LA CUCINA ITALIANA 1939
•LA CUC I NA I T A L I ANA - Pag. 212 p ^ ^ 1 9 3 9 _ x v n CURATE LÀ CARNAGIONE fin dall 'infanzia! Attraverso l'esperienza di tutti i tempi è risultato che l'olio d'oliva costituisce, per la carnagione, il più efficace datore di giovinezza. Ma la scienza moderna è riuscita ad infondere le qualità toniche ed emollienti di questa sostanza naturale, in un sapone ritenuto insostituibile: il Palmolive, segreta miscela di oli d'ol iva e di palma. Abituatevi quindi a curare fin dall'infanzia l'epidermide dei vo- stri bimbi col Palmolive. Usate voi pure questo sapone di bellezza la cui schiuma finissima penetra profondamente nei pori e compie la più radicale opera di pulizia, rendendo la carnagione vellutata, fine, e splendente di giovinezza! grammi d'acqua). Lasciare in riposo per .ventiquattr'ore, dopo le quali scolare lo sciroppo, aggiungervi un po' di zucche- ro e farlo bollire per qualche minuto per- chè possa ristringersi. Rovesciarlo quindi sui fichi. Portare il recipiente sul fuo- co per fare scaldare i frutti ma senza che bollano. Ritirare poi il recipiente dal fuoco e lasciare tutto in riposo per altre ventiquattr'ore. E per qualche giorno ripetere l'operazione, facendo ogni volta ristringere lo sciroppo con una nuova ag- giunta di zucchero. Durante, la notte l'ac- qua emessa dai fichi lo diluisce. Quando si e accertato che acqua non ne emetto- no più, sistemare i fichi in un vaso di vetro col loro sciroppo. Con la seguente formola potrete fare una discreta imitazione dello Cherry- Brandy. Spremere una quantità di ciliege — amarene o di altra specie — sufficiente a dare i litro di succo* Mischiare assie- me 500 grammi di acquavite oppure di alcole con 500 grammi di acqua e unirvi ¿1. succo delle ciliege. Aggiungere un. quarto di litro di sciroppo di zucchero di giusta densità e la scorza di un cedro tagliata a pezzettini. Lasciare l 'infusione in riposo per un mese e mezzo; quindi filtrare e imbottigliare. Nel l ' invecchiate il liquore acquista profumo. Il succo delle ciliege deve esse- re mischiato col resto appena spremuto. ART I G I ANELLA - Firenze. — Non è pregiudizio; è la verità. Le patate, al pari delle altre « solanacee », contengono, sia pure in dose minima, un veleno detto appunto « solanina ». Durante la germi- nazione la dose di questo veleno aumen- ta e può riescire nociva anche attraver- so il latte di mucche che abbiano in- gerito le patate venefiche. Guarda da quante parti arriva l'insidia al nostro or- ganismo! Tu non comprare mai patate macchiate di verde o germinate. E, se ne hai in casa, buttale via. È pure esat- to che le patate sbucciate molto prima di cuocerle possono dare dei disturbi. Fai bene a tenerti al corrente di tante pic- cole nozioni pratiche con le quali si vie- ne a conoscere tutto ciò che può riflet- tersi in bene o in male sulla salute dei nostri cari. Sc i roppo e confet ture di amarene Togliete il nocciolo ed il gambo a un chilo di amarene ben mature; quindi met- tetele in una terrina, ricopritele con 400 grammi di zucchero in polvere e lascia- tele in riposo per una dozzina di ore. Trascorso questo tempo fate cuocere le visciole (amarene) per una ventina di minuti. Ritirato il recipiente dal fuoco, rovesciate le visciole in uno staccio di crino, e- quando sono scolate, rimette- tele nella terrina, unitevi 600 grammi di zucchero e fate bollire per tre quarti d'ora. Sistemate la confettura calda in un vaso di vetro o di ceramica, e l'indo- mani provvedete a chiudere i] vaso con la carta pergamenata. Raccogliete poi in una terrina il succo colato dallo staccio, pesatelo, unitevi un uguale peso di zucchero e fatelo bollire per mezz'ora, schiumandolo via via ac- curatamente con una mestola bucata. La- sciatelo freddare e imbottigliatelo. SIG.RA ROSA S ANG I OVANNI - Na- poli. ^ — A mio giudizio quella formola non è esatta. Manca la gomma arabica: e la dose dell'acqua è eccessiva al pari di quella dell'acqua di rose. Ricette di locumi ne circolano parecchie: ma, in genere, di autentico non hanno che il profumo del muschio, troppo acuto, ve- ramente, per il palato di noialtri occi- dentali, che possiamo benissimo rinun- ziarvi. Ve la darò io nel fascicolo d'ago- sto, la ricetta vera. Se mi aveste scritto prima avrei po- tuto includerla in questo A.B. C. Ma non mi è stato possibile. Si tratta di una for- mola che richiede spiegazioni lunghe e minuziose. Se la eseguirete fedelmente, potrete manipolare dei locumi perfetti. Abbiate dunque la cortesia di attende- re fino al mese prossimo. Un mese passa presto. MARINORA. — Quanto piacere mi ha fatto la tua lettera! Non l 'aspettavo più. .. Povera cara! non avrei mai créduto che in questo tempo la tragedia dovesse sfio- rare la tua vita! Tut to è andato per il meglio, se Dio vuole; e la tua felicità è in cammino. Al le domande che mi fai risponderò direttamente se vorrai inviarmi il tuo in- dirizzo. Eccoti il mio: Via Magenta 10, Livorno. Fr i da /Ottimo \ P i l l o le PFOSTER v , per i Reni vincono Z J / Ò O / Y / / / / / / / / / M R O W N Q U B C?. 7. UÀ 3 C A T O * . * » , fr—— mmm w ^ ^ ^ « N M M M M H Ì
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