LA CUCINA ITALIANA 1938

26 XA CUCINA ITALIANA MARZO 1938-XVI ARET GASTRONAOMIC E SCIEANZ MEADIC IL R E SOP O N S j dle moedic gastoronom Tutti sappiamo come dall'indiscre- ta lettura delle linee della mano, gli specialisti in materia, i chiromanti, vedano ciò che di più occulto sia in un uomo, e quindi: carattere anche se non ben formato, tendenze varie, aspirazioni più o meno tenaci, virtù spiccate o latenti, vizi! palesi o re- pressi, amori presenti, passati e fu- turi; e ciò che di più evidente quel- l 'uomo stesso possegga, cioè intelli- genza, tendenze a malattie, malanni presenti e superati e, finaneo durata della vita. I psichiatri invece rilevano tutto questo dall'insieme somatico di un uomo tenendo in maggior conto la struttura più o meno regolare e sim- metrica dello scheletro, il maggiore o minore sviluppo del sistema pilife- ro, la presenza di scarsi o numerosi nei o voglie ubicati in un punto piut- tosto che in un altro del corpo, e sopratutto l'aspetto e la conforma- zione della faccia, con quanto di pre- ciso può svelare l 'arcata dell'orbita, gli zigomi e le mascelle più o meno sporgenti, 11 padiglione dell 'orecchio con il suo lobo e la sua spina, se e- siste, il naso se lungo, o breve, o schiacciato o pendente o rialzato, ed infine la bocca che tanto dice, pur rimanendo muta, con le sue labbra carnose o sottili con i suoi angoli guardanti in giù con sprezzo o rial- zati come per schermire, con il suo taglio netto da crudele o le sue si- nuosità da appassionato. Io non appartengo alla schiera dei chiromanti, nè purtroppo a quella degli psichiatri, perciò quanto ho detto non posso appurarlo dalle li- nee della mano nè dall'esame soma- tico di un uomo. Sono invece un der- matologo con tendenza spiccata al- l'arte gastronomica, intesa essa dal lato scientifico e tendenze a spianare quelle difficoltà che tante volte la stessa scienza non basta a superare. E mi si dirà « ohe c'entra la pelle con la cuc ina? », c'entri o no, io ri- mango dermatologo ed artista in ga- stronomia, come tanti e tanti ce ne cita la storia che furono Consoli ed agricoltori, medici e pittori, Re e macchinisti. Purché una tendenza non disturbi l'altra e si esercitino con amore ed onestà entrambe, si può essere due cose in una volta. Di- cevo dunque, io sono anche un cui-" tore dell'arte gastronomica intesa dal lato scientifico della parola, per- chè secondo me non vi è arte senza scienza, ed. il? virtù di questa mia. arte scientifica posse, basandomi su •una mia teoria che va sèmpre più imponendosi, far giungere la mia in- discrezione solo fino ad. appurare le aspirazioni del gusto e dello stoma- co altrui, oltre che alla capacità ga- strica ed alla celerità consumatoria dei miei simili. « Il viso è lo specchio dell'anima » anche, anzi, forse; ma io dico, giu- dicando dal punto di vista della mia arte « I l viso è lo specchio dei no- stri desideri gastronomici, delle no- stre preferenze cibatorie, della velo- cità con la quale si consumerebbe lo alimento appetito e sopratutto dello stato di vuoto più o meno assoluto dei nostro stomaco. • Quanto mi costi di indagini, pro- ve e specie di pranzi e colazioni of- ferte il giungere a queste convinzio- ni, è inutile dirlo. L' invito a desina- re o a cenare con me dei soggetto preso in esame era da parte mia preceduto da uno studio della faccia del soggetto stesso, studio conforta- to da un interrogatorio abile, dili- gente e sopratutto eseguito con di- screzione, per non offendere l 'amico, studio ed interrogatorio miranti a stabilire se il marchio somatico era corrispondente alle tendenze gastro- nomiche dei soggetto in esame. In tal modo ho potuto fissare dei tipi, nei quali sarei certo di non sba- gliarmi circa i gusti gastronomici e la loro capacità consumatoria. Così i soggetti alti, cosidetti slan- ciati, a ventre rientrante, con occhi vivi ' e lucenti, bocca larga, mandi- bola giusta, denti buoni, molto lo- quaci, se ci capita di' averli con noi a tavola, occorre trattarli con brevi minestrine saporite, intingoli piccan- ti, carne. arrosto e secca, buon vino variato ed Abbondante,, poca frutta, pochissimo dolce. L'opposto di questo primo tipo è il soggetto tozzo, grassoccio,. roton- deggiante nel viso, nei torace, nel- l 'addome, occhi piccoli e. patetici, na- so e bocca carnosa, spesso fossetta al mento, sempre pronto nell 'accetta- re un pranzo, salvo poi , a dimenti- care di essere atteso, espansivo fino alla noia, untuoso nel complimenta- re, . facile all'entusiasmo, alla gioia rumorosa, all'ira, alle promesse; fa- cile anche a dimenticare ciò che og- gi lo ha entusiasmato per essere poi tutto preso da altre cose nuove, che dopo un giorno dimenticherà pure. Questo è il miglior dei. commensali, mangia velocemente ed abbondante- mente di tutto, ;na' .preferisce, mine- stre lunghe e brodose, carni, in umi- de, nuotanti neli:intinto e guarnitis- sime di contorni vari;, zuppa di pe- sce, frutta fresca,; beve poco vino, rr>a copiosa acqua ghiacciata, in qual- siasi stagione. > " • Il terzo tipo é una, vera ' disgrazia per sè e per 11 prossimo che' ha l'in- felice idea di richiederlo a commen- sale. Si presenta quasi sempre pic- colo di statura e non molto nutri- to; una grande percentuale è affet- ta da Un difetto visivo per cui gli occhiali debbono sempre pesare sul suo povero naso lungo, sottile, a set- to ¿coperto ed umido; ha labbra sca.r- ne, canini aguzzi, parla in fretta e volentieri .mangia poco e questo o quello secondo l 'umore. Se tale ospi- te la cattiva sorte vi porterà alla vo- stra mensa, fornitegli un abbondante antipasto variato, in modo che egli possa scegliere ciò che in quél gior- no più gli aggrada; della minestra, qualsiasi essa sia, ne prenderà una cucchiaiata per gradire; più accetta sarà una costoletta ai ferri o una coscetta di pollo molto cotto al for- no, che chiederà il permesso di sbra- nare coi denti reggendola con le ma- ni, aiutandosi molto anche con le me- desime a portare in bocca le patatine mol to rosolate nell'olio che con gusto sgranocchierà rumorosamente. Forni- tegli frutta secca, vino asciutto e bi- scotti. Anche dal gentil sesso ho cercato di cavarne un tipo, ma arduo ed i- nutile è stato il mio sforzo. Molte ragioni concorrono a portare la don»- Massaie, leggete " La Cucina Italiana» na a cibarsi, tante volte, anche di ciò ohe aborre, e cioè la paura di divenire troppo grassa, il desiderio di eccentuare l 'arrotondarsi di certe curve che ha appena accennate o as- senti, la speranza di ricavare dal ci- bo una pelle bianca e rosea, di ren- dere gli occhi vivaci, i capelli lucen- ti. E poi domina: la moda, perchè anche f ra le bevande e le pietanze, la moda regna da regina ed ha schiave umilissime tutte le figlie di Eva. Infine non bisogna dimentica- re che con le donnine gentili, quan- do si 'è convinte di avere appurato qualcosa di vero e di preciso, dopo un'ora bisogna ammettere di essere agli antipodi della verità, e occorre ricominciare!... Le donne sono costan- ti' solo nella loro mutevolezza, e ciò spiega perchè possano graziosamente accontentare più gusti in una volta... ma lasciamo andare... che non è di tal' gusti ch'io sono chiamato ad in- teressarmi. A. RICCI

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