LA CUCINA ITALIANA 1939
LA C U C I NA I T A L I A NA . Pag. 3 0 8 = I o Ot t obre 1 9 3 9 - X V I I cor risponden ra iz Abbo Forni a serpentina Una nostra abbona ta di ( d i l an i a, la s i gnora Kos ina Ga l l i no, vo r r ebbe sa- pere se es i s t ano ancora, e do ve t r ova- re, i lei f o r ni in cui la camera di co l - tura sia c omp l e t ame n te isolata dal f u- mo e da l l e esa l az i oni del carbone. Es- sa ne ha a vu to uno che, una vo l ta messo sul f uoco, i r r ad i ava il ca l o re da l la base ai lati e al l e l l o a t t r av e r- so una serpent ina di sposta tutta a i - t o rno a l la camera di cot tura. Sa r emo grati a que l la abbona la che ci pe rme t t e rà di .aeciontentare la no- stra assidua s i c i l i ana. Dolci di Casal maggiore Car i ss ima « C u c i n a » , sono passata l o scorso i nve rno, in un g i o r no iii me r ca t o, da Ca s a lma g g i o re ( C r emo n a) e f u i .at trai la da uno s t r i l l one che vendeva s t amp i ni per d o l c i : ste l le e f a r f a l l e di f o rma , con man i co lungo: Eg l i , davanti al pubb l i co, preparava f r i t t e l l e che o t t eneva imme r g e ndo ta- l i s t amp i , p r ima ne l l ' o l i o, o st rut to bo l l en t e, poi in una paste l la spec ia- le, poi nunv.a niente nel grasso bo l- l ente. Co l pi I a da l la be l l ezza di tali do l ci di ca rneva l e, che at t i ra v ano per la l o ro f o rma , aspe t to e l egge r ez za, compe r ai due s t amp i : ima lui tallii e unii stella e a r r i v a ta a casa mi pro- v a i a f a r l i . Ma fu 1111 v e ro d i sas t ro. Ot t enni so lo una spa r a t o r ia eli spruz- z i . Fo r se non r i c o r da vo bene gl i in- g r ed i en t i e le dosi esat te de l la pa- ste l l a. Così mi r i v o l go a te, cara « Cu- cina » , e d oma ndo de l uc i da z i oni in me r i t o. Des i de r e r ei mi f osse sp i ega to chi a r ame n t e: il modo di c on f e z i ona re tal i do l c i , le dosi esat te e g l i ingre- d i ent i de l la pas t e l l a, e il modo di o t t ene r l i p e r f e t t i , cosi a lmeno non a v rò c omp e r a to i nu t i lme n te i due s t ampi e po t rò f a r f e l i ci le mi e bam- bine. Vi è f o r se qua l che abbona ta di Ca s a lmag g i o r e, oppure c r emonese o di a l t ra r eg i one che li sa f a re o li ha v i s t i f a r e e r i c o r dando me g l io di me tale r i ce t ta, può f a v o r i rme l a? R i n g r a z i o an t i c i pa t amen te e sono l ' abbona ta E. l i. - T r i e s te Confesso sinceramente di non esser mai slata a C.asalmaggiore e di non nate aver mai conosciuto questi dolci. In Toscana si fanno, con una forma a man i co lungo, / cosiddetti c i c a l i n i: ma sono di pastella dolce, con anaci e vengono colti senza olio e senza strallo, l'ila cucchiaiata di pastella sulla faccia interna della forma ro- vente, una strizzatina delle due valve della l'orma, e i c i ca l ini sono pronti, leggieri, croccanti, prof limali. Si Ital- ia della stessa cosa? O qualcuna del- le nostre care abbonai e cremonesi può farci il favore di darei ¡ n liceità de- sìi ite rata ? F . La cronaca rosa L ' I 1 s e t t emb re u. s. è s t a lo cele- b r a l o a .lesi il ma t r i mo n io f ra la no- stra cara, f ida e g en t i le abbona ta si- gnor i na Te l one Sc i p i oni ( « Ma r i no ra » ) e il i l ot i . U g 0 V i c on i . Le b e l l e nozze, a cui è i n t e r v enu to un f o l t o s tuo lo di ami c i , hanno r e a l i z z a to un sogno d ' amo r e, f a t t o di soave speranza e di poes i a. Au g u r i amo a l la coppia i nnamo r a ta L'appeoll di una mader La mamma angosciata che, attraverso la «Cuc i na», ha lanciato il suo appello dispe. rato alle altre mamme, per averne sugge- r imenti at ti a salvare un suo bambino, ri- sponde: e noi pubblichiamo, rinnovando le espressioni della nostra riconoscenza alle lettrici pietose, e formulando gli auguri più fervidi per la salvezza della creatura mi- nacciata dal male: «Alcamo, 22 settembre 1939-XVI! « Ho ricevuto le lettere inviatemi in ri- sposta al mio appello. Sono molto ricono- scente a cotesta benemerita Direzione del- l 'aiuto datomi attraverso il giornale, men- tre a tut te le genti li amiche della grande famigl ia della « Cucina » che a mezzo dei loro scritti hanno manifestato un vivo sen- timento di solidarietà umana unito ad un chiaro segno di carità cristiana, invio la espressione del mio animo veramente grato, nella fiducia che qualcuna di esse, a cui potrò rivolgermi direttamente in avvenire, vorrà seguitare ad assistermi, con l 'aiuto di Dio, per la guarigione della mia crea- tura, « Dist intamente Ma t e r » . che asco l ta, con cuore es tas i ato, le pr o- messe del suo a v v en i r e, tut to il bene che la v i ta può dare. Un caso... spinoso Care ami che, tut to c iò che v i ene s t ampa tò sul nos t ro g i o r na l i no m' i n t e r e s sa: ma p iù di tut to io mi sono int eressata per ra- g i oni pe r sona li a quan to N i na ha scr i t to, mesi add i e t r o, negli ar t i co li i n t i t o l a t i : « E d u c h i a mo le d ome s t i- che » . E' che in f a t t o di dome s t i che, io ho un ' espe r i enza peno s a; non pe r- chè ne abb ia mu t a te mot t e, tut t ' a l t r o. Da v en t i qua t t ro anni ho la medes i- ma. Una ragaz za ser ia, onesta, v o l en- terosa, brava in tut t o, ma che per i l suo cara t t e re i rasc i b i l e, per la sua i n s o f f e r e n z a, me t te a ben dura p r o va la pa z i enza mia e di mi o ma r i t o. Es- sa, ne l la sua superb i a, si crede i n f a l - l i b i l e e non t o l l e ra la p iù pi ccola os- s e r vaz i one, sia pure espressa con bo- naria cor t es i a. E le basta suppo r re in noi un ' i n t enz i one di b i a s imo, per scat tare o me t t e re su muso, con un a t t e g g i amen to os t i le che mi di sgusta e mi i r r i t a ; t anto cihe a v o l te s t ento a con t ene rmi. Qua l cheduna di v o i d i r à : — E perchè non la l i c enz i a t e? Am i c he m i e : mi o ma r i t o ed io s ia- mo vecchi e pi eni di ma l ann i , ed or- mai s i amo così, abitu.ati ai se r v i gi di que l la donna, che, a l l ' i dea di d o v er c amb i a re dome s t i ca, ci s en t i amo p i e- ni di s gomen t o. P e r c iò mi r i v o l go a vo i , care ami che ( ed a N i na stessa), p r e g ando vi di c ons i g l i a rmi la marniera di amma n s i re un poco que l l ' esse re in- t r a t t ab i l e. Ne l mome n to a t tua l e, dar peso a cose di nessuna imp o r t an z a, c r ea re f as t i di a due po v e r i vecchi che nul la t rascurano per il benesse re ino- ra l e e ma t e r i a le de l la l o ro d ome s t i- ca, non è, d i t emi , un peccato g r osso? Scusa t emi, care ami che, e c ompa- t i t emi . Una occhia abbonata Pubblichiamo volentieri la vostra lettera, ma con scarsa \speranza che ila qualche parte possa giungervi un
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