LA CUCINA ITALIANA 1939
I o Novembre 1939 -XVI II Pag. 323 - LA CUCiNA ¡TALIANA brodo vegetale a cui si aggiungerà (dopo che sarà stato colato) mezzo bicchiere di vino bianco e mezzo cucchiamo di zucche- ro bruciato. L'autrice della ricetta dice che, dopo, si può cuocere la pastina in quel brodo, mentre colla verdura lessata si può, dopo averla tritata, fare un impasto, passar- la al burro, unirla a una besciamella al- l 'uovo, e poi cuocerla in forno in un tegame di pirofila, ricoperta in parte dalla bescia- mella stessa. Va servita caldissima. La ri- cetta continuava assicurando che si può invece mescolare questi avanzi lessati al riso cotto nel l 'acqua, e condire con burro e formaggio, e finalmente si può passarli allo staccio, aggiungervi acqua e un po' di bur- ro, e farne una minestra semiliquida, op- pure servirli per contorno a un piatto di carne o per letto ad uova in camicia. In tal caso la verdura passata, senza aggiunta di acqua, si mescola a poco latte e formag- gio grattugiato. Cordialità. V ANNA . — E' un po' di ff ici le darvi dei consigli : visto che io non so nulla della persona a cui volete fare il regalo. E' gio- v ine? Ve c ch i a? El egante? Zi tel la? E' ma- dre di fami g l ia? Voi comprendete come, fra le insegnanti di grado superiore, possano esservi 'delle Signore a cui sj possa of frire una cosa più fine, un'edizione rara, un pic- colo bronzo artistico, un' opera lirica rac- colta in 20 dischi, per esempio, e altre a cui per diverse condizioni di famigl ia possa esser più gradito un regalo più pratico, o di maggior valore real izzabi le: un vassoio d'argento, per esempio, o un necessario da toletta, pure in argento. Come regola ge- nerale, io non mi allontanerei dal l 'oggetto di uso frequente : qualcosa .che possa esse- re utilizzabile nella vita quotidiana, e ri- cordare alla persona cui è stata donata l 'af- fetto riconoscente che ha suggerito la scelta. RARA AV ìS — Quelle macchie di san- gue scompaiono, se è possibi le lavarle su- bi to in acqua fredda. Se non è possibi le, metti la biancheria in una soluzione di ac- qua fredda e ammoniaca : molta acqua, po- che gocce di ammoniaca. L' indomani insa- pona, sc iacqua: le macchie dovrebbero^ es- sere scomparse. Hai forse adoprat : o l 'am- moniaca pura, come se fosse benz ina? Se proprio non vanno via, prova uno idei mo- di seguenti: metti la biancheria in una ca- tinella e versaci sopra un bricco di acqua in cui sia stato sciolto un cucchiamo da caffè di acido tartarico. Non adoprar sa- pone, e poi strizza e risciacqua in acqua pura. Oppure- lava prima con una debole soluzione di carbonato di soda e poi con una d'al lume. E se... neanche con questi decoloranti ce la fai, non ti resta che ri- correre a quelle, del resto igieniche, prati- che, e simpaticissime, salviette speciali, di carta. Per l 'al luminio degli utensili di cu- cina, io non adoprerei mai gli smacchiatori del commerc io. Si sa che l 'al luminio è de- l icatissimo, e si corrode e si consuma con facilità. Per lucidarlo, metti 150 gr. di bo- race in un litro d ' acqua, e strofinane le tue pentole con un cencio morbido. Per pulirlo, adopra una spugnetta con un po' d ' ol io, e, megl io, una spugnetta metal l ica, soffice ma energica. Quanto alle unghie, è naturale che quei detersivi troppo energici di cui mi scrivi te le corrodano: non l i adoperare, o se no ricorda di mettere un vecchio paio di guanti di pelle. Ho passato il resto delle tue domande alla redattrice competente. Cordialità. E L E T T RA, Oolle Corvino — Si, si trova- no in commerc io, ma non so indicarvi do- ve, degli stampini metal l ici, con le combi- naioni di tutte e 24 le lettere de l l ' a l f abe t o. Si adoperano per marcare la biancheria con un inchiostro formato d i : Nitrato ni argento (che è un veleno) gr. 6; carbonato di soda gr. 8; acqua distillata gr. 15; am- moniaca gr 12; gomma arabica gr. 6. Si scalda a bagno maria fino a ottenere la mi- scela perfetta. Debbo confessarvi però che queste marcature, se possono comprendersi per asili, istituti, ospedal i, ri formatori, ecc. non mi sembrano molto adatte per la bian- cheria familiare. Megl io delle cifre, per sempl ici che sieno, fatte con l 'ago. C I N G E R , Lecce — Siamo d ' ac c o rdo: è buonissima. E ora che non c 'è più caf fè, è tornata in onore. Da che cosa deriva il nome? Dal messicano: « Cakahuath », poi divenuto « Chocolat© ». Gli spagnoli, che furono i primi a introdurre in Europa la bevanda, e il nome, chiamarono « chocola- l e » il prodotto della macinazione delle bacche del cacao : da ciò l ' ital iano « cioc- colata », che si scrive con un « t » solo, e che è femmini le, al singolare. 11 termine « cioccolatte » adoprato anche dal Pann i , è un errore Quanto alla teobromina, che è il principio attivo, diuretico ed energetico del cacao, il suo nome non deriva da Te, ma da « Theo-broma » : parola greca compos ti che significa « cibo degli Dei ». E chiatti... Mina. La dispensa è vuota? Una telefonata allo spaccio di pesce atlantico della GENEPESCA e la buona massaia sarà s e r v i l a a d o m i c i l i o SPECIE PRELIBATE - PREZZI MODICI F R E S C H E Z Z A G A R A N T I T A O R I L I F O G L I A N O ARREDATE LA CASA PAGANDO IN 20 RATE — - C- , ... , MIT \\-n NAPOLI T O R I NO- Uf f i c i : MI LANO, Piazza Duomo 31-D, S t o b t S on„ 8 0 6 4 ^ s à t e D i z i o n e Centrale: NAPOL I , Pizzofalcone, 2-D. 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