LA CUCINA ITALIANA 1939
LA CUCINA ITALIANA - Pag. 220 T t t T ^ T n r^ \ E questo il vostro quesito in fatto di galateo? COME CI SI PRESENTA? 1° Luglio 1030.XVII Come ci si presenta? Nelle presenta- zioni è più facile sbagliare di quanto non sembri a prima vista. Capita molto, mol- to spesso di sentire che chi è incaricato di presentare due o più persone che non si conoscono, adempie la sua missione in modo inesatto. Bisogna tenere come norma che si pre- senta sempre l'inferiore al superiore, l'uoipo alla donna, lo sconosciuto alla ce- lebrità, lo scolaro al maestro, ecc. Il presentare le persone è qualche vol- ta un'arte; è indubbiamente un fatto in- dispensabile alla riuscita di una riunione o di un ricevimento: toglie ogni freddo all'ambiente, riesce ad accoppiare e riu- nire le persone secondo le simpatie e le mentalità. Quando una persona arriva improvvi- samente in un ambiente dove è scono- sciuta mentre tutti gli altri si conoscono, occorre fare una presentazione, diciamo — globale •—, presentare ad alta voce il nome di questa persona, quindi quello di tutti t presenti cominciando dal più importante. Quando si presentano per- sone sedute, queste devono alzarsi, na- turalmente se non si tratta di persone anziane. Non si alzano le signore di fronte agli uomini. Quando ad una si- gnora viene presentato qualcuno, essa deve fare un gentile sorriso; l'uomo deve inchinarsi, e se la presentazione avviene in un ritrovo qualunque o in un salotto, (non in un caffè, o in un bar), gli uo- mini di una certa categoria sociale un po' elevata, possono chinarsi a baciare la mano alle signore. Gli inchini troppo profondi, le parole troppo esagerate od ossequiose, il battere i tacchi come può fare un militare davanti al superiore, sono cose che in un salotto, o di fronte a signore, non si fanno. In strada, se si incontra una persona che si conosce, quando si è in compa- gnia di altri, si cerca di non fermarsi, ma di salutare gentilmente e proseguire. Se invece la cosa è impossibile, allora non c'è bisogno di presentare subito chi è con noi, se si pensa che il colloquio sia breve, ma è necessario farlo se la fer- mata in strada dura un po' a lungo. Quando si presenta una coppia di sposi a terze persone, si dice sempre il nome della moglie (p. es. la signora Giovan- nim e suo marito). Qualche volta può capitare di dover portare in casa di amici qualche amico sconosciuto agli ospiti. Bi- sogna prima di tutto presentarlo alla pa- drona poi al padrone di casa. Natural- mente se si porta un conoscente in casa' d'altri amici, è sempre bene, prima di fare questo, di avvertire, o con un bi- glietto o con una telefonata, per accer- tarsi che questa persona non diventi un'intrusa e non dia disturbo. In casa la padrona od il padrone di casa devono fare le presentazioni di tutte le persone che ricevono. Questo deve avvenire in salotto e mai in anticamera. Se accade qualche volta di dover par- lare in un albergo o in un luogo pub- blico con una persona sconosciuta, è ne- cessario presentarsi da sè. Quando un uomo vuole conoscere una signora, deve farle chiedere prima il permesso di es- serle presentato, servendosi di un amico o un'amica che conoscono la signora; se questa accetta la presentazione può es- ser fatta; si declina prima il cognome del- l'uomo e, (se lo ha) anche il suo titolo onorifico, di studio, o nobiliare, ecc. Se non ci sono titoli si dice sempre .« il si- gnor.,.. X ». La persona che è stata presentata, se ci tiene a non venir dimenticata (nelle presentazioni i nomi si capiscono una volta su dieci) porta alla signora che ha conosciuto, il giorno dopo, il proprio bi- glietto da visita, lasciandolo in portine- ria assieme ad un altro biglietto (piegato nell'angolo superiore destro), destinato al marito della signora. Una donna accompagnata da un uomo non può conoscere un altro uomo se que- sto non viene prima presentato al suo compagno. Se una donna lavora, e per affari deve presentarsi da sola ad un uo- mo, questo ricevendola od incontrandola, deve per prima cosa declinare il suo cognome, inchinandosi leggermente, dopo di che la signora pronuncerà il suo e potrà stendere la mano, o salutare ro- manamente. Quando si deve raccomandare qualcu- no questo viene presentato sempre per iscritto. Occorre però osservare che il ba- ciamano, le strette di mano, il togliersi il cappello sono saluti che vanno scom- parendo perchè a tutti questi si è sosti- tuito il saluto romano. Ve r i t as ^ Ì U O P I M A M M A , O R G 5 ? V O KO D i GIGLIO Le mamme di oggi sanno quanto lavoro Giglio fa per loro nella fati- ca di lavare gli indumenti dei bam- bini. Basta affidare a Giglio, in una tinozza, la roba da lavare e dopo una risciacquata tutto è rapida- mente pulito. Usando Giglio non dovete battere o sfregare. I panni durano quindi li doppio, con vera soddisfazione di ogni mamma. Bastano 10 minuti per gli indumen- ti delicati e 25 minuti per lavare quelli di colore. AUTOBUCATO ITALIANO ¿ ¿ ¿ F I NDÙSTRIA CERARIA L. BERTONCINI • B ERGAMO T O N O L D E P O S I T S AA E M . V«I A . ' M a r f o Ì 3 6 . M io l a n „ Scatola L. 15.- in tutte le farmacie * TONOIC GENERAL E S T I MOEL ANT DEALL NUTREI Z ION 2 Potent issimo e Rapido r imedio per I H Q H H S S A R E • e curare ANEMIA, LINFATISMO, NEVRASTENIA, ESAURIMENTI, ecc. ! D à a pp e t i t o, d i g e s t i oni f a c i l i , sonni t r anqu i l l i, ne r vi c a l m i , ( o r z a, v i g o r e , c a r n a g i o ne f r e s c a, co l o r i ta « e uu be l l i s s imo a s p e t t a. E f f i c a c i a g a r a n t i t a. A o c k e u na so l» s c a t o l a p r o du ce e f f e t t i me r a v i g l i o i i.
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