LA CUCINA ITALIANA 1939
I» Maggio 1939-XVII TTSlflSTiTnPSTnSTSTnrS^^ ?T(>~a6~Ó~6"G~$~G~5' Pag. 135 - LA CUCINA I TAL I ANA Cochi racconta a Rosetta che la moglie di un suo col lega, scivolando sul marcia- piedi, si è rotta una gamba. — La solita buccia d' arancia o di ba- nana? — Pare di no. Il mar i to a f f e rma che la disgrazia deve attribuirsi a un « tra- bal lone » causato a sua volta dai tacchi delle scarpe troppo alti e perciò spropor- zionati al peso della s ignora; una bella donna prosperosa e massiccia che, per quanto un po' in là con gli anni, in fat to di tacchi alti non di sarma. Il mar i to si meravigl ia soltanto che questo fat to spia- cevole non sia accaduto pr ima. Rosetta chiede le attenuanti per l ' in- for tunata. — Ormai, dice, a quel tipo di calza- tura c 'è avvezza; e non potrebbe f arne a meno. Cochi si acciglia. — Lo so che anche tu hai un debole per quel « tipo di calzatura ». Figuratev i, Fr ida, che giorni sono ho sorpreso mia mogl ie davanti alla vet r ina di una cal- zoleria di lusso, mentre f aceva gli occhi languidi ad un paio di scarpine coi tac- chi alti dodici centimetri buoni. Rosetta esclama candidamente: — Er ano tanto carine! Cochi prosegue senza r i levare il signi- f icato di rammar ico di quel le parole. — Noial tri uomini che siamo sempre ben piantati (in così dire alza tutti e due i piedi per mostrarmi le scarpe di forma basilicale) non arr iviamo a comprendere per quale miracolo d' equi l ibr io una don- na , sia pure un peso-piuma come Ro- set ta, possa reggersi sopra una base mal- sicura come quella dei tacchi iperbol ici . .. Figur iamoci poi se si tratta di un peso mass imo come la mogl ie del mio col lega! Si prova quasi un senso di pena nel ve- derla trotterel lare per via coi ginocchi un po' piegati dal lo sforzo che fa per ostentare una camminatura disinvol ta. Ne l la sua smania d' essere elegante e di r ingiovani rs i, sof f re e si rende ridicola. Bi sognerebbe f ar comprendere alla mag- gior parte delle donne che la vera ele- ganza non consiste nel vestirsi come si ve- stono le altre; ma nel l 'adattare l ' abbigl ia- mento — nel suo assieme e nei suoi par- ' ticolari — alla propria persona. Una si- gnora è lunga e magra? Non si metta in testa un cappello a punta che le dà un inopportuno supplemento d' al tezza, È più donne ! larga che lunga? Rinunzi al piacere di andare a passeggio con due volpi argen- tate sulle spal l i, cioè ad un ornamento che l ' ingof f i sce. Se, invece di mettere in evidenza i loro di fetti fisici, le donne cercassero di attenuarl i, quante bruttac- chiole che ora gli uomini non degnano di uno sguardo, potrebbero rendersi at- traenti! Rosetta torce la bocca. —• La cosa mi sembra di f f ici le. •— Meno di quanto credi. La donna non ha bisogno di una bellezza assoluta per esercitare un certo fascino su chi l ' avv i c i na: basta che riesca a mettere in ev i den ia qualche suo pregio, fisico o mo- rale, e a far lo valere. Di co: — Ascol tandov i, Cochi, si di rebbe che stiate spiegando un capitolo del program- ma di upa di quelle scuole di grazia e di bellezza mul iebre che prosperano in al- cune metropoli straniere, grazie al con- corso di una femmini l i tà ingenua, ansio- sa di perfezionarsi o di acquistare i pregi che la natura le ha concessi o negat i. Rosetta è incredula. •— Es i stono realmente certe scuole? >— E come! — E danno risultati piratici? — Stando alla pubbl icità, una fanciul la, dopo aver seguito tali corsi, diviene una creatura incantevole, elettrizzante, alla quale un celibe non può accostarsi, sen- za provare un irresistibile bisogno di condurla al l 'al tare. In real tà. .. — Al lora si tratta di scuole di avv i a- mento . . . al - matr imonio? — In genere si. Gius to in questi gior- ni ho potuto dare un'occhiata al pro- gramma di una di quel le « Accademie » al cui funzionamento presiede una giova- ne e graziosa signora, arbitra di tutte le eleganze. Scopo del l ' insegnamento che viene impartito nella scuota, è lo « svi- luppo della personal ità femmini le ». Ne l f requentare i corsi, una donna che, pri- U N L U T T O Una nostra sentile., cara, abbonata di Bergamo, la. signora Iris Luimini-Gihella, è morta, trentunenne appena, lasciando nel dolore piti atroce il marito Sevèro, il figl io Vitt orai) gelo, la mamma e gli al- tri congiunti. Esprimiamo alla famigl ia della nostra abbonata, che fu madre te- nerissima, e donna esemplare, le nostre vive condoglianze. ma di esservi iscritta, ignorava di pos- sedere qualità fisiche o morali non tra- scurabi l i, acquista la coscienza del pro- prio valore, e impara a trarne prof i tto. — E come si svolge l ' insegnamento? —5 Per tre mesi viene consegnato o spedito ogni settimana alle al l ieve (i corsi si possono seguire anche per corrispon- denza) un fascicolo datt i lografato che tratta minuziosamente, esaur ientemente, un capitalo del programma. Ecco qualche t i tolo: « La grazia morale e tutto ciò che la costituisce », « La grazia fisica e il modo di svi lupparla e di conservarla », « I segreti del l 'acconciatura », « L ' e l egan- za personale », « La responsabi l ità », « L e piccole cose che rendono attraente una donna », « Le manchevolezze che al lon- tanano la simpatia », « Come contenersi per emergere in un gruppo di signore », « L ' a r te di essere sempl ice e di trovarsi a propr io agio dovunque », « Come si può vincere la timidezza ed acquistare auto- rità presso gli altri e fiducia in sè stes- se » , . . . Il programma ha inoltre capitoli di reale prat ici tà; « Corso di , taglio », « Nozioni generali di medicina », « L ' a r te di comprare », k L ' a r te di governare la casa » e tanti altri consigli che possono essere utili non solo alle fanciul le desi- derose o in procinto di accasarsi, ma an- che alle giovani massaie. È certo, però, che questa amabi le scienza che, nel l ' in- tenzione della Professoressa-Di rettr ice do- vrebbe completare l 'educazione r icevuta dalle fanciul le nel l 'ambiente domest ico e portarla sopra un piano più realistico, converge v e f sa la mèta positiva del ma- trimonio. Ta n t ' è vero che i due ultimi capitoli del programma s ' int i tol ano: « La vita a due » e « La scuola della felicità ». •— Io, dice Rosetta accostandosi a Co- chi, la felicità l ' ho trovata senza bisogno di f requentare i corsi di una scuola di grazia e di eleganza. Cochi le cinge la vita con un braccio. — Al la tua felicità manca soltanto un paio di scarpe coi tacchi iperbol ici! Rosetta protesta: — Oh, Cochi! Per amor tuo sono pronta a camminare tutta la vita con le scarpe senza tacchi; anche in pantofole! Ma tu devi conveni re che quelle scar- pine che mi piacevano tanto erano un amore! Cochi vorrebbe inquietarsi, ma non gli riesce. Rosetta si stringe a lui, e Io guar- da e gli sorride col dolcezza. .. Si limita a dire, scuotendo il capot r— Benedette donne ! . ,. Frida
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