LA CUCINA ITALIANA 1939
I o Novembre 1939 - XV I I I Pag. 315 - LA CUCiNA ¡TAL IANA SI r me A S C UAC I I 11 nuovo alino scolastico è ormai iniziato e per alcune ore del giorno le nostre case sono diventate, quiete e si- lenziose, nyi il senso di sollievo che si prova nelle prime ore dura poco: prima del la fine della mattinata sen- tiamo il bisogno di rivedere i nostri piccioli tiranni che prendono tutto il nostro tenlpo, che esigono tutta la no- stra dedizione! Anche quest 'anno, come sempre mi accade, ho perso delle buone mezz'ore fuori delle scuole, ad osservare le gio- conde schiere di ragazzi di ogni sesso ed età, così simi l i, eppure così diversi tra l oro! Specialmente i piccoli, quelli delle scuole elementari, destano il mio in- teresse, la mia ammirazione. Quando osservo le loro fresche faccette, che assumono in quei momenti una cer- ta aria d' importanza che fa capire la sensazione intima che ognuno di loro ha, quella, cioè, di salire un gradino, di diventare qualche cosa, mi commuo- vo e mi diverto. Ora il primo giorno di scuola ha acquistato maggior solennità; tutti gli alunni devono vestire la, divisa e que- sto dà un carattere più importante alia cerimonia c suscita il loro entusiasmo. Giunta l'Ora dell 'entrata la campa- nella suona e le garrule schiere sem- bra che a mano a mano vengano in- ghiottite dal l 'ombra dell 'atrio, i ge- nitori si muovono per il ritorno con una leggera mal inconia sul vo l t o; sem- bra che abbiano la visione del futu- ro, di quando la vita li prenderà e può essere che li porti inesorabilmente lon- tani ! Chi di voi ha i figli già grandi co- nosce la soddisfazione, il senso di ri- poso che si prova a vederli af fermar- si nel mondo. Si dice allora a noi stessi: egli è bene avviato, ci sembra di aver raggiunto la mèta e siamo con- tente, mentre un senso di smarrimen- to ci prende, una struggente nostal- gia di averli ancora tutti per noi, i cari esseri, come quando erano pic- coli. Ma ci v inc i amo! Dobbiamo pen- sare unicamente al loro bene e non curare la nostra soddisfazione inappa- gata. Care mammine giovani, godetevi i vostri piccol i, nessuno ve li disputa, per or.a ; neppure la scuola se voi sa- lirete capirne lo spirito e vorrete fare con i vostri scolaretti i primi passi dell'ascesa verso il sapere. Per quest'anno la ri forma Bottai non andrà in vigore, perciò le nuove di- rettive che apporterà « La carta della Scuola » non saranno applicate che in seguito. Ma siccome nelle linee gene- rali si conoscono, dobbiamo attener- ci ai caratteri che la ispirano e pen- sare con soddisfazione che la famigl ia, col nuovo ordinamento, verrà chiama- ta a col laborare con la scuola, a di- ventare parte attiva, consapevole, di- rettamente consultata, nell 'opera di coloro che si af fat icano nel campo dell 'educazione nazionale. Per formare il nuovo cittadino e sa- perlo avviare a ciò cui le sue attitu- dini lo chiamano, la scuola si servirà della famigl ia. Essa non dovrà essere l 'ostacolo, l'assente sempre pronta alla critica, ma dovrà esercitare quel l ' in- fluenza morale che aiuti gli sforzi del- l ' insegnante in tutti i campi. Così la famigl ia viene chiamata a fare da organo di consultazione e vie- ne ricondotta di nuovo alla dignità di istituto educativo. In tal modo si riaf ferma l ' importan- za di questa cellula insostituibile per la formazione del cittadino, se tutte le madri, perchè siamo noi che più si sta a contatto con i figli, cercheranno di star salde nei principii che sempre hanno distinto la famigl ia italiana, e che, attraverso i tempi, ha portato quel lo spirito cristiano e latino che ha sempre dato frutti magnifici e che in tal modo ha potuto essere maestra del mondo. Questa col laborazione onora la fa- miglia e ne segnala il valore morale. Oggi, più che mai, questa rappresen- ta la grandezza del passato, il bene del presente, sicuro auspicio per l 'av- venire. La famiglia è la base certa e salda della morale, che ha sempre avuto così palese e fulgido impiego nella storia, nella letteratura e nell 'arte delle no- stre genti ed ha un cosi spiccato ca- ra Itere che la fa distinguere da quella degli alti-i paesi. La famigl ia italiana, erede di quella romana, tenne sempre alto il valore e la tradizione nostra, anche in tempi nei qti,ali dottrine di oltre alpe e il peso della dominazione straniera po- CREMA OSSIGENATA Da al vostro viso la freschezza invani te e lo splendore di un'epi- dermide sana, vivifica le secrezio- ni sottocutanee, ammorbidisce ed alimenta i tessuti, imbianca la pelle. Richiedere l'apuscolo FREIA a : F . L L I R A G A Z Z O NI - C a l o l z i o c o r t e Casella N 2 2 (Bergamo) tevano farci perdere l ' intima essenza della razza. Dunque, le mamme specialmente, do- vranno col laborare con la scuola fa- scista in intimo e continuo rapporto. Dobbiamo praticare quella unione di metodi che riesce a sorreggere le f or- ze dell ' infanzia e della adolescenza sulla via della religione dei Padri e dei destini della nostra Terra, Queste direttive che ormai conoscia- mo devono essere seguite da noi in quanto ci è consentito. Studiamo i nostri figli spassionatamente e procu- riamo di sviluppare le loro attitudi- ni cercando di trarre da queste il mag- gior utile per il loro avvenire. Non vi confondete se le loro inclinazioni non saranno conformi ai vostri desideri ! Si sono visti dei giovani restare terra terra in certi studi cjie non erano con- formi alle loro inclinazioni naturali, emergere poi in altri campi e sapersi conquistare una bella posizione nel mondo. Quello che dobbiamo destare in loro è l 'amore alla disciplina del lavoro. La cattiva stagione si è annunziata più presto quest 'anno! La nostra sol- lecitudine materna ci fa temere i ri- gori invernali per la salute dei figli. Vincete la vostra tenerezza e non av- vezzate i ragazzi a stare chiusi in casa appena fa un po' di pioggia o tira ven- to freddo. Leggevo l 'altro giorno in una rivista medica, che fra gli animal i, forse è l 'uomo, quel lo che riesce ad impensati adattamenti. Teniamo pre- sente questa constatazione e cerchia- mo di abituare l ' infanzia a sfidare piog'gia, freddo, vento senza sovracca- ricarla di copertura. Non lasciatevi impietosire dalle sup- pliche dei giovani studenti che non hanno voglia di andare a scuola, può darsi che se un giorno non si sento- no ben preparati, se dubitano vi sia un compi to diffici le o noioso, qualche bi- richino accusi dei piccoli malesseri per rimanere in casa. Se un malinteso af fetto non ci ren- de cieche sapremo distinguere il vero disturbo da quel lo immaginario e adat- tare la nostra condotta a seconda del criterio che oi saremo formate. Soprattutto non abituiamo molli e fiacchi i figli; se ne tempreremo l 'ani- mo e il corpo per le dure battaglie av- venire faremo il loro bene, li met- teremo in grado di amare la vita e le sue compet izioni; ile faremo cosi de- gli uomini forti che sapranno tenere sempre alto il loro nome d'Italiani. Ave Lungi.
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