LA CUCINA ITALIANA 1938
MARZO 193S-XVI L- CUCINA ITALIANA 9 £'£. s. e. della Qjuucina A proposito della Scuoia Gastronomi- ca del Dopolavoro Fiorentino: L'articolo del prof. Giovanni Gia- gnoni pubblicato nel fascicolo di gen- naio della « Cucina Italiana » è stato letto dalle nostre abbonate con l'at- tenzione richiesta da un argomento la cui importanza esorbita dal limite del- l 'economia e del benessere familiare, per riconnettersi direttamente con la propaganda per l'indipendenza econo- mica della Nazione. Le parole che il Direttore della Scuola Gastronomica del Dopolavoro Fiorentino ha. rivolto da queste colon- ne alle donne italiane, sono giunte al- l 'anima di alcune fide amiche della Ri - vista, come un incitamento, che ha dato i suoi frutti ' con immediatezza spontanea. Tra le lettere di consenso allo scrit- to del prof. Giagnoni a noi pervenute da ogni parte d'Italia, due sono par- ticolarmente degne di nota in quanto che ci esprimono un interessamento fattivo, meritevole d' incoraggiamento. Risposta all'Ab}). U,526 - Borghetto sull'Adige. — Se desidera seguire il corso di lezioni teorico-pratiche della Scuola Gastronomica del Dopolavoro Fiorentino, si rivolga al Direttore del- la Scuola stessa prof. Giovanni Gia- gnoni (Firenze), dal quale avrà certo le indicazioni che desidera e i consi- gli che possono esserle utili per rias- sumere, evntualmnte. sull a nostra Ri- vista lo svolgersi di quel proficuo in- segnamento. Sig.ra Nella Bottaro Fici - Sampier- darena. — Pochi argomenti come quel- lo della questione alimentare conside- rata in rapporto ai fini economici, igie- nici ed autarchici, meritano una spe- ciale trattazione sulla nostra Rivista, che partecipa con tanto fervore alla propaganda per l'indipendenza econo- mica. Questa è la più convincente ri- sposta che possiamo dare alla Sua do- manda dietro la quale intuimo una proposta non ancora espressa m a a noi già tanto gradita. CANNOLI ALLA SICILIANA Signora De Nicolaìs di Nosse,- Napoli Se desidera fare i cannoli alla Sici- liana, cosa che non presenta difficoltà di sorta, cominci col provvedersi di una mezza dozzina di .cannelli di latta «u cui avvolgere i pezzi di sfoglia for- manti le scorze ossia gl'involucri dei cannoli. A tale scopo servirebbero an- che dei pezzetti di canna d'India da buttarsi via una volta adoperati; ma i cannelli di latta, oltre ad essere più puliti, hanno il vantaggio di rimanere per ogni nuova eventuale preparazio- ne di questi dolci squisiti. Si tratta di piccoli tubi di latta di due centimetri di diametro, e lunghi dai 15 ai 18 cen- timetri. Provveduti i cannelli, impasti sulla tavola 150 grammi di farina, un poco di strutto (quanto una noce), una pre- sina di sale, un cucchiaino da caffè raso, di zucchero in polvere e un tan- tino di miele, bagnando questi ele- menti con un dito di marsala oppure di vino bianco o rosso che sia. Otte- nuta una pasta piuttosto sostenuta, ne formi una pagnottina, la copra col to- vagliolo e la. lasci in riposo per un'o- ra; trascorsa la quale la spiani col rullo di legno portandola allo spesso- re di 3 millimetri circa. Fatta la sfo- glia, tagli in essa tanti quadrati di 10 centimetri di lato. Su ciascun quadra- to posi, diagonalmente un tubo e at- torno a questo avvolga il quadratino in modo che due delle punte vengano ad incrociarsi al centro del tubo. Ba- gni di chiaro d'uovo la punta che ri- mane all'esterno e la comprima col dito affinchè la scorza riesca bene al- lacciata. Metta i tubi così confezio- nati. due alla volta, in una padella colma d'olio a bollore, ritirandoli ap- pena le scorze comincia.no a colorire. Le lasci un po' freddare, poi le sfili delicatamente e prepari le altre. Quan- t do sono tutte pronte e già fredde," provveda a rimpirle. Mischi 250 gr. di ricotta con 500 gr. di zucchero in pol- vere (preferibilmente zucchero al ve- lo) e poi passi tutto per staccio, ma a poco per volta. Ne avrà un composto soffice, delicatissimo che potrà aroma- tizzare con qualche goccia d'acqua di- stillata di fior d'arancio, ed arricchire con oistacchi tagliuzzati, pezzettini di cioccolta e di scorze d'arancio candi- te. Con questa crema, servendosi di un cucchiaino molto piccolo, riempia con attenzione le scorze, chiudendone cia- scuna estremità con un piccolo frutto candito o con un altro pezzetto di al- tro candito. L'operazione riuscirebbe più facile se il composto fosse immes- so nelle scorze per mezzo di una tasca di' teia munita di una bocchetta ro- tonda liscia e grande abbastanza, per lasciar passre i pezzetti di cioccolata ed il resto. Le dosi di questa formula serviranno per una dozzina di cannoli abbastanza grossi. * * * La rivista di cui ha parlato non en- tra negli abbonamenti cumulativi dei quali fa parte la « Cucina Italiana ». Lei non può quindi chiedere nessuna riduzione sul prezzo di abbonamento a quel giornale. • * # Abb. N. 1622),. Sono lieta poterle dare, grazie alla cortesia della nostra egregia collabo- ratrice « Orsoletta » la formula del dol- ce ZENA. La troverà nella « Collabo- razione delie abbonate ». * * # Sig.ra Maria Genta - Foggia. Sicuro che può prendere parte con le sue ricette alla collaborazione delle abbonate. Le invii liberamente e noi sarmo liti di pubblicarle, specie se si tratta di specialità folkloristiche e di formule un po' fuori dell'ordinario. Co- munque tutto ciò che invierà ci sarà bene accetto. Come ci sono accette le sue gentili e spontanee espressioni di consenso. * * * Abb. 11072 - Chiari. Nell'A. B. C. del fascicolo di feb- braio è stata pubblicata la ricetta del- la cromatina. Lei non ha dunque che d a consultare il fascicolo suddetto, per avere le indicazioni che desidera. R. A. - Argentina - Roma. * * * L'unico liquido che può (a seconda della natura, delle materie coloranti) ravvivare i colori sbiaditi, è l'acido acetico. Se si tratta di un intero indu- mento lei può adoperare una soluzio- ne di acido acetico commercia.le al 10 per cento. In tal caso liquido e stoffa debbono essere scaldati insieme, nello stesso recipiente, fino ai 50 gradi (10 gradi più o mno di calore non danneg- giano). L'acido acetico, diluito al 10 per cento, non corrode e non è vele- noso. * * * Massaia inesperta. Nei « Consigli a Rosetta » troverà le indicazioni che chiedeva sulla maniera di fare il bucato. I recipienti di ter- raglia non Sono certo consigliabili per j] gas: ma, se sì tratta soltanto desila pentola del lesso, deve essere un'altra.
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