LA CUCINA ITALIANA 1939

LA CUC INA I TAL I ANA - P a g . il 1° Gennaio 1939-XVII IL NOSTRO CONCORSO Continuo a pubblicare le liste delle sei colazioni e sei pranzi sbrigativi, per fa- migUe di cui la massaia sia anche impie- gata, ed abbia perciò poco tempo dispo- nibile per la preparazione dei cibi. Av- verto che, data la, mole dei lavori perve- nutimi, e la quantità di essi, la pubblica- zione continuerà anche nei numeri pros- simi. La premiazione avverrà con la stampa delle ultime ricette, desiderando la Direzione saggiare anche l'opinione che, in seguito all'esperienza fatta, espri- meranno le nostre abbonate. (ìhiidm... ima .urna idea " Nina » bandisce un concorso interes- sante; solo il tempo concesso è ristretto, rispondendo un po' troppo al dinamismo _ dell'ora - presente. Ed il nostro Direttore ha fede che la soluzione, con le sue 36 ri- cette, saiti fuori dal nostro cervello al pari di Minerva, che, dopo quel famoso colpo di martello, si presentò armata di tutto punto. L' idea dell'abbonata milanese mi era stata espressa ancora da altre sollecite massaiette desiderose di avere delle di- stime complete di una cucina semplice, sana ed economica per una settimana. Soltanto, la fretta e l'economia, nella cu- cina, non vanno proprio molto d'accor- do. Ognuna di noi sa che per fare ritor- nare in tavolta sotto mentite spoglie gli avanzi, occorre maggior tempo che non, ad approntare .una bella, bistecca. Nel risparmio di questo preziosissimo elemento « tempo » nella cucina, abbia- mo molto da imparare dalle lavoratrici operaie, già da qualche generazione av- vezze a togliersi d'impiccio. Oràrio di lavoro limitatissimo, a mezzogiorno, e ne- cessità di comprendervi l'ultima prepara- zione e il consumo del pranzo con il riordinamento sommario del locale. Ed al- lora non c'è che. far tesoro delle ore della sera. L'abbonata milanese pensa ad un ciba da fare cuocere nell'assenza. Se c'è una qualsiasi persona in casa che possa sorvegliare la pentola. Te cosé cambiano aspetto, ma nel modo in cui il problema ci è stato posto si dovrebbe credere che alle nave o giù di lì, si chiu- da l'uscio di casa e buona notte: fino a mezzogiorno nessuno più rientra. Così, se al mattino si fosse posto a bollire, po- niamo. il lesso, c'è il caso di trovare cotta arrosto, rincasando, perfino la pen- tola. Oppure la quantità d'acqua dovreb- be essere tale da distruggere ogni eco- nomia di combustibile. Per le impiegate sarà invece indispensabile la cassetta di cottura, che con minima spesa potranno preparare da se stesse in casa, adattan- dola ai recipienti consuetudinari. Rien- trare e trovare brodo o acqua già caldi; legumi cotti; minestrone che si scioglie in bocca, e patate lessate e pronte da sbucciare, son già dei grandi vantaggi che non richiedono la ben che minima spesa. I requisiti da osservarsi confezio- nando la cassetta sono noti; forse non si sa che il recipiente (il quale deve essere coperto) deve essere mantenuto in ebolli- zione un quarto d'ora prima di porlo, circondato e coperto da sacchetti, nella cassetta. Dopo dieci ore la temperatura sarà ancora relativamente elevata e i cibi di lenta cottura promi. Torno a dire, se vi fosse almeno una donna di fatica le cose mu;ano, questa potrebbe all'ora indicata accendere il fuoco sotto la pentola, ma noi vogliamo studiare di risolvere la situazione anche senza quest'aiuto. Perciò incominciando dalla tavola, si preparerà alla sera, te- nendo pronte le bottiglie del vino e del- l'acqua, il cestino del pane e il piatto per la frutta, che si metteranno in tavola aì- l'ultimo momento. Arrosto, stufato, cotechini, legumi, bro- do, minestre da ricoprire col brodo, mi- nestroni di patate, si cuoceranno la sera prima, Oppure si porteranno fino a metà cottura per farla ultimare nella cassetta. La carne e qualche altra provvista, si prenderà o si ordinerà alla mattina an- dando in ufficio. La frutta del pari si prende al mattino e si deve considerarla elemento indispensabile nelle distinte. 11 mangiare affrettato, di gente già stanca, il riprendere l'occupazione a digestione appena incominciata non giovano nè alla digestione nè all'assimilazione. La frutta e il formaggio aiutino la digestione. Quando non si vuole nè si f uò cuocere alla sera, si prepari ogni cosa al mattino e si tenga tutto alla mano, pronto a ser- virci. Evitare recipienti stagnati e prefe- rire le nirofile e ali utensili «maltati. A I i renze le chiamano « rifieolone »: per tutto it resto d'Ital ia sono lampion- cini alla veneziana o alla giapponese. Comunque, danno questa mensa pronta per un « rinfresco » giocondo. un'aria festosa a

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