LA CUCINA ITALIANA 1939
1" Ot t ob re 1 9 3 9 - X V I I - Pag. 2 9 7 - LA C U C I NA I T A L I A NA spolverizzate la parte con del talco, la cui presenza, aumentando la superfìcie di eva- porazione, vi darà un po' di sollievo. Ma_ io credo che la migl iore sia la distruzione dei peli mediante l 'elettricità. Naturalmente se 3i tratta di una superfìcie ristretta, o di peli radi. Non consiglierei mai l'ago elet- trico alla famosa Donna Barbuta di cui il ritratto è comparso poco tempo fa in tutte le riviste illustrati!! L I L LA P, Si lvi (di Teramo) - LU I SA F. di Massenzatica (Fer rara) Il problema è all'ordine del giorno -per tutte le massaie desiderose di lare economia. Ecco qualche notizia Le patate debbono, in teoria, poter con- servarsi tutto l'inverno. Ma occorre una certa quantità di cure, per evitare che ger- moglino (si su che la patata, quando ger inoglia, sviluppa una « solanina » che è tossica) e che si sciupino. Prima di tutto la cernita: quando serbate le patate, abbia- te cura -li se ai tare tutte quelle che ap paiono maculate, o tagliate, o guaste. Poi, se è possibile, ponservatele in cesti, o su graticci che permettano l'aereazione delle patate, che sarà bene di tanto in tanto sor- vegliare e cambiare di posizione. La stanza dove si conservano deve essere esposta a, nord, asciutta, aereata, possibilmente mu- nita di un vaso qualunque contenente della calce v i va: perchè ia calce è avidissima del i'anidride carbonica, e le patate ne emetto- no notevoli quantità. E' appunto la perma- nenza delle patate in un ambiente saturo di gas carbonico che facilita l'alterazione dei tuberi. Alcuni autori consigliano di. im- mergere le patate in una soluzione di acido solforico (-2 o 3 per cento) in acqua: ciò che impedisci- il germogliamento per al- meno 1 mesi. Ma io penso che quando una massàia si è f i t ta una provvista di patate che le basti, poi. per un anno, non ci sia bisogno di accumulare quantità maggiori. A. T. Pisa Grazie per le cose gentili dette nei riguardi della rivista : grazie per i consigli che seguiremo. Il concorso della a Cucina L e s t a» si trascina da un anno: capirai, anche a pubblicare unii lista com- pleta di vivande, ogni volta, con tante che ne sono arrivate... Ma è chiuso, da un anno, e non ci si può più partecipare. Fra poco pubblicheremo l'elenco delle premiate. Ot- tima l'idea degli altri concorsi: rieri dubi- tare che li bandiremo. No, la rubrica « Au- tarchia in cas.i » non è soppressa: e confi- diamo che « Italica » ci manderà ancora i suoi suggerimenti. Quanto a te, perchè non ci mandi tutto quello che ilici ? Te ne sa- remmo tutti tanto riconoscenti. Finalmente: i volumetti della « Bibliote- china Gastronomica » costano, per le nostre E S T A T E ! PIATTI FREDDI!! Presentateli e La Ditta G. provare Riceverete cíente alili freddo (poli inviando L. borsn spese con gelatina: rendono rli più sono più gustosi Ravasi vi ol tre i l me z zo di la sua r inoma ta gelat ina « gratis » un campione suffi- preparazione di un piatto .0 in gelatina, pesce, etc. etc.) 1.25 in francobolli per rim- postuli alla D I T T A G . R A V A S I M I L A NO - Viale Coni Zugna, 56 Signorina di ottima famiglia, eccel- lènte pianista (Santa Ceci- lia), offresi per lezioni di piano a signorine o fan- ciulli. Miti condizioni. Telefonare : 360-935 Roma abbonate, 1 ¡ira l'uno. Tu puoi scegliere fra i seguenti volumi: « Tavo la a buon mercato », « Diario della massaia » (2 vo- lumi ), « Tavola del bambino », « I dolci », a I vini e liquori », « Fisiologia del guato », « La tavola della salute », « La. vera cucina italiana » (2 volumi ), « Paste asciutte ». A D E L E C, Mi lano — Vi siamo tutti tan- to grati, gentile signora, per le parole cor- tesi che ci avete indirizzato. Siamo lieti che la nuova veste della « Cucina » piaccia a voi e alle vostre amiche di Milano. La- sciateci sperare che ci aiuterete a diffondere sempre più questa rivista a cui vogliamo così bene. L'Amministrazione ha provvedu- to a quanto desideravate. Tanti saluti cor- diali. ROSA DI BOLOGNA — Con le bacche di •ginepro, che si raccolgono in ottobre, e che vanno utilizzate quando non sono ancora secche, non si fa soltanto il note liquore, di cui del resto la ricetta è semplicissima (80 gr. di bacche in un l itro di alcool; la- sciarvele macerare per un mese, poi filtra- re e aggiungere sciroppo quanto basti a dolcificare) : si fa un'acqua stimolante e diuretica, mettendo in infusione in un litro d'acqua bollente una trentina di bacche, e servendola poi calda e zuccherata, come un decotto qualunque: si insaporiscono i crauti che si vogliono conservare; si dà l'aroma ai tordi arrosto ; si dà, bruciandole in un camino di campagna sulla cui cappa sia ap- peso un prosciutto magro, un delizioso af- fumicamento alla carne del maiale. Non so, purtroppo, dove risiedano e quali sieno le case di commercio che incettano le bacche per fornirle ai liquoristi. Forse una fabbri- ca di liquori potrebbe dir velo. L I V I A R., Cuneo — Grazie per le parole cortesi. Non mi è possibile rispondere alla vostra prima -domanda. Il procedimento per preparare le sardine sott'olio è più com plicato di quello che serve per preparare le acciughe sotto sale. In teoria, sembr e r ei be che dopo aver ripulito le sardine dellft testa e degli interiori, e averle sbollentate, si dovessero poter deporre in un vaso, e, coperte d'olio, aspettare che fossero bene insaporite per mangiarle. In realtà, come del resto avviene per gli altri pesci messi sott'olio, la conservazione con quel mezzo è difficilissima. I salumieri che preparano i filetti di aringhe combattono il pericolo della putrefazione con formidabili aggiunte d'aglio e di peperone rosso; ma voi non chiedete questo. I fabbricanti di sardine sott'olio le conservano bene perchè sotto- pongono le scatole ad una operazione che le priva completamente dell' aria. E ' per questo che, quando si compra una scatola di sardine, bisogna evitare quelle di cui le faccie. anteriore e posteriore, non appa- iono concave : è che le scatole prendono quella forma per effetto della pressione del- l 'aria esterna, e del vuoto interno: mentre se appaiono convesse vuol dire che inter- namente vi si sono sviluppati dei gas, e i gas significano putrefazione certa. Mi spiace dunque di non poter rispondere e- saurientemente alla vostra prima domanda. Per la seconda: i vini di Falerno e di Cecubo sono specialità di Formia. Voi po- tete rivolgervi alla Federazione vinicola di Littoria, per aver l ' indirizzo dei produttori o al Consiglio Provinciale dell 'Economia di quella città. Altrettanto potete fare ad Ancona, per i vini tipici delle Marche. Terzo, per quel che riguarda quei lavori, mi sembra impossibile che possiate ese- guirli in famiglia. E d'altronde non vi var- rebbe la pena. Qualunque grande magazzino dove si vende quel prodotto vi fornirà, gratis, l'operaio specializzato per ^metterlo a posto. Mi duole di non aver potuto ri- spondervi direttamente : ma sapete che ci & vietato. S, A., Mondovi — Anche tu scusami, ti prego, se non ho potuto rispondere priva- tamente. D'altronde, io non so proprio co- me risponderti. Esistono stabilimenti dove, mediante fortissima compressione, si fabbri- cano degli ovoli o delle mattonelle (con- glomerati) di carbone fossile. Non credo che sia possibile a una massaia, priva del macchinario necessario, ottenere degli ovoli di polvere di carbone di legna. Se c'è qual- che lettrice, meno inesperta di me, che pos- sa consigliarti sul modo di utilizzare la pol- vere di carbone, la « Cucina » è a disposi- zione. V I R G I N I A , Genova - - Le macchie di smalto da unghie, si tolgono dalla bianche- ria con l'acetone, e poi saponata tepida. Per indumenti di rajon non usate l'acetone perchè lo corroderebbe. Le maochie di ro»so da labbra si tolgono dalla biancheria con olio, lardo, o burro : poi acqua caldissima saponata. Se la macchia resiste, acqua os- sigenata. Pei tessuti non lavabili usare pri- ma il grasso. Poi, una volta asportato il rosso col grasso, tetracloruro di carbonio. Poi acqua ossigenata. Le macchie di cioc- colata si levano passandovi sopra del sa- pone bianco quasi asciutto, lavando poi con acqua fresca. Se la macchia è ostinata, sciogliete nell'acqua un mezzo cucchiaino d» borace. Grazie per gli abbonamenti. Spedi- to il premio. MAMMA DI GENOVA — Cara, econo- mizzare il gas non è che questione di atten- zione e di diligenza. Incominciate col tenere semichiuso il rubinetto del contatore, in modo da diminuire la pressione del gas prima che esso arrivi al fornello. Se voi lasciate completamente aperto il rubinetto del contatore, la pressione sarà così fort* che anche tenendo un po' chiusi i rubinetti dei fornelli avrete una dispersione in evita Toni ce • Stimolante TONOL dalla Nutrizione II tulli li l imi li L . 1 8 . - I il limili sturili T O N O L III MUTOMIO. K M I L A N O
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