LA CUCINA ITALIANA 1939
LA CUC I NA I T A L I A NA . Pag. 2 9 2 = I o Ot tobre 1 9 3 9 - X V I I E' questa la stagione propi z ia a un lungo soggiorno in campagna. Le vecchie v i l le av i te stari di sol i to aperte fin dopo Na t a le — il ceppo no- doso brucia così bene negli spaziosi caminet ti dei nonni — e mo l te f ami - gl ie c i t tadine che han casa in cam- pagna pro lungano vo l ent i eri la l oro v i l l egg i atura f ino ai Santi e ai Mort i. Si aspetta di sol i to questa visi ta ai c imi teri campestr i, pr ima di f ar r i t or- no in ci ttà, ed è un pe l l egr inagg io me- no tr iste que l lo che si fa sotto i gran- di ombr e l l oni d ' incerato verde, con tanti cr i santemi, piccoli cr isantemi quasi se l vat i c i, incol t i, di tutti i color i, che f o rmano enormi mazzi v i vac i, mo- desti f i o r i ' d e i tutto di ss imi li ai gran- di ar istocrat ici cr i santemi co l t i vat i, ohe occhi eggiano gel idi dal le vet r ine dei fiorai de l la città. Con questi mazzi ingenui e sodi, serrati stretti strett i, come una pina o una pannocchia di granturco, elle f an rivivere f reschi e st i l lanti di pi og- gia un'ul t ima pr imave ra sulle t ombe dei poveri mor t i, il camposanto assu- me un'aria f est i va e par che anche chi dorme sotto la buona terra scura e il prato verde cosi poco sacr i f icato dal ge lo del le lapidi ne debba g i o i re. Questi mesi di campagna rasserena- no lo spi r i to e ca lmano, ove ce ne sia bisogno, i nervi, che è- quanto di re, ohe g i ovano al corpo assegnandogl i, come la cura più ef f icace, quel r iposo quasi obb l i ga t or io che è poi f o r i e ro de l le mi g l i o ri energie. Segno ev idente di quanto imp r ima sulla nostra natura il benessere del la campagna è il f a t to che il r i cordo di questi per i odi campestri ci resta fisso nel la mente più che al t ri per i odi da r i cordare, magari più ricchi di imma- gini e di avven iment i, e par t i co l ar- mente se vi abb i amo trascorso stagio- ni quand ' e ravamo bamb i n i, nonostan- te la f ac i l i tà che ha la nostra memo- ria di sovveni rsi di sol i to indi st inta- mente di tutti i f a t t i accadut ici nella i nf anz i a. Fra le mo l te v i l l egg i a ture del la mia f anc iul l ezza, ne r i cordo par t i co l armen- te una trascorsa in un paesino di campagna, dove di no t evo le non c'era nul la, propr io nul la davve ro a l l ' i n f uo- ri di quel la gran pace, che ci è sem- brata t a l vo l ta appor tat r i ce di noia, e che r ammen t i amo poi sempre con un amp io senso di so l l i evo. Ma ogni cos.a piccola, da nul la, que l- le cose che non è poss ibi le t rovare o che vien f a t to di trascurare in ci ttà, là di ventava un mond o; e i mat toni rossi da l l ' odor di nel l 'ol io, e i di vani duri, gli specchi verdast ri di et ro le tar- latane r igide, gli stampi g li de l le ca- mere, quale a fiori celest i, qu.ale a se- mi di carte da giuoco, i camini f umosi e ner i, i t ravi pesanti e i baldacchini candidi dei letti f acevano del la casa stessa un mondo nuovo da scoprire un poco ogni giorno, da conquistare pal- mo a pa lmo come giocondi espl orato- ri approdati per caso a un' isola mera- v i g l i osa. E che di re degli alberi f r ondosi e dr i t ti nel vento, pronti al le scalate, come al t ret tanti immag inari castel l i, de l le selvat iche pezze di terra incol ta f ra l ' erbe al te e i pruni crudel i, dove con tanta g i o ia l asc i avamo brande l li d' abi ti e di pe l l e, dei f rusciat i ti can- neti s'pecchiantisi mo l l i sul fiume? E se tali sono i r i cordi più grad i ti de l la nostra ingenua f e l i c i tà di al l ora, non è disgiunta da que l li là memo r ia di una sereni tà non f ac i lmen te incon- trata, f uor di quel verde, di que l le piante, del le vecchie dimore, non cer- to conf or tate da tut ti i comodi e le e l eganze ci t tadine, ma cosi conf or t e- vo l i .al nostro spi r i to e al nostro cuore. Ri tornarci oggi è come r i v i v e re la pr ima g i ov inezza, cioè i l tempo mi - g l i ore, r i p i g l i ar gusto al le cose sempl i- ci e perciò essenz ial i, ral l egrarsi di quanto è in noi di possibi l tà di v i ta, depor re ia scorza art i f iciosa ed estra- nea de l le compl i cate di s t raz i oni che ci s i amo imposte in ci ttà, che abb i amo chi amato d i ve r t imenti e che spesso ci anno i ano da mor i re. E' ancora compiacersi di una bel la conserva di pomodo ro cruda, fat ta coi vecchi sistemi e l ' a iuto del sole, i se- tacci di canapa legati al le spal l i ere di due seggiole e sot to il cat ino amp io a raccogli/ere il sugo, è di ver t i rsi a spog l iar le siepi di more, cog l i ere i f rut t i al le piante, provvedere, come le vecchie prev identi massaie, la casa di squisi te ma rme l l a te dove non imper.a certo il sal i c i lato, ma lo zucchero e la f rut ta f resca, r i tornare insomma al la terra che è v i ta, ai suoi gusti pr imo rd i a l i, al la sua sani tà, al la g i o ia pr imi t i va di sent irsi v i ve re l ieti e sani. Si vede così che la noia, la tanto temuta noia del la campagna non esi- ste; le occupaz ioni si t rovano sempre e così inconsuete, cqsì. di verse da que l- le del la città che danno il senso de l- l ' impr ev i s t o, del nuovo. Que l l ' impr ev i s to che ci piacerebbe tante vo l te d ' incont rare in una via ci t tadina e che sboccia così a l l ' imp r ov- v i so anche nel la sol i tudine campestre, come un bel fiore r i gog l i oso e v i vo al c i g l io di un fosso. E se ta l vo l ta vi pungesse la ma l in- conia, mie care l et t r i c i, o meg l io la nostalgia dei vost ri bei vest i ti c i t ta- dini che sarebbe un peccato indossare qui f ra le prode erbose e i c i ot to li sconnessi, de l le vostre lucenti scarpe o dei vaporosi cappe l l ini o de l le lan- guide ve l et te, vi di rò che c'è tutta una moda da s f ogg i are in campagna, una moda, s' intende, più sempl ice e spor- t i va, nici quanto mai g i ovan i le e sedu- cente. Stud iateci un poco e vedre te quanti graz i osi figurini prenderán vi ta dai vost ri ozi r iposat i. E quante be l le let ture che non ave- v.ate mai avuto t empo di f a r e ; quan- te salubri passeggiate, quante pie so- ste ne l le ingenue case di Dio che sor- gono ai pi edi dei monti cogli al tari fioriti di rose di carta e di fiori di campo, vi sarà dato r i cordare un g i or- no : pause di un bel t empo f e l i ce in cui avrete magg i o rmente vissuto la vo- stra vit; i. Eleunaur deall Pur. a ... ingenue case di Dio che sorgono ai piedi dei monti...
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