LA CUCINA ITALIANA 1939

LA CUCINA ITALIANA - Pag. 322 ~'Novembre 1939-XVI II ç u m J M ! i k e & i d u i d i gù&44<ò- Adopero VIN ! sgrassa e pulisce ^UscETUTf I res i dui di g r a s so l as c i a ti ne l l e c a s s e r u o le s o a p e r i c o l o si p e r la v o s t ra sa l u te p e r c h è , d e c o m - p o n e n d o s i , si t r a s f o rma no in v e r i e p r o p r i f o - c o l a i d ' i n f e z i o n e. I un to è c o s i a p p i c c i c a t i c c io c h e s o l o la d o p p i a z i o ne di V I M l o p u ò e l i m i n a re s e n za d a n n e g - , i are le c a s s e r u o l e! V I M p u l i s ce s e n za g r a f f i a r e, p o i c hé s t a c c a e d a s s o r be le impur i tà: ba s t e rà po i u na r i s c i a c q u a ta p e r e l i m i n a r ne o g n i t r a c c i a . E L I M I NA O G N I TRACCIA D'UNTO è una specialità Lever F.LU LEVER - Milano Leir arresto nella deposizione delle uova, in generale, l 'al imentazione secca è prefe- ribile a quella umida ed evitp. malattie. Ma la mancanza delle uova dipende dalla stagione, dalla uniformità del vitto, dalla mancanza di sostanze stimolanti (se le gai- ine non sono esaurite f isiologicamente). Voi •sapete certo megl io di me che dopo due an- ni di deposizione delle uova le galline di- ventano dal punto di vista economi co un ve- ro peso. Sono come i galletti, che mi sem- bra voi abbiate in quantità, e che vanno ri- dotti (anche perchè stancano ed irritano le gal l ine, esponendole a frequenti malattie, se sono mol t i ). In questo momento, pollai di 80 o 100 gal- line l ivornesi, che sono come sapete fra le sessualmente precoci» e le migl iori, non danno un uovo. Ad ogni modo, dopo aver lasciato un solo gallo in. .. servizio attivo, per ogni 20 o 25 galline, cercherei di dare alle galline un po' di avanzi di carne, fa- rina di pesce, crisalidi, farina di arselle, mescolandole nel becchime in polvere. Ab- bonderei in nutrimento fresco : erbe, semi di pomodoro, bucci© idem, bucce di frutta, etc. Manderei le galline in giardino, dove tro- vano vermi e chiocciole. E poi . .. aspette- rei il mese venturo, prima di prendere una decisione, che ad ogni modo dovrebbe es- ser limitata ai polli veramente improdutti- vi. Vedrete che da qui ad allora, mol te gal- line si risveglieranno, CES I RA PONI S P I NE T T A, Genova. Il Direttore mi incarica di rngraziarti tan- to, e mi prega dirti che ti sarà grato se tu vorrai seguitare a collaborare così util- mente a questa nostra rivista. Cordialità. NUOVA ABBONATA DI PESCARA. — Voi scrivete benissimo in italiano, ed è sorprendente che siate straniera. Ho passa- to alla Signora Fr ida la vostra richiesta, ma ormai non potrà rispondervi che nel fascicolo del mese prossimo. Quanto alla ri- cetta, vi ringraziamo molto : ma ne sono venute tante, presso a poco uguali, dalle nostre cortesissime abbonate, e ormai è stata passata in tipografia la prima arri- vata. M I R E L L A , — Voi mi chiedete un con- siglio su una cosa così delicata, e me lo chiedete col numero di parole che baste- rebbero appena a domandare a un passan- te che ora è. Scrivetemi, se veramente la cosa vi interessa, una lettera seria, preci- sa, dettagliata, e allora vedrò quale sugge- rimento la mia poca esperienza possa darvi AFRA, Pravisdomini. - Temo che voi non abbiate usato, prima, la precauzione di mettere le buccie degli aranci (o dei cedri, limoni etc.) in infusione nel l 'acqua, per varii giorni, rinnovando di continuo l 'acqua finche le bucce non sieno un po' macerate e soprattutto non abbian perdu- to l 'amarognolo dell 'essenza. Poi dovevate far bollire le scorze in una pentola d'ac- qua, per 20 minuti. Quindi, levarle dal- l 'acqua, sgrondarle, pesarle'. Finalmente, ri- metterle al fuoco, con ugual peso di zuc- chero, e pochissima acqua. E far cuocere il tutto finche lo sciroppo che si forma non sia denso, ma non bruciato. Allora toglie- re la pentola dal fuoco, rovesciarla su un marmo pul i to e unto, e separare una ad una le scorze che avranno' un rivestimento di zucchero solidificantesi. Questo è il procedimento, diciamo, familiare. Per la vera « canditura », come quella che si usa per i cedri, ci vuole un procedimento più lungo, un apparecchio per misurare la den- sità dello sciroppo, etc. etc. Quanto ai marroni canditi, vi dispiace se ne dò la ricetta il mese pross imo? Lo faccio perchè, dei marroni canditi, l ' avrò già data cento volte : e poi quando siamo sotto le feste me la ridomandano. .. Vi dò il benvenuto fra noi, cara amica : e sono lieta che vostro marito vi abbia of- ferto in dono l 'abbonamento alla « Cucina ». Trovateci ora delle a.bbonate nuove voi, e avrete dei bellissimi premi, P I E R I NA C., Napol i. — Grazie dei due abbonamenti nuovi. Poiché la Società fab- bricatrice dei celebri prodotti scientifici di Bellezza To-Radia ha messo cortesemente a disposizione delle nostre più diligenti ab- bonate, per il 1940, alcune centinaia di sca- tole di cipria e di vasetti e tubetti di Cre- ma To-Radia, l 'amministrazione ti spedirà una scatoletta di cipria in dono. Indica, per favore, il colore preferito. Quanto agli avan- zi degli erbaggi, torsoli di cavolo, foglie di scarto dei cavolfiori, o dei broccol i, gambi di finocchi, etc., ho visto tempo fa una ri- cetta in una bella rivista coloniale : « L ' Im- pero Illustrato ». Essa diceva di prendere tutti codesti scarti, aggiungerci una caro- ta, due patate, una cipol la, un po' di prez- zemolo, e far bollire fino ad ottenere un

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