LA CUCINA ITALIANA 1939
LA CUCINA ITALIANA - Pag. 134 I" Maggio 1939-XVII E queost il vosotr quesito in fatto di buona creanz Come si sta a tavola? Domanda che mi vien rivolta da moltissime persone le qua- li pur avendo avuto una buona educa- zione fin dal l ' infanzia, si trovano qualche volta imbarazzate. Per dare delle norme di buon contegno sul modo di mangiare e di comportarsi durante i pasti vorrei rivolgermi prima di tutto ai genitori. Vor- rei dir loro che si impara a stare a ta- vola quando si è bambini perchè i primi insegnamenti sono quelli che rimangono impressi per tutta l a vita e danno la di- sinvoltura necessaria per far si che il com- portarsi in maniera educata diventi un fatto naturale e non dia nessuna impres- sione di fatica e di disagio. Se • si incomincia quando si è piccoli a mangiare senza far rumore, tenendo la bocca chiusa, adoperando le posate adat- te per ogni cibo, non mettendo i gomi- ti sul tavolo o non facendo nessuna del- le piccole cose che si vedono fare gior- nalmente da chi non ha una fine educa- zione, allora non c'è più pericolo di sba- gliare. Quando invece si deve imparare da adulti, la cosa diventa un po' più complicata perchè bisogna continuamente sorvegliare sè stessi ed i gesti non sono altrettanto naturali. Quindi per questo primo quesito che mi si è posto, mi ri- yolgo alle mamme. Si deve star seduti senza appoggiarsi troppo in avanti verso il tavolo nè tan- to meno sdraiarsi, per avere quale so- stegno la spalliera della seggiola. Bisogna tenere il cucchiaio in alto, ser- vendosi di tre dita e non agguantarlo co- me se fosse una zappa o un altro qual- siasi strumento da giardiniere. Lo si in- troduce in bocca alzando il braccio e non portando la testa verso il cucchiaio e te- nendo il braccio appoggiato al tavolo. Si mangia servendosene dalla parte della punta, badando a non sorbire per non fare rumore, il che dà fastidio a chi sen- te ed è antigienico perchè fa entrare dell 'aria nel l 'esofago. Non si prendono le puree col cucchiaio per metterle sul pezzettino di carne. Le puree si mangiano prendendole con la forchetta rovesciata. 11 cucchiaio serve solamente per liqui- d i : minestre in brodo, dolci con salse, macedonie di frutta, ecc. 11 risotto, la pasta asciutta, anche se di piccola dimen- sione, si mangiano con la forchetta. Per le uova al burro si può usare la forchet- ta ed il cucchiaio. La forchetta si tiene mettendo l'in- dice sul manico non troppo vicino alla punta. Lo stesso si fa per il coltello, che non va tenuto troppo in basso. Attenti a non strisciare il coltello sul piatto, quando si taglia, in modo da non pro- durre rumore. Si adopera il coltello soltanto per ta- gliare e non lo si deve usare per nessun cibo mol le: uova, cervella, verdure, pe- sce, pasta, polpettone, crocchette, ecc. E ' assolutamente da non farsi il taglia- re la pasta in brodo col coltello. Per certi cibi come per esempio pesce, frut- ta e dolci, vi sono coltelli appositi col manico d'argento e quando non si pos- seggono si usa la sola forchetta, con l 'au- silio di un pezzo di pane. Non si mette mai il coltello in bocca. Non si adopera il coltello per mettere il cibo sulla forchetta, la senape sulla carne; ma s' intinge leggermente la car- ne, presa con la forchetta, nella senape. Anche se vi sono dei proverbi che per- mettono di toccare il cibo con le dita co- me il pollo, ecc., è una cosa che non va fatta; quando si prende fin da bambi- ni l 'abitudine di usare le posate, si rie- sce ad adoperarle perfettamente scarnifi- cando benissimo fino all'ultimissimo pez- zettino, il pollo vicino all 'osso. Se caso mai si potesse permettere in famiglia di prendere f ra le dita un ossicino, bisogna far lo con le dovute maniere, e cioè ado- perando l'indice ed il pollice, in modo da non dare a chi osserva, l ' impressione di vedere delle scimmie o peggio. .. della gente maleducata. Prima di bere si deve sempre pulire la bocca per non lasciare attorno al bicchie- re un alone poco piacevole a vedersi. La stessa cosa si deve fare dopo aver be- vuto. Non si beve a bocca piena. Occor- re stare attenti a non fare nessun rumore poiché non c'è niente di più antipati- co di chi beve sorbendo, fischiando, sof- fiando. Lo stesso dicasi del masticare, il che va fatto a bocca chiusa, in modo da non lasciar vedere il cibo che si mastica e non far versi, dando fastidio a chi vede ed a chi sente. Si porta il bicchie- re alla bocca, tenendo il gomito basso. « Alzare il gomito » non vuol dire soltanto ubbriacarsi, ma anche non sapersi comportare. Non si spezza il pane coi denti, non lo si rompe sbriciolandolo sul 0 tavolo, ma si fanno cadere le bri- ciole sul piatto. Nel le tavole ben preparate c'è sempre un piattino per il pane; alcune persone poi mangiano du- rante i pasti pane e burro, allora è ne- cessario mettere sul piattino la paletta o il coltellino apposito per burro. Non si soffia sul cibo caldo. Non si fanno apprezzamenti troppo violenti, su quanto vien servito. Fare delle smorfie è da ineducati e bisogna pensare che ad alcune persone può piacere ciò che ad altri non piace, mentre ad altri può es- sere sgradito ciò che piace moltissimo a noi. Quando si è finito di mangiare si pongono le posate sul piatto in modo che le punte vadano verso il centro della ta- vola ed il manico verso la persona se- duta. Non si fanno gesti per indicare che si ha ancora fame o che si è mangiato o bevuto troppo. Non si lascia cibo nel piatto. Quando ci si serve si deve pren- dere meno di quanto si sa di poter man- giare. Siccome il piatto di portata si pas- sa due volte, chi ha ancora appetito si serve di nuovo mentre chi non ha più volontà di mangiare tralascia. Il prendere molto cibo nel piatto e la- sciarne una parte non è da persone edu- cate. Il famoso « boccone della creanza » è stato inventato da qualche persona, che avendo gli occhi più grandi dello stomaco, arrivato ad un certo punto dovette la- sciare il cibo nel piatto e per scusarsi trovò il detto. E per oggi credo di aver risposto al vostro quesito. Veritas A quanto pare, la buona creanza è completamente sconosciuta a questo signore
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