che conósco soltanto, par numerose fotografie e per descri- zioni lette od ascoltate da persone j che hanno passato uh periodo pii o meno lungo di tempo nella sua splen- dida città che, con i suoi contorni, è un lembo di Paradiso! Sò anche che ; palermitani sono affettuosamente cordiali ed ospitali L'anno .scorso a- vevo sovente la compagnia di una Signot.a di Palermo e da essa ho avu- to la spiegazione di quelle « Lumie »
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