LA CUCINA ITALIANA 1939
LA CUCINA ITALIANA - Pag. 320 ~ ' Novembre 1939-XVI II nino risponde a . . . EM I L I A 0. , 96475. — Tutt 'altro! Sono lieta anzi di constatare che molte madri di famiglia si interessano ora, più intensa- mente, dell'allevamento di animali da cor- tile. L'alimentazione dei colombi — se non si tratta di quelli torraiuoli, che si pro- curano il cibo da sè, volando in branchi alla ricerca nei campi — deve essere fat- ta con veccie, semi di canapa, miglio, fru- mentone e favino. Il granturco, di cui i colombi adulti sono ghiotti, è poco sostan- iioso : bisogna poi evitare di darlo ai pie- ioni novelli, anche, perchè diminuisce la econdità delle uova e può essere veicolo bell'infezione di « mughetto », malattia dif- fusissima. Ricordatevi che i colombi sono ghiotti di sale. Il Chigi consiglia di ridurre in polvere un mattone, mescolandovi poi farina bianca e impastando il tutto di ac- qua salata, con un po' di miglio, per abi- tuare i piccioni a beccare. Si fanno con questo impasto delle pagnottelle che si la- sciano asciugare all'ombra, e poi si metto- no nella colombaia. I piccioni incominciano jol beccare il miglio, poi sentono il gusto del sale e non lasciano più Queste pagnot- te di « fior di pietra ». Grazie per i tre abbonamenti procuratici. Spedita la « Cre- ma To-Radia » in dono. BARESE A NAPOL I . — Contro la cocci- niglia degli agrumi, irrorazioni con solu- zione d'idrato o carbonato sodico, all'1-2 per cento. Non penso che vi sia possibile, in un giardino privato, adottare le fumigazioni con vapori di acido cianidrico', che sono ìe più efficaci. CURIOSA MA F EDE L E. — Il nome si dovrebbe tradurre, letteralmente « caldo- freddo ». E' una fricassea di pollo, d'ori- gine storica. Il maresciallo di Lussemburgo aveva offerto un banchetto, e stava per met- tersi a tavola coi suoi convitati quando lo avvertirono che il re (di Francia, natural- mente) lo voleva. Partì, dunque, pregando i suoi ospiti di mangiare senza di lui : ma quelli, nell'assenza dell'anfitrione, sboccon- cellarono i primi piatti, e rimandarono in- dietro, senza neanche toccarli, certi vasaoi di cotolette alla Maintenon e soprattutto una fricassea di pollo con una salsa « avo- rio » che doveva esser servita caldissima. Naturalmente il cuoco del Maresciallo era umiliato di questo insuccesso del pranzo. Ma, a tarda ora, il Maresciallo tornò da Corte, e siccome era affamato, chiese ad alte grida qualcosa da mangiare. Il capo- cuoco gli fece' servire la fricassea, che or- mai però era divenuta quasi fredda. Il Ma- resciallo la trovò così buona che ripulì tut- to il vassoio. Da allora,.. N I NETTA, Pavia. — Grazie per l 'abbo- namento alla « Domenica ». Spedito il pre- mio. Per evitare la caduta dei capelli, un buon alcoolato è il seguente: Resorcina gr. 5 ; Olio di ricino gr. 25; Alcole a 95 gr. 750; Acqua di colonia gr. 200, Essenza di Lavanda gr. 2. Umettare un pezzetto di flanella con - co- desta soluzione, e frizionare il cuoio ca pelluto.' La lozione è efficace anche contro la forfora. G I OVANE SARDA. — Il pesce fresco non dovrebbe mai sbriciolarsi. Bisogna F" RAGAZZONI casula n l ' i CALO( 710 C OftT F - i>». BFBGAMX asciugarlo bene, molto bene, infarinarlo con cura, e metterlo con garbo in una padella dove sia molto olio. Fatelo colorire a gran fuoco, e abbiate un po' di delicatezza nel toglierlo col mestolo forato. Poi una spruz- zata di sale, e lasciatelo sull'apposito cola- fritto, vicino al fuoco, fino al momento di servire. S I S INA C. 143. — Grazie, cara, per ie tue espressini cortesi. Temo di ricambiare malamente la tua amabilità, rispondendoti in ritardo: ma dopo il giorno 18 di ogni mese la « Cucina » è chiusa, e incomincia la stampa. Per la prima domanda, che mi prende alla sprovvista, ti confesso since- ramente che non ho mai provato : io le bot- tiglie col pomodoro le ho fatte sempre bol- lire a bagnomaria. Tuttavia penso che, se vuoi esperimentare il forno, convenga pri- ma far riscaldare le bottiglie un po', coi mezzi consueti, e asciugarle bene prima di metterle nel forno, la cui temperatura, ad ogni modo, dovrebbe essere elevata lenta- mente. Le castagne non vanno affatto bagnate. Basta praticarvi una incisione trasversale, abbastanza profonda: fino a metà almeno della polpa. Si mettono poi al forno e si sorvegliano: vanno tolte quando incomin- ciano ad essere bruciacchiate nella buccia, e dorate nella parte evidente della polpa. Grazie di nuovo per le tue parole gentili. Tutta la mia simpatia. ABBONATO X. — Mi pare che voi ab- biate elencato diligentemente tutti i mezzi cogniti per fare la conserva di pomodoro cruda o cotta., sotto aspetto liquido o soli- do. Perchè dovrei farvi una « lunga e det- tagliata risposta » se ne sapete quanto la più esperta massaia? L'unica cosa che ignorate è la dose dell'acido salicilico: ve la dico io, un grammo per ogni chilogram- mo di sugo da imbottigliare. Non abbiate paura: non è affatto nocivo: a meno che, naturalmente, uno non si metta a bere 5 o 6 chilogrammi al giorno di sugo di pomo- doro. Ma chi lo f a? N I NA MAL. — Mia gentile omonima, la vostra cartolina mi ha piombato in un dubbio tremendo. Strappando il fascicolo della a Cucina », il vostro cane avrà volu- to divertirsi, o avrà inteso dimostrare che le ricette e i consigli dati da me... Biso- gnerebbe domandarglielo. Per la « sponga- ta », bisogna che vi contentiate della ri- cetta comune: 7 tuorli d'uovo sbattuti con 3 etti di zucchero vanigliato, un po' di «corsa d'arancio grattugiata, e un poco di
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