LA CUCINA ITALIANA 1938
MARZO 1938-XVI li trovasse nella minestra, potrebbe inferocirsi: ma per dei fili di lana... Si rassicuri, cara abbonata lontana. Non c'è nulla da temere. Il giovane tenga duro: resista alla catinellate materne, e il matrimonio si farà. Giovane sposa. — Le macchie di fango spariscono per lo più con un semplice lavacro d'acqua pura. Se re- sistono a questo mezzo, si può adope- rare un tuorlo d'uovo che si stempera in poca acqua tiepida e col quale si asperge la parte macchiata della stof- fa, insieme a un po' di sapone: o an- che il cremore di tartaro in polvere, che si applica sulle macchie bagnate di acqua: nell'un caso e nell'altro oc- corre poi risciacquare la stoffa con acqua pura. Le macchie di caffè si lavano con lo stesso metodo: soltan- to, se sono già vecchie, si aggiunge al rosso d'uovo stemperato nell'acqua tienida alcune gocce di spirito di vino. Massaia milanese. — Si, queste gior- nate primaverili sono proprio delizio- se,. e, come Lei osserva, fanno venire alla brava massaia la volontà di an- dare a spasso per i giardini pubblici, piuttosto che quella di stare in casa a serbare la roba di inverno. Ma... co- me sarebbe brava, la massaia, se non resistesse alla tentazione? La maniera per garantire pelliccie e abiti di lana dalle tignole o tarme, (che lei chiama in dialetto milanese « càrmol ») è questa: Si dà un a leggera mano di spirito di trementina sopra vari fogli di car- ta e si collocano questi fogli a rove- scio sui mobili ed arnesi infestati dal- le tignuole (o sospetti di poterlo es- sere). Se vi sono di questi insetti mo- riranno subito. Si può anche asperge- re le vesti e gli armadi che le rin- chiudono col medesimo spirito di tre- mentina. Basta coi esporre le stoffe all'aria per fare svanire l 'odore di- sgustoso. Alcune massaie mettono tr» le stoffe qualche pezzetto di canfora o di naftalina; ma questo spesse vol- te fallisce. Vecchia abbonata. — "Una volta nel momento di accomiatarsi i convene- voli erano molto in voga. Ora basterà una parola cortese, una stretta di ma- no. Si usa uscire rapidamente dal sa- lotto, senza troppi salamelecchi: in anticamera c'è sempre un servitore o una cameriera che accompagnano l'o- spite fino alla porta d'ingresso, a me- no che la padrona di casa non prefe- risca accompagnare da sè la persona. Cosa che veramente si fa soltanto pel- personalità di grande riguardo, o amiche intimissime. Siciliana. — La questione del lutto va. risolta con intuito e con tatto, te- nendo conto di molte circostanze, che variano da caso a caso, da paese a paese, anche secondo le condizioni so- ciali. Come' insegnare ad una madre, il cui dolore è infinitamente grande, che il velo va tenuto più in avanti che indietro? Non dubiti: la povera signo- ra saprà da sè vestirsi senza eccentri- I LA CUCINA ITALIANA cita e senza eccessive eleganze, por- tando con semplicità il suo abito di taglio severo ed il cappello nero an- che senza velo. E, comunque sia, quel lutto susciterà la riverenza di tutti. Le scarpe di camoscio sono proprio da lutto perchè opache. Monna Lisa. — L' idea di regalare alla sua amica un album, mi sembra un po' antiquata. Le offra invece un bel cestino da lavoro modernissimo. O... si informi, garbatamente, di che cos a desidera. Non c'è niente di male, e si evitano duplicati spiacevoli. Si ri- cordi di quel tale che ebbe, da 12 par- ti diverse, per il suo matrimonio, delle tazzine da caffè! Quando si tratta di persone ricchis- sime o di famiglie importanti, che ri- cevono, in occasione di matrimoni etc. grandi regali di valore, c'è l'uso di in- tendersi discretamente con le gioiel- lerie e gli argentieri principali. Un amico intimo, o un parente, va a visi- tare questi negozi, e dice: Sa, se per il matrimonio tale, o per le nozze d'ar- gento tal'altre, dovessero venire da lo ro a comperare un regalo, consigli questo e questo... Ma se si tratta di gente semplice, alla buona, come Lei e me, e la sua amica, piuttosto che re- galare un album di cui quella povera donna non saprà cosa farsi, domandi sinceramente, cosa vuole. Almeno avrà la soddisfazione di aver regalato una cosa veramente utile! Fiammi'ferin \ -, — Lo peseudonimo adattato starebbe a indicare un ca- rattere un po' vivace. E' il suo spo- so che l'ha soprannominata così? Per quel che riguarda i guanti, evi- ti la benzina, che è pericolosa, non pulisce mai bene abbastanza, e puz- za e unge. Se sono guanti bianchi li métta su un vassoio sfregandoli, con una spazzola, con una polvere di al- lume e di argilla finemente tritura- ta. Poi li scuota, e li cosparga di se- mola e bianco di Spagna. Li scuota di nuovo e sono a posto. Un altro metodo è di metterli in una soluzio- ne molto debole di latte e carbona- to di soda. Li sciacqui con acqua in- saponata: mai con acqua pura, per< chè si induriscono. Una volta lavati li torca, li sprema, li faccia asciu- gare a fuoco vivace, o al sole se è forte. I guanti di colore ritornano nuovi se lavati in una soluzione di 150 gr. di acqua, 15 gr. di sapone cosiddetto di Marsiglia (sciolto nel l 'acqu a a ba- gnomaria), 15 gr. di sale da cucina e 4 gr. di ammoniaca. Per tingere di giallo guanti, bian- chi usati sciolga dello zafferano nel- l 'acqua caldissima, e applichi con un cencino la tinta sulla parte este- riore del guanto, in modo uniforme, avendo cura di non macchiare l'in- terno, se no. avrà sempre le mani gialle. Cordialità. Pon-pon, — Se la carta-carbone non è lacera, ma solo picchiettata qua e là dall'uso frequente, lei può IT ridonarle una notevole freschezza applicandola sulla parte del rove- scio, su una superficie caldissima ma non bruciante. Per esempio sul tubo deila caldaja del termosifone. Gra- zia per gli abbonamenti. Cenerentola. —• Grazie della cara lettera. E grazie degli abbonamenti procuratici.' Se tutte le nostre abbo- nate fossero come te... Per quel che riguarda l'umidità dello studio e del salotto, umidità che resiste anche al riscaldamento, ti dico subito: prendi tre o quattro vecchi recipienti da cucina, zuppiere, piatti fondi, quello che vuoi : riempili di calce viva, e nascondi questi piatti sotto i mobili della stanza la cui esposizione, o cattive condutture, o altre ì igioni, espongono ad esser più umida. In po- che ore la calce avrà assorbito tut- ta l'umidità. Naturalmente bisogne- rà rinnovare l'operazione se ò ne- cessario perchè la causa è permanen- te: ma in generale basta una volta sola, se l'umidità è occasionale. Piccola 4111. — II pane non si conserva fresco se non con qualche precauzione. Non basta, involtarlo in un tovagliuolo, né chiuderlo in un armadio. Le proporrei questa sacca Per conservare il pane fresco speciale, fatta di due pezzi di tela bianca, cuciti insieme su tre lati, fi quarto è tenuto aperto e rigido da due stecche di legno infilate nell'or- lo. Si attacca facilmente ad una pa- rete..... Ho passato l 'abbonamento all 'Am- ministrazione. Riceverà subito anche il Giornale della Domenica con l'ar- ticolo sulla teoria moderna del so- gno. Perchè non si abbona anche a quel giornale? Vi è in ogni numero un disegno di John Guida, il più celebre disegnatore di abiti Nina R-, Castelletto Ticino. — Ca- ra omonima, non creda che ci sia- mo dimenticati di lèi. Ma la sua do- manda esulava dalla mìa. scarsa competenza specifica: le scriveremo fra giorni. Grazie per l 'abbonamen- to suo e per - rjuello del suo consorte all'altro giornale, N i n »
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