LA CUCINA ITALIANA 1939
! £ C01P4 0 i / ó f t HA f /t 14 CARNAGIONE AW/WKt! SE DESIDERATE; AV E RE IL F A- S C I NO DI UNA C A R N A G I O NE BELLA, PROTEG- GETE LA VO- STRA PELLE DAI D A N N O S I EF- FETTI DEL SOLE E DEL V E N T O. ••ifWi'iyr Usate solo il Sapone Palmol ive perchè esso è fatto con oli l d'ol iva e di palma, la segreta L miscela dei migliori metodi di bellezza. Ecco perchè il ' Palmolive è tanto efficace per le pelli aride e delicate. La sua j tàmgmto-^ densa schiuma ammorbidisce ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ e raffina i tes- H H f | suti e conserva ^ ^ ^ F L ^ ^ I la carnagione M f f l i i I « bel la • l o Giugno I939-xvn TRÌRÌRSTRSR-INNNNSYJNNNRMTNR^^ Pag-175 - LA CUCINA ITALIANA Ratafià di ciliege Si dà il nome di. Ratafià ai liquori pre- parati coi succhi di certi frutti macerati nell 'alcole. Per il Ratafià di ciliege servono tanto le visciole quanto le ciliege nere, sane, mature e di buona qualità. Procurarsi una quantità di ciliege che» una volta liberate dai gambi e dai noc- cioli pesino 500 grammi. Mettere le ci- liege in, un vaso di vet ro col tappo sme- rigliato e versare su di esse 1 litro di spirito di v ino o di acquavi te. Pestare quindi una metà dei noccioli, che si sarà avuto cura di tenere da parte, raccoglier- li in un altro vaso di vetro col tappo smerigliato; mettere poi nel vaso 250 grammi di spirito. Lasciare per una ven- tina di giorni i due vasi in riposo, pos- sibilmente in luogo esposto al sole. Tr a- scorso questo tempo, passare separata- mente per filtro le due infusioni alcoo- liche ed unirle in un solo vaso. Prepa- rare uno sciroppo facendo sciogliere a caldo 400 grammi di zucchero in pochis- sima acqua. Passarlo da un panno e quand 'è freddo mischiarlo col liquido ot- tenuto con le due infusioni. Imbottiglia- re il Ratafià e non avere troppa fretta a consumarlo. Tut ti i liquori fatti in casa guadagnano in sapore e finezza se si lasciano invecchiare. Ma in tal caso si zonservano meglio in recipienti di cera- mica (grès) che nelle bottiglie. Datteri ripieni di pasta di mandorle S I GNORA NINI ' S A L T A L A* - Firen- ze. — Dei marroni sciroppati e ghiacciati (glacés), dei quali è stato parlato più vol te ne l l ' A.B. C. e in altre parti della rivista, ci occuperemo quando la castagna sarà di nuovo un frut to di stagione. Per ora riserviamo lo spazio, assai limitato, de l l ' A. B . C. a risposte riguardanti argo- menti d'attual i tà, o indicazioni ancora inedite. Anche i datteri sono, ormai, un frut to di stagione; ma, non avendo io mai parlato di « datteri ripieni, tipo con- fet tura », me ne occupo volent ieri. Credo che al tipo di ripieno a cui al- ludete corrisponda la pasta di mandorla, con la quale si farciscono, oltre i dat- teri, noci, progne, grossi chicchi d ' uva e grosse ciliege candite. Veramente a tale uso servirebbe bene una pasta di man- dorle al fondente che richiede una spe- ciale preparazione. Ma per una massaia mi sembra opportuno seguire una ricetta più semplice e perciò di più facile ese- cuzione. . Per farcire una quarantina di datteri (sceglieteli belli e grossi) preparate una pasta di mandorle con 100 grammi di mandorle, già spellate col sistema del- l 'acqua calda e prosciugate in un forno tiepido, e 100 grammi di zucchero a zolle. Pestate ben bene nel mortaio poche man- dorle e poco zucchero alla volta e ba- date di non far strusciare troppo le man- dorle sul bordo del mortaio, se volete che esse non butt ino fuori l 'olio. Vi a, via che avrete pestato assieme una pic- cola quantità di mandorle e di zucchero, passate per staccio a rete metallica la granella ottenuta; e tornate a pestare di nuovo quella che eventualmente può ri- manere nello staccio, fino a che non sia passata del tutto. Raccogliete questa spe- cie di farina di mandorle in una terrina e coloritela di verde. Come? In una ma- niera semplicissima e quanto mai econo- mica. Una manciata di foglie di spinaci crudi, pestate nel mortaio e strizzate in un panno, vi fornirà un liquido verdo- gnolo che, messo al fuoco in una cazza- rolina piccola piccola, si decomporrà ap- pena arrivato all 'ebollizione; vale a dire che l 'acqua si separerà dalla sostanza co- lorata. Passando da un velo questo li- quido, l 'acqua scolerà e la sostanza co- lorata resterà sopra. Mischiatela con la farina di mandorle raccolta nella cazza- rolina, aggiungendo qualche goccia di li- quore Maraschino o .di acqua profumata di vanigl ina per rendere più omogenea la miscela 5 Dividete in due i datteri per il lungo, senza staccare le due parti l 'una dall 'al- tra; privateli del nocciolo e farciteli con una pallottolina di pasta di mandorle, quindi ricomponete il frut to, procurando che il ripieno sopravanzi dalla spaccatu- ra in modo che fra le due parti si veda una striscia verde sulla quale farete qual- che piccola incisione con la costola della lama di un coltello, per rendere il datte- ro più appariscente. 1 datteri ripieni si possono lasciare così oppure caramellarli, immergendol i, per mezzo di una forchetta, nello zucchero caramellato (150 grammi di zucchero per questa quantità di datteri). Si raccomanda di non far colorire le mandorle mentre prosciugano in fornò. Esse debbono rimanere bianche. Frida
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